L'alcòva d'acciaio: Romanzo vissuto. F. T. Marinetti

L'alcòva d'acciaio: Romanzo vissuto - F. T. Marinetti


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       F. T. Marinetti

      L'alcòva d'acciaio: Romanzo vissuto

      Pubblicato da Good Press, 2020

       [email protected]

      EAN 4064066072087

       I. L’OFFENSIVA DELL’AMORE

       II. LA DAMA AL BALCONE E LE SERENATE MASSACRATE

       III. LA BATTAGLIA CHIMICA E GLI ALONI AZZURRI

       IV. UNA DONNA-PREMIO

       V. IL PAZZO

       VI. UN’ESPOSIZIONE FUTURISTA NAVALE

       VII. LA 74

       VIII. GLI EQUIPAGGI DELLA LUNA SBARCANO A RAPALLO

       IX. IL DEPOSITO FA SCHIFO

       X. VITA DA COW-BOYS

       XI. LA MARCHESA CASATI E I BALLI FUTURISTI

       XII. UNA FESTA NAPOLEONICA

       XIII. I VELENI DEL GOLFO

       XIV. UNA FESTA PETROLINIANA

       XV. CAVALLERIA MEDIOEVALE E BLINDATE FUTURISTE

       XVI. LE VILLE NOSTALGICHE

       XVII. DUELLO FRA CAVIGLIA E LA PIOGGIA

       XVIII. LA VITTORIA

       XIX. LA VILLA DEVASTATA

       XX. LE FORZE DELLA GIOIA, DELLA PIETÀ E DELLA VENDETTA

       XXI. LAVAMI! LAVAMI, O AMORE!

       XXII. FIUMI, CAMPANE, DONNE E MITRAGLIATRICI INNAMORATE

       XXIII. MASSAGGIO DEL CORPO DIVINO DELL’ITALIA

       XXIV. UN PARTO IN BLINDATA

       XXV. UN ESERCITO IN TRAPPOLA

       XXVI. PAGIOLIN, COLOMBO VIAGGIATORE

       XXVII. UN’ISOLA PROFUMATA NEL FIUME PUZZOLENTE.

       XXVIII. LA PIU’ BELLA NOTTE D’AMORE

       XXIX. A MENSA COL VINTO FRA I ROTTAMI DELL’IMPERO AUSTRO-UNGARICO

       L’OFFENSIVA DELL’AMORE

       Indice

      La sera del primo giugno 1918 nella baracca dei bombardieri piantata spavaldamente a sghimbescio sopra una cresta montana di Val d’Astico, si mangiava e beveva allegramente. Le lunghe lunghe forchette rosse del tramonto s’intrecciavano con le nostre, arrotolando gli spaghetti sanguigni e fumanti. Una ventina di ufficiali, tenenti, capitani, colonnello Squilloni giocondo e pettoruto a capo-tavola. Fame da bombardieri dopo una giornata di lavoro duro. Silenzio religioso di bocche che masticano preghiere succolente. Teste chine sui piatti. Ma i più giovani non amano le pause, e vogliono ridere, agire. Sanno la mia fantasia feconda in beffe e mi eccitano con occhiate. C’è troppo silenzio a tavola, e il buon dottore è troppo gravemente assorto nel rito della pasta asciutta.

      Con quattro bocconi io placo il mio stomaco poi mi alzo e brandendo una forchettata di spaghetti, dico ad alta voce:

      —Per non impantanare la nostra sensibilità, spostamento di due posti a destra, march!

      Poi tirando su alla meglio piatti, bicchiere, pane, coltello, spingo brutalmente il mio compagno di destra, che a malincuore cede, tira su tutto anche lui e spinge a destra. I giovani, pronti, eseguiscono l’esercizio, ma il dottore sbuffa, brontola, grida. Lo sollevano di peso. Il piatto di maccheroni gli si rovescia sulla giubba. Crollo di bicchieri Inondazione di vino. Risate, urli, schiamazzo. Tutti spingono il dottore, lo pigiano come l’uva. Schizzano le sue urla.

      Dominando il tumulto, io comando:

      —Spostamento riuscito! Tutti seduti! Ma guai, guai a chi lascia ancora impantanare la propria sensibilità!... E tu, caro dottore, non dimenticare che la più alta e preziosa delle virtù è l’elasticità. Come potresti, senza elasticità, curare un bubbone, un callo, una sifilide, una otite, o il rammollimento di certi superiori? Con elasticità, abbiamo abbandonato il Carso dopo Caporetto, abbiamo riso mentre il cuore piangeva nella ritirata. Come potremmo, senza elasticità, schiacciare il passatismo austro-ungarico, rinnovare integralmente l’Italia dopo la vittoria? T’impongo, caro dottore, d’interrompere con elasticità futurista la tua spanciata passatista!

      Tutti ridono. Il dottore mi guarda spaventato. Minacciandolo burlescamente, impongo:

      —Per non impantanare la nostra sensibilità, piatti e bicchieri nelle mani! Giro totale della tavola, in corteo!

      Il frastuono diventa infernale. Urti, scossoni, «Basta!» «Finiamola!» pugni, capitomboli, «Accidenti!». Vortice rullio e beccheggio. Ma i giovani sono tenaci e con forza imprimono alla ressa un giro tumultuoso intorno alla tavola. Piace molto al colonnello il gioco bizzarro. Soltanto il dottore non si diverte. Dov’è, il dottore? Dov’è? Tutti lo cercano. E’ fuggito sulla terrazza col suo piatto di pasta asciutta.

      Fuori, fuori all’assalto! e si finisce il pranzo alla rinfusa, sbandati, con grande scrosciar di risate nella risata fulva del Tramonto, tutto nuvole di cristallo incandescente, bottiglie


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