”Dolce Settembre”. Gabrielle Queen

”Dolce Settembre” - Gabrielle Queen


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ti faccio vedere che sono un bravo amico, persino degli animali>> disse e tese piano la mano verso il muso del cane che, ancora diffidente, finì per lasciarsi accarezzare e addirittura gli leccò le dita.

      <<Traditrice!>> sbuffò Sandy. Era ancora più affascinante con quell'espressione imbronciata, e per qualche secondo Justin rimase semplicemente a fissarla, avvertendo perplesso i battiti del proprio cuore. Doveva fare molto caldo si disse, perché piccole gocce di sudore gli si formavano sulla fronte, e gli sembrò che anche la ragazza sudasse un po'. O forse era una qualche mal celata emozione?

      Per la milionesima volta si chiese se lei avesse una cotta per lui, così come gli era sembrato in alcuni momenti al lavoro. Aveva otto anni più di lei, sapeva di essere uno che non passava inosservato dalle donne, era bello, affascinante e con una carriera alle stelle. Sarebbe stato un gioco da ragazzi conquistare Sandy, eppure nonostante certi segnali, lei continuava a indossare quella maschera di ghiaccio e antipatia nei suoi confronti che malgrado tutto le conferiva un adorabile je ne sais quoi, per dirla alla francese.

      Sandy non era come "le donne" in generale. Aveva carattere, classe, oggi più che mai lo doveva ammettere. E non la si poteva leggere facilmente. A volte sembrava una bambina indifesa appena uscita dai banchi del liceo che non chiedeva altro che coccole e abbracci. Nell'attimo dopo diventava la regina dei ghiacci al Polo Nord, con un cuore più freddo dell'Alaska. Non era per niente facile con lei, ma Justin non amava mai le cose facili.

      <<Ehmmm... credo che andrò a fare....quella cosa di cui ti stavo parlando prima>> interrompe l'amica Claire, alzandosi frettolosamente e lasciando sul tavolo una banconota.

      <<Che cosa??? Ma...ma....>> Sandy era l'immagine dello sbalordimento e della disperazione.

      <<Ricordi che dovevo incontrare ...Paolo, per farmi dare...quella cosa...Ma voi due fate pure senza di me, sono sicura che avete moltissime cose da dirvi>>.

      Sandy non poteva credere ai suoi occhi, mentre la guardava andarsene a gambe levate: la sua migliore amica era ufficialmente diventata la peggiore traditrice!

      <<Traditrice numero due>> completò Justin i suoi pensieri, scoccandole un'occhiata penetrante.

      <<Al diavolo Justin Bennett, quando mi dirai perché sei qui e cosa vuoi da me, immagino distruggere la mia giornata come sempre?>>

      <<Sei venuta a vedere la casa sulla spiaggia, vero?>> andò lui dritto al punto.

      <<Siccome sono vittima di un intenso fenomeno di stalking, le domande le faccio io>> disse, lanciandosi i capelli all'indietro con un gesto diffidente e affascinante.

      <<Okay, allora se vuoi le risposte perché non lasciamo questo posto e facciamo una passeggiata sulla spiaggia? Sono certo che Charlie lo apprezzerebbe moltissimo, così ci facciamo anche due chiacchiere senza alcuna invasione alla nostra privacy>>.

      <<Guarda chi parla di privacy>> sorrise lei controvoglia.

       Capitolo 13 - Patto col nemico

      L'aria era fresca, la brezza salata giocava con i capelli di Sandy scompigliandoli in una maniera che Justin avrebbe avuto voglia di fare lui stesso. Non cessava di essere meravigliato dal modo in cui il sole giocava con le bionde ciocche ribelli.

      Charlie era stata lasciata a correre libera sulla grande spiaggia, dove non c'era quasi nessuno a parte un gruppetto di adolescenti intenti a fare il bagno e a prendere il sole mezzi nudi persino a marzo.

      Camminavano rilassati dovendo ammettere che il paesaggio era bellissimo: da una parte colline coperte di vegetazione, e dall'altra il mare, con le onde che si infrangevano dolcemente sui sassi che componevano un muretto naturale a qualche centinaio di metri al largo. Il posto era veramente ideale per una lunga vacanza dopo innumerevoli giornate trascorse in ufficio.

      Sandy andava piano, assorta nei pensieri, e ogni tanto si chinava per raccogliere qualcosa: un sassolino con forma interessante, un piccolo ramo, un pezzo di vetro che la forza delle onde aveva reso particolare.

      Justin raccolse una piccola conchiglia bianca e gliela porse. Lei esitò poi la prese.

      <<Allora...>> disse, infilando le mani nelle tasche dei jeans. Accanto all'eleganza di lei, sembrava poco più di uno che lavorava in una stalla, e non gli piaceva per niente sentirsi in inferiorità.

      <<Allora...>> le fece eco lei. La tensione di prima era un po' svanita e lui seppe di aver fatto bene a portarla al mare.

      <<Avevi ragione, ti ho inseguita apposta>> ammise evitando di guardarla negli occhi. <<Forse come te, volevo dare un'occhiata alla scena della nostra...futura convivenza forzata>>.

      Lei sospirò e alzò lo sguardo in lontananza, dove all'altro confine della spiaggia si osservava una casa gialla.

      <<Ancora non siamo sicuri che succederà davvero>> fece notare, fissando la conchiglia nella sua mano.

      <<Senti Sandy...sia io, Gerardo e l'intera ditta abbiamo un gran rispetto per te e per il tuo lavoro...Ti apprezziamo e ti vogliamo bene, forse a parte l'idea della carta da pareti con fiori di lavanda>>.

      Lei abbozzò un piccolo sorriso e lui si sentì incoraggiato e continuò.

      <<Il fatto e' che non possiamo assolutamente perdere questa battaglia. Non possiamo rischiare di non partecipare alla gara organizzata dalla Nestlè' con le migliori ditte del mondo. Abbiamo lavorato troppo sodo , io, Gerardo e tutti quanti per arrivare al risultato di oggi: un centro come loro ci prendono in considerazione per il nuovo prodotto! Se vinciamo, diventeremo tutti milionari, forse anche te stessa!>>

      <<Dove vuoi arrivare ?>> chiese la ragazza fissando la linea dell'orizzonte, benché lo sapesse già.

      <<Tu hai ottime idee, hai già attirato cinque clienti dalla nostra parte, di quelli importanti>> proseguì Justin. <<Sei davvero geniale. Ma ti manca l'esperienza, che io e Gerardo abbiamo. Ti manca...non so , i capelli grigi. Ore e ore di durissimo lavoro alle spalle.>>

      <<E non credi che invece ci possiamo completare?Quello che non avete voi ce l'ho io- spirito innovativo, follia della gioventù>> disse lei pensierosa.

      <<Non lo so...forse. Ma so che non ci permettiamo il lusso di rischiare. Ecco Sandy...oggi non sono venuto per mia iniziativa, mi manda Gerardo, siccome sa che noi due già non andiamo molto d'accordo. E dovrei dissuaderti...>>

      <<...dall'accettare la sfida>> continuò lei. Gli gettò un'occhiata molto dura, in cui si leggeva una lotta interiore ma poi le spalle cedettero e Justin seppe che ce l'avrebbe fatta.

      <<Capisci che l'idea di Santo Barbieri e' pura follia: noi due, trascorrere due mesi qui, nella stessa casa? Ci ammazzeremo nelle prime ore e nulla di buono ne sarebbe per la ditta. Avremo sempre idee divergenti. Litigheremo su tutto, dal tipo di cereali della colazione fino al...non so, su tutto. E non e' giusto, nessuno ti vuole fare questo. Sei troppo giovane, carina e sinceramente, ci sembra un incarico troppo grosso per le tue spalle. Gerardo dice...laureati, prima. Gioisci delle cose della tua età: un fidanzato figo, bei vestiti, vacanze esotiche. Secondo lui, la vita comincia davvero solo ai venticinque anni...>>

      <<Così e' stato per te?>> chiese lei all'improvviso. <<Sei arrivato da Touchè' a venticinque anni, e hai messo in marcia tutto...>>

      <<Be' diciamo di sì>> ammise Justin leggermente imbarazzato. <<Il punto e'...capisci? Questa nostra presupposta gara non ha senso, perché se tu non partecipi la ditta potrà ugualmente presentare il suo contributo, e se proprio ci tieni, potrai prendere parte a quel contributo. Potremmo essere una squadra anche senza questa....proposta indecente.>>

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