Riassunto Di ”Le 7 Regole Per Avere Successo”. Readtrepreneur Publishing
e ci fornisce una maggiore comprensione sul carattere e la personalità del dottor Covey.
Nell’intervista, troviamo molte notizie interessanti non solo sul libro Le 7 regole per avere successo ma anche sulla vita del suo autore. All’inizio Collins rileva che Stephen Covey non ha inventato le regole che evidenzia nel suo libro.
Le regole sono universali – sono in realtà dei principi, o si potrebbe dire delle leggi naturali che ci sono da tempo immemore. Quello che ha fatto il dottor Covey è stato di spendere tre decenni per sintetizzare questi principi in modo che le persone possano facilmente identificarli e capirli. Lo ha fatto attraverso i suoi studi, nella pratica e con la sua capacità di insegnamento. Non voleva prendersi il credito per loro perché non erano creazioni sue.
Jim Collins ha rilevato quattro fattori che rendono questo un lavoro un classico che durerà a lungo. Il primo è che l’autore ha creato una cornice concettuale per rendere questi principi senza tempo più accessibili per tutti.
Il secondo è che non si è concentrato solamente sulle tecniche – si è concentrato sui principi reali stessi.
Il terzo è che Stephen Covey non si è concentrato su come raggiungere il successo. Ha puntato sulla costruzione del carattere. Questo alla fine ha aiutato il suo pubblico e le persone che lo seguivano a diventare leader migliori mentre diventavano più efficienti nel raggiungimento degli obiettivi individuali.
Infine, il quarto fattore è che Stephen Covey è stato un grande maestro anche se umilmente riconosceva i propri difetti. Nonostante i suoi fallimenti è stato ancora più desideroso di condividere quello che aveva imparato nel corso della sua vita.
Collins crede che la base delle 7 regole sia simile a come la Apple e Microsoft hanno permesso alle masse di controllare la forza dei computer. Ci sono decenni di saggezza accumulata a cui molte persone nel mondo non avevano accesso. Questo libro permette alle persone comuni un accesso a una interfaccia per navigare attraverso la saggezza di parecchi pionieri che hanno tracciato la strada per il successo.
Un’altra cosa incredibile del libro è che non è solo una lezione. Parte dalle vite reali delle persone che hanno messo le regole in atto per testarle e alla fine hanno scoperto che funzionavano veramente.
Collins aggiunge anche alcuni consigli a partire dai suoi lavori. Parla del fatto che nessuna azienda, di qualunque dimensione sia, sopravviverà senza avere un chiaro gruppo di regole per guidarla. Certamente per stimolare il progresso, un’impresa ha bisogno di aggiungere quello che Collins chiama grossi obiettivi audaci. Questa combinazione può aiutare a preparare la strada per il miglioramento all’interno dell’organizzazione e per quello che Covey descrive come un auto rinnovamento.
Collins osserva anche che le regole che trova citate nel libro sono ovvie e osservabili nelle vite delle persone di successo – comprese quelle che appartengono ai circoli più esclusivi.
Per esempio, Collins cita la storia di Bill Gates. È chiaro che non è stato il primo uomo intelligente nel mondo dei computer; ma perché è stato lui a essere in grado di ottenere quello che ha ottenuto oggi? Collins evidenzia il fatto che Gates ha agito al momento giusto. In altre parole, ha praticato la regola della proattività. Proprio quello che Covey evidenzia all’inizio del suo libro.
Quindi come ha usato la proattività Bill Gates? Ha lasciato Harvard e ha fatto squadra con Paul Allen. Non si è trattato solo di essere nel posto giusto al momento giusto. É diventato proattivo quando è arrivato il momento. Questo lo ha separato dal resto del branco.
Collins nella sua prefazione ha usato altre storie reali di altre persone importanti e di successo provenienti da diversi settori industriali per esemplificare come le regole menzionate in questo libro funzionino veramente. Infine, certamente, Covey stesso è stato un esempio. L’uomo può averci lasciato ma ci ha lasciato con qualcosa che durerà a lungo.
Un tributo della famiglia Covey a un padre di successo
I figli di Stephen Covey tributano il loro omaggio all’uomo, non in quanto valente insegnante e professionista quale è stato, ma in quanto padre esemplare e amorevole marito. Chi è stato Stephen Covey all’interno della sua famiglia? Qualche volta ci si domanda se un autore molto noto e pubblicato abbia veramente seguito il percorso giusto nel corso della sua vita.
Nessuno conosce Stephen Covey, l’uomo, meglio dei figli che lui ha cresciuto. Questa è la verità. Tutti i suoi nove figli hanno fornito la propria testimonianza scritta e personale della personalità e del comportamento di Stephen.
Al centro del loro messaggio, i figli di Covey si concentrano su uno dei temi principali che hanno osservato nel corso delle loro vite mentre sono stati allevati dal loro amato padre. Il tema centrale è quello del salvataggio.
Questo omaggio molto personale inizia con un aneddoto. Un giorno, mentre Stephen era a meditare su una spiaggia di un lago nelle vicinanze, udì un grido di aiuto. Riuscì a scorgere un uomo ubriaco che stava per annegare in mezzo al lago.
Stephen, altruisticamente, corse in suo aiuto sulla sua moto d’acqua. Riuscì a salvare l’uomo e a riportarlo sano e salvo alla sua famiglia. Questo incidente rappresentò una vera svolta nella vita di quell’uomo, che non seppe mai realmente chi fu a salvarlo. Più tardi, scopertolo, gli avrebbe reso omaggio.
Questo è solo una delle molte migliaia di persone che Stephen ha toccato attraverso i suoi scritti e i suoi insegnamenti. I suoi figli sottolineano che in tutta la sua vita la sua “missione” (è la parola che scelgono di usare invece di passione) è stata quella di “rilasciare il potenziale umano”.
Certamente metteva in pratica quello che predicava e spesso si dispiaceva per tutte quelle volte che falliva nello scopo della sua vita. Uno dei suoi difetti, come rivelato da figli di Covey, era quello dell’impazienza.
Se c’era un ingorgo che poteva fargli perdere il volo o se doveva aspettare che sua moglie si vestisse, Stephen Covey doveva combattere con l’impazienza e la rabbia conseguente. La buona notizia: era così umile che ammetteva i suoi fallimenti e chiedeva come poteva rimediare.
Lui e sua moglie erano una coppia forte. A volte, Stephen diceva di guardare all’interno per le soluzioni ai problemi e di smettere di incolpare gli altri per gli episodi imprevisti. La loro madre, invece, permetteva loro di incolpare chi pensavano dovesse essere incolpato.
In una parola, Stephen Covey era un uomo umile. Diceva quello che bisognava dire. C’è un altro aspetto della sua personalità – era estroverso. Il suo scopo finale era di condividere e magari salvare vite proprio come quella volta al lago con un uomo che chiedeva aiuto mentre stava affogando.
Prefazione all’edizione del 2004 di Stephen R. Covey
Le sette regole funzionano ancora? Il mondo è passato dall’era industriale all’era dell’informazione con i suoi problemi specifici. Una domanda che è stata posta molto spesso a Stephen Covey è se le 7 regole di cui ha parlato nel libro significhino ancora qualcosa in questa nuova era dei lavoratori della conoscenza.
Le sfide di questa nuova era non sono solo di una grandezza differente. Sono anche nuove e di un tipo completamente diverso. La domanda successiva è sicuramente più sfidante: queste stesse regole saranno ancora applicabili tra dieci o tra cento anni?
Stephen risponde a queste domande prendendo spunto dall’esperienza: se c’è qualche sfida che volete superare o un obiettivo che volete raggiungere, dovete applicare una legge naturale che comprenda quello che cercate.
Se agite in armonia con le leggi naturali (cioè le regole), allora le vostre possibilità di successo aumenteranno. Sfortunatamente le persone al giorno d’oggi non pensano in questo modo (almeno coscientemente), anche se sembrerebbe solo una questione di buon senso.
Le soluzioni che sono basate su un approccio centrato su un principio sono solitamente in disaccordo con gli approcci popolari nel mondo di oggi. Covey cita parecchi esempi, che includono molte delle sfide più comuni che affrontiamo oggi.
Sfide come la paura e la sicurezza, il desiderio di una gratificazione immediata,