Una Corte di Ladri . Морган Райс
imparare ad ascoltarmi se vuoi essere la mia apprendista,” disse Siobhan. “Non puoi aspettarti di riuscire ad alzarti così semplicemente dopo tanti cambiamenti nel tuo corpo.”
Kate strinse i denti e aspettò che la sensazione di intontimento passasse. Non ci volle molto. A giudicare dall’espressione anche Siobhan fu sorpresa quando Kate si staccò dal supporto della colonna.
“Non male,” disse. “Ti stai adattando più rapidamente di quanto avrei potuto pensare. Come ti senti?”
Kate scosse la testa. “Non lo so.”
“Allora prenditi il tempo per pensare,” rispose seccamente Siobhan con un cenno di irritazione nella voce. “Voglio un’allieva che pensi al mondo e non semplicemente che reagisca ad esso. Penso che tu sia quella giusta. Vuoi forse darmi prova che ho torto?”
Kate scosse la testa. “Sto… il mondo sembra diverso quando lo guardo.”
“Stai iniziando a vederlo come realmente è, con le correnti di vita,” disse Siobhan. “Ti ci abituerai. Prova a muoverti.”
Kate fece un passo incerto, poi un altro.
“Puoi fare di meglio,” disse Siobhan. “Corri!”
Questo era un po’ troppo simile ai sogni di Kate per esserle agevole, e si trovò a chiedersi quanto di essi avesse visto Siobhan. Aveva detto che lei e Kate erano uguali, ma se erano tanto simili al punto che l’altra donna volesse darle degli insegnamenti, allora forse erano anche tanto simili che Siobhan poteva vedere nei suoi sogni.
In quel momento non c’era tempo di pensarci, perché Kate era troppo occupata a correre. Scattò in mezzo al bosco, i piedi che scivolavano su muschio e fango, foglie cadute e rami spezzati. Fu solo quando vide gli alberi che quasi svanivano che si rese conto di quanto velocemente si stava muovendo.
Kate fece un balzo e improvvisamente si trovò a saltare su uno dei rami più bassi di uno degli alberi vicini a lei, agevolmente come se fosse saltata da una barca al molo. Kate si mise in equilibrio sul ramo, e le parve di sentire ogni alito di vento che lo muoveva prima che potesse spingerla giù. Saltò a terra e, d’impulso, si portò verso un pesante ramo caduto che prima d’ora non avrebbe mai potuto sperare di sollevare. Kate sentì la corteccia ruvida contro la pelle delle sue mani mentre lo afferrava, e lo sollevò agilmente, tenendolo sospeso sopra la propria testa come uno di quegli uomini forzuti alle fiere che di tanto in tanto venivano ad Ashton. Lo lanciò, guardandolo scomparire tra gli alberi e atterrare con un tonfo.
Kate lo udì, e per un momento sentì ogni altro suono attorno a lei nella foresta. Sentì il fruscio delle foglie mentre piccole cose vi si muovevano sotto, il cinguettio degli uccelli tra i rami. Udì il calpestio di piccoli piedi sul terreno, e intuì il punto in cui una lepre sarebbe comparsa, prima ancora che arrivasse. Quella completa panoplia di suoni fu eccessiva all’inizio. Kate dovette mettersi le mani sulle orecchie per isolare il gocciolio dell’acqua dalle foglie, il movimento degli insetti sulla corteccia. Lo arginò come aveva imparato a fare con il suo talento di sentire i pensieri.
Tornò al punto in cui si trovava la fontana cadente, e Siobhan era lì, sorridente e apparentemente un po’ orgogliosa.
“Cosa mi sta succedendo?” chiese Kate.
“Solo quello che hai chiesto,” disse Siobhan. “Volevi la forza per sconfiggere i tuoi nemici.”
“Ma tutto questo…” iniziò Kate. La verità era che non avrebbe mai creduto che le potesse succedere così tanto.
“Ci sono molte forme che la magia può assumere,” disse Siobhan. “Non maledirai i tuoi nemici, né griderai contro di loro a distanza. Non ti appellerai ai fulmini né convocherai gli spiriti degli inquieti defunti. Quelle sono vie percorribili da altri.”
Kate sollevò un sopracciglio. “Ma sono possibili?”
Vide Siobhan scrollare le spalle. “Non ha importanza. Adesso hai la forza della fontana che scorre in te. Sarai più veloce e più forte, i tuoi sensi saranno più affinati. Vedrai cose che la maggior parte della gente non può vedere. Questo combinato con il tuo talento personale ti renderà formidabile. Ti insegnerò a colpire in battaglia o dall’ombra. Ti renderò letale.”
Kate aveva sempre voluto essere forte, ma lo stesso si trovò a sentirsi un po’ spaventata da tutto questo. Siobhan le aveva già detto che ci sarebbe stato un prezzo per tutto ciò, e più sembrava meraviglioso, più lei sospettava che il prezzo sarebbe stato alto. Ripensò a ciò che aveva sognato, e sperò che non si trattasse di un avvertimento.
“Ho visto delle cose,” disse Kate. “Le ho sognate, ma non sembrava tanto un sogno.”
“Come ti sembrava?” le chiese Siobhan.
Kate stava per dire che non lo sapeva, ma colse l’espressione di Siobhan e pensò di agire meglio. “Sembrava vero. Ma spero che non lo sia. Nel mio sogno Ashton stava venendo razziata. Era in fiamme, e la gente veniva massacrata.”
Si aspettava in parte che Siobhan si mettesse a ridere solo per averlo detto, o magari lo sperava. Invece Siobhan le parve pensierosa, e annuì tra sé e sé.
“Me lo sarei dovuto aspettare,” disse la donna. “Le cose si stanno muovendo più rapidamente di quanto pensassi, ma il tempo è una cosa sulla quale non ho alcun potere. Beh, non permanentemente.”
“Sai cosa sta succedendo?” chiese Kate.
Questo fece sorgere un sorriso che non fu in grado di decifrare. “Diciamo semplicemente che mi sto aspettando che dei fatti si verifichino,” rispose Siobhan. “Ci sono cose che ho previsto, e cose che si devono fare in brevissimo tempo.”
“E non mi dirai di cosa si tratta, giusto?” chiese Kate. Cercò di non lasciare trasparire la frustrazione nella sua voce e si concentrò su tutto ciò che aveva guadagnato. Era più forte adesso, e più veloce, quindi doveva avere importanza se non sapeva tutto? Eppure era così.
“Stai già imparando,” rispose Siobhan. “Sapevo che non stavo facendo un errore scegliendoti come apprendista.”
Nel sceglierla? Era stata Kate a cercare la fontana, non una volta, ma due. Era stata lei a chiedere il potere, e sempre lei ad accettare i termini di Siobhan. Non avrebbe permesso alla donna di persuaderla che era accaduto il contrario.
“Sono stata io a venire qui,” disse. “L’ho scelto io.”
Siobhan scrollò le spalle. “Sì, è vero. E ora è il momento che inizi a imparare.”
Kate si guardò attorno. Non era una biblioteca come quella in città. Non era un campo da allenamento con maestri di spada come quello dove il reggimento di Will l’aveva umiliata. Cosa poteva imparare, qui in questo posto selvaggio?
Lo stesso si preparò, portandosi in piedi davanti a Siobhan e aspettando. “Sono pronta. Cosa devo fare?”
Siobhan piegò la testa di lato. “Aspetta.”
Si avvicinò a un punto dove era stato preparato in un buco l’occorrente per un fuoco, pronto ad essere acceso. Siobhan gettò una scintilla su di esso senza curarsi di usare un acciarino, poi sussurrò delle parole che Kate non fu in grado di cogliere mentre il fumo iniziava a salire.
Il fumo iniziò a vorticare e agitarsi, articolandosi in forme mentre Siobhan lo dirigeva come un maestro avrebbe diretto dei musicisti. Il fumo si compattò in una forma che era vagamente umana, dileguandosi alla fine e lasciando qualcosa che sembrava un guerriero di un qualche tempo passato. Teneva in mano una spada che sembrava tremendamente affilata.
Così affilata, che Kate non ebbe il tempo di reagire quando lui gliela conficcò nel cuore.
CAPITOLO TRE
Lasciarono Sofia a penzolare lì per tutta la notte, sostenuta solo dalle funi che avevano usato per la sua punizione al palo. Quella netta immobilità era una tortura quasi quanto la sua schiena lacerata, gli arti brucianti per la