Frammenti Di Cuore. Alyssa Rabil

Frammenti Di Cuore - Alyssa Rabil


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annuì. Si sentiva un po' nauseato e chiuse gli occhi per un momento.

      “Mi hai letto nel pensiero”, disse Farley. Attraversò la stanza e lanciò ad Aaron un pezzo di stoffa. “Legalo stretto sopra gli occhi e non sbirciare.”

      Aaron si morse il labbro, ma fece come gli era stato detto. “Così?” All'improvviso qualcosa di morbido lo colpì in faccia. “Che diavolo?” sbottò. Armeggiò con quello che sembrava un cuscino e lo gettò di lato.

      “Mi sto solo assicurando che tu non riesca a vedere.”

      “Dannazione”, mormorò Aaron. Sentì la porta aprirsi, poi Farley tornare alla sua posizione vicino alla telecamera e infine un'altra serie di passi avvicinarsi al letto.

       Non è troppo tardi. Manda tutto al diavolo e torna a casa. Nessuno saprà mai che sono stato qui. Posso trovare i soldi da qualche altra parte.

      “Ciao, Aaron,” disse una voce profonda. Una mano ferma e ruvida gli passò tra i capelli. “Hai idea di cosa stai facendo?” chiese l'uomo… il Padrone.

      “No,” sussurrò Aaron.

      Farley tossì.

      “No, Signore”, si corresse Aaron. Poteva sentire il proprio corpo tremare, ma si disse che stava solo giocando. Farley gli aveva detto di essere un twig… un twing… qualcosa di virginale, insomma. Stava solo recitando. Non aveva paura.

      Il Padrone fece scorrere il pollice sulle labbra di Aaron. “Apri la bocca,” disse. Aaron obbedì.

      Il Padrone spinse la sua gamba tra le ginocchia di Aaron, costringendo le sue gambe ad aprirsi. “Mani dietro la schiena”, ordinò.

      Di nuovo, obbedì.

       Corri. Non ne vale la pena. Vendi un rene. Dona il tuo sperma a una donna ricca. Impara a fare il giocoliere e unisciti a un circo.

      Qualcosa di caldo e umido toccò le labbra di Aaron e lui sussultò. Il Padrone fece scorrere di nuovo le dita tra i capelli di Aaron e lo tenne fermo. Un bacio. Il Dom lo stava baciando. Lasciò una scia di baci fino all'orecchio di Aaron.

      “Tutto bene?” sussurrò il Dom.

      Aaron piegò la testa di lato. “Sì”, rispose. “Scusate. I nervi.”

      “Fammi sapere se ti senti a disagio”, sussurrò il Dom. Mordicchiò il collo di Aaron.

      “La safe word è pietà, giusto?” chiese Aaron.

      “Giusto.” Il Padrone lo baciò di nuovo e sussurrò contro le sue labbra: “Ti giuro che non ti farò del male.” Si alzò, le dita ancora una volta impigliate nei capelli di Aaron. “Apri la bocca” ordinò di nuovo.

      Aaron fece come gli era stato detto, e questa volta era sicuro al novanta per cento che quello che stava per entrargli in bocca fosse un cazzo. Una rapida spinta del Dom confermò i suoi sospetti. All'inizio il Padrone andò lento, mantenendo i movimenti calmi e leggeri. Le sue dita ancora stringevano i capelli di Aaron mentre con l'altra mano gli accarezzava la guancia.

      Nonostante sapesse che quello che stava facendo avrebbe potuto rovinare in mille modi diversi e orribili la sua vita, Aaron era sorprendentemente rilassato.

       Succhialo. Fallo venire. Poi vai a casa. Non è così male. Manca solo un'ora e mezza.

      All'improvviso, Farley fece schioccare qualcosa. “Taglia”, disse.

      Il Padrone si allontanò da Aaron. “Qual è il problema? Stai girando da meno di un minuto.”

      “Il suo piccolo cazzo floscio e triste, ecco qual è il problema”, disse Farley. “Nessuno vuole vedere una cosa del genere.”

      “Dagli un po' di tempo”, disse il Dom. “È nervoso.”

      “Scusatemi”, disse Aaron, intuendo che i soldi erano in pericolo. “Posso avere un'erezione.” Si prese l'uccello in mano e cercò di reagire.

       Mi stanno guardando. Diventa duro. Vieni. Prendi i soldi. Vattene. Porta il denaro a Daniel.

      Aaron si sentì di nuovo nauseato. Se suo fratello minore avesse avuto la minima idea della provenienza di quei soldi, probabilmente non avrebbe mai più parlato con Aaron.

       Se papà sapesse…

      Se Robert Beaumont lo avesse saputo, si sarebbe assicurato che Aaron non rivedesse mai più Daniel.

      “Questo è patetico”, disse Farley.

      “Fammi provare”, disse il Dom. “Aaron, sdraiati sulla schiena.”

      “Che cosa hai intenzione di fare?” chiese Farley.

      “Tutto questo è difficile da sopportare per lui”, rispose il Padrone. “Dobbiamo aiutarlo a rilassarsi”.

      “Non voglio sprecare il vostro tempo”, intervenne Aaron. “Posso farlo io.”

      “Eppure eccoti qui, a sprecare il mio tempo”, disse Farley. Poi sospiro. “Silas, concedici un momento, ti va?”

      “No. Possiamo aiutarlo a… chi stai chiamando?” chiese il Dom.

      Farley doveva aver preso il telefono. Zittì il Dom. “Manda qui Regina. Ha l'attrezzatura per il bondage. Dille che abbiamo bisogno di Ralph.”

      “Questa non è una scena di bondage,” disse il Dom.

      “Tieni il tuo culo fuori da tutto questo”, disse Farley. “Regina saprà cosa fare con lui. Ora esci.”

      Il Dom fece di nuovo scorrere le dita tra i capelli di Aaron. Era piacevole, ma non impedì ad Aaron di tremare.

      “Posso farlo io” mormorò Aaron.

      Il Dom tolse la benda dai suoi occhi e si inginocchiò tra le sue gambe. Mise una mano sulla coscia di Aaron e fece dei piccoli cerchi sui muscoli con il pollice.

      Anche il Padrone era nudo. Aveva i capelli scuri e disordinati. I suoi occhi erano di un azzurro gelido e bellissimo. Lui era bellissimo.

      “Questo tipo di lavoro non è per tutti”, disse il Dom. “Non c'è niente di cui vergognarsi se vuoi andartene perché non ti senti a tuo agio.”

      “No”, disse Aaron. “Posso farlo.”

      “Per l'amor di Dio,” sbottò Farley, “alzati. Avrei dovuto accoppiarlo con Ralph fin dall'inizio.”

      “Non metterlo in coppia con Ralph. È troppo rude”, disse il Dom.

      Farley alzò gli occhi al cielo. “Non puoi innamorarti di ogni piccolo verginello con gli occhi da cerbiatto.”

      “Ti ho già detto che non dovremmo lavorare con i dilettanti”, rispose il Padrone. “È troppo rischioso.”

      Farley mormorò qualcosa che suonava come 'il complesso del cavaliere dall'armatura scintillante' e si rimise il telefono in tasca. “Nuova regola”, disse. “Ogni volta che proponi una scena o una ambientazione per avere un po' di cuore con gli attori, prendo un dollaro dal tuo stipendio.”

      “Questo non è giusto” disse Aaron.

      “Ignoralo,” disse il Dom. “Deve essere meschino per sopravvivere, allo stesso modo in cui uno squalo deve continuare a nuotare per poter vivere.”

      La porta si aprì. Una donna entrò portando un grande borsone e un uomo alto e con la barba trasandata la seguì.

      “È arrivata la cavalleria”, disse Farley. “Silas, vattene.”

      “No, io…”

      “Vuoi che sottragga i soldi anche al verginello?” chiese Farley. “Ha bisogno di qualcuno più forte.”

      “Allora perché scegliere me in primo luogo?” chiese il Dom.

      “Volevo


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