Invecchiato per il Caos. Фиона Грейс
Sembrava che, dalla fine dell'estate, quando si erano lasciati andare ad alcuni momenti gloriosi di flirt e persino ad una gita in giornata a Pisa, la vita di Marcello fosse diventata sempre più frenetica. Aveva immaginato che l'inverno sarebbe stato un periodo più tranquillo per lui, invece non sembrava così.
Aveva sperato di potersi trattenere con lui a chiacchierare la sera, vicino al fuoco che bruciava nell'atrio della sala degustazioni nei giorni freddi. Aveva sognato anche qualcosa di più!
Naturalmente, anche lei era stata molto più impegnata del previsto. Oltre alla sua avventura nel campo della produzione di vino, il suo lavoro sul marketing dell'azienda vinicola aveva significato passare ore nell'ufficio in fondo al magazzino, lontana da tutti e con l'unica compagnia del suo computer portatile.
Marcello la vide e le sorrise, con i denti bianchi che risaltavano sul suo viso abbronzato e gli occhi azzurri calorosi.
A Olivia sembrò contento, ma anche imbarazzato, come se anche lui si rendesse conto che tra loro c'erano questioni che erano state trascurate.
"Olivia, è bello vederti. Nadia mi ha telefonato. Ha detto che hai creato un rosato che sarà un'aggiunta unica e vincente alla nostra offerta. Sono così orgoglioso di te.”
E pensare che soltanto il giorno prima era stata impegnata a scrivergli un messaggio di scuse, credendo di essere in guai seri. Olivia si sentiva stordita per come era cambiata la sua situazione.
"Grazie. Sono contenta che sia venuto bene, anche se è stata la fortuna del principiante.”
Aggiunse un pizzico di civetteria alle sue parole. Dopotutto, se era riuscita ad andare oltre i suoi sogni più sfrenati in un aspetto della sua vita, forse poteva riuscirci anche in un altro!
"Niente affatto. È merito della tua bravura,” rimarcò Marcello. “Non sottovalutare il tuo talento. Sono orgoglioso che avremo un nuovo vino così delizioso da offrire al nostro grande critico, quando arriverà.”
Olivia sentì lo stomaco stringersi al pensiero. Volendo trovare un argomento meno spaventoso, Olivia parlò in fretta.
"Hai finito di lavorare, per oggi? Hai programmi per la serata?"
Appena quelle parole le uscirono di bocca, Olivia desiderò potersele rimangiare, perché era sembrata fin troppo sfacciata. Praticamente aveva chiesto a Marcello se era libero quella sera. Non era proprio il caso. Olivia aveva deciso ormai da mesi che, se dovevano esserci risvolti romantici tra loro, la prima mossa dovesse farla il suo bellissimo capo. Non poteva essere lei a buttarsi, perché la posta in gioco era troppo alta. Se le cose fossero andate male, avrebbe potuto mettere a repentaglio il suo lavoro e il suo futuro nella cantina.
"Stasera ho una videoconferenza con un fornitore negli Stati Uniti.” disse Marcello sollevando un sopracciglio. "Il nuovo rosato sarà una notizia esaltante per la nostra discussione.”
Delusa, Olivia forzò un sorriso cortese. Non era quello che sperava sentirsi dire.
Poi però Marcello parlò di nuovo, questa volta in tono più civettuolo.
"A parte quello, mi gusterò un bicchiere di vino rosso e mi farò un piatto di pasta. Per stasera ho in programma un ragù al cinghiale. È un piatto tradizionale toscano delizioso, preparato con del cinghiale che attualmente è nel magazzino della macelleria del paese.”
"Cinghiale?" Chiese Olivia.
Marcello annuì. "Il cinghiale si riproduce in maniera prolifica, perciò ogni anno i cacciatori con licenza abbattono un numero limitato di esemplari in questa regione. In questo modo, vengono preservate le condizioni di vita dei branchi che vivono nei boschi, e i cinghiali non sono costretti a razziare i vigneti o le fattorie in cerca di cibo, cosa che ovviamente potrebbe essere pericolosa.”
"Davvero?” fece Olivia, affascinata. Cinghiali che vivevano nel bosco? Non lo sapeva!
"Preparo questo gustoso piatto nei mesi più freddi, quando la carne è di stagione. Sento che sono vicino al perfezionamento della ricetta. La prossima volta, magari, posso invitarti a provarla.”
A Olivia girava la testa. Era un invito. Cioè, non un invito diretto, ma almeno era un progresso.
"Mi piacerebbe molto,” rispose. "La mia cucina è piuttosto semplice, ma credo che il mio più grande successo finora sia lo stufato di pappa al pomodoro, a base di pane avanzato, fagioli e pomodori. Quando sarò riuscita a prepararlo bene, vorrei avere la tua opinione.”
"Ti prendo in parola,” promise Marcello. Fece un respiro profondo. "E nel frattempo…"
Il cuore di Olivia le balzò nel petto. C'era del potenziale nel modo in cui aveva pronunciato quelle parole. Si sentì fremere di eccitazione in previsione di quello che sarebbe potuto succedere.
Poi il telefono di Marcello squillò.
Con un cenno di scuse, controllò chi fosse prima di rispondere e si avviò rapidamente verso il suo ufficio.
Olivia sospirò delusa.
Erano stati a un passo dal mettersi d'accordo per un appuntamento. Ne era certa. E ora Marcello era stato distratto di nuovo, chissà per quanto tempo. Tutto ciò era straordinariamente frustrante, e Olivia cominciava a chiedersi se la loro storia d'amore in procinto di sbocciare sarebbe rimasta per sempre in stallo.
Con un sospiro frustrato, si voltò e si avviò lungo il vialetto, sentendo un familiare scalpiccio di zoccoli quando Erba si unì a lei.
Marcello non frequentava nessun'altra, concluse Olivia. Se lo era domandata in ansia molte volte nelle ultime settimane, ma aveva stabilito che non doveva essere così. Marcello era impegnato con il lavoro, che dal punto di vista finanziario era limitato, per via della recente espansione. Inoltre, Olivia intuì che aveva timore di rimanere coinvolto di nuovo in una relazione, soprattutto con una dipendente.
Dopo Gabriella, non poteva biasimarlo, pensò Olivia con risentimento.
Con sua grande sorpresa, quando arrivarono a casa, Erba non andò dritta nel fienile come faceva di solito, per aspettare il suo spuntino a base di erba medica dopo la passeggiata. Trotterellò invece fino all'enorme entrata, sbirciò all'interno, poi si allontanò dallo spazio buio, come se si fosse spaventata, e tornò saltellando verso Olivia.
"Che succede?" chiese alla capra, perplessa.
Poi gli occhi di Olivia si spalancarono quando sentì un rumore raschiante e dei tonfi provenire dall'interno del fienile.
Deglutì con forza.
C'era qualcuno, o qualcosa, lì dentro, ed Erba l'aveva percepito.
Olivia si avvicinò con cautela, ricordando quello che Marcello aveva detto a proposito dei cinghiali. E se uno di quegli animali aggressivi si fosse avventurato fuori dal bosco e si fosse trasferito nel suo futuro stabilimento di vinificazione?
Olivia cominciò a dubitare che andare a controllare fosse una decisione saggia. Poteva essere pericoloso.
Decise che, come minimo, dovese procurarsi avere un'arma. Per fortuna, la pala che aveva usato qualche giorno prima per piantare dei bulbi era ancora appoggiata al muro. Le sue abitudini disordinate si stavano dimostrando una benedizione, per una volta.
Olivia prese la pala e la brandì a due mani, come una mazza da baseball.
Mentre la sollevava in aria per testare la presa, una zolla di terra che era rimasta attaccata alla lama le cadde in testa.
"Dannazione,” mormorò Olivia, mentre il terriccio le scendeva sul viso. Ne aveva una bella quantità tra i capelli. Aveva sperato di passare una serata tranquilla. A quest'ora avrebbe già dato da mangiare a Erba e avrebbe dovuto iniziare a preparare la cena. Invece eccola qui, a farsi una doccia di terra mentre cercava di difendersi da un pericolo sconosciuto.
Olivia scrollò via la terra, sentendola sparpagliarsi sulle spalle mentre si avvicinava di soppiatto al fienile.
Si fermò all'entrata. Il rumore di raschiamento si era interrotto. Era un bene o un male? Non lo sapeva.
Improvvisamente, Olivia non riuscì più a sopportare la tensione. Si lanciò oltre la soglia, brandendo la pala sopra la testa e gridando: "Vieni fuori!"
Poi