Il Comento alla Divina Commedia, e gli altri scritti intorno a Dante, vol. 2. Giovanni Boccaccio

Il Comento alla Divina Commedia, e gli altri scritti intorno a Dante, vol. 2 - Giovanni Boccaccio


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questo, maladisse Cam. Ed essendo vivuto novecentocinquanta anni nella grazia di Dio, passò di questa vita.

      «Di Moisé, legista ed ubbidiente». Moisé nacque in Egitto; ed essendo stato per lo re dʼEgitto comandato che tutti i figliuoli degli ebrei maschi fossero uccisi, e le femmine servate, avvenne che, percioché bello figliuolo era paruto alla madre, non lʼuccise, ma servollo tre mesi occultamente; ma poi, non potendolo piú occultare, fatto un picciolo vasello di giunchi e quello imbiutato di bitume, sí che passarvi lʼacqua dentro non poteva, il mise nel fiume; e lʼacqua menandolo giú, la sorella di lui seguitava il vasello per vedere che divenisse. Ed essendo per ventura la figliuola di Faraone con le sue femmine discesa al fiume per bagnarsi, vide questo vasello, e, fattolo prendere ad una delle sue femmine, lʼaperse, e, trovatovi dentro il picciol fanciullo che piangea, disse: – Questi dee essere deʼ figliuoli delle ebree. – Allora la fanciulla, che il vasello seguiva, disse: – Madonna, vuogli che io vada e truovi una ebrea che il balisca? – A cui la donna disse: – Vaʼ. – Ed ella andò e menò la madre medesima, la quale, come cresciuto lʼebbe, il rendé alla donna, la quale il nominò Moisé, quasi «tratto dallʼacqua», e a modo che figliuolo se lʼadottò. Moisé crebbe, ed avendo un egizio, perciochʼegli batteva un ebreo, ucciso, temendo del re, se nʼandò in Madian, e quivi coʼ sacerdoti di Madian si mise a stare, e prese per moglie una fanciulla chiamata Sefora: e dopo alcun tempo, secondo il piacer di Dio, venne davanti a Faraone, e comandògli che liberasse il popolo dʼIsrael della servitudine, nella quale il tenea. La qual cosa non volendo far Faraone, piú segni, secondo il comandamento di Dio, gli mostrò: ed ultimamente, comandato agli ebrei che quelle cose, che accattar potessero dagli egizi, eʼ prendessero e seguitasserlo, ché egli gli menerebbe nella terra di promissione: il che fatto, e con loro messosi in via, e pervenuti al mare Rosso, quello percosse con la sua verga in dodici parti, sí come gli ebrei erano dodici tribi, ed in tante sʼaperse subitamente il mare, per le quali gli ebrei passarono salvamente, e gli egizi, che dietro a loro seguitandogli per quelle vie medesime si misero, rinchiuso, come passati furono gli ebrei, il mare, tutti annegarono. Guidò adunque Moisé costoro per lo diserto, e, per le sue orazioni, di manna furono nutricati in esso, e piovvero loro dal cielo coturnici; e percossa da Moisé con la verga una pietra, subitamente nʼuscí per divino miracolo un fiume dʼacqua di soavissimo sapore, del quale gli ebrei saziaron la sete loro; e, oltre a questo, esso ordinò loro il tabernacolo, nel quale dovessero sacrificare a Dio; ordinò i sacerdoti e li loro vestimenti, e similemente le vittime e gli olocausti; e diede loro i giudici, a udire e determinare le loro quistioni; e, oltre a ciò, salito in sul monte Sinai, e quivi dimorato in digiuni e penitenza quaranta dí, ebbe da Dio due tavole, nelle quali erano scritti i comandamenti della legge, la quale esso, disceso del monte, diede al popolo: e però il soprannomina lʼautore «legista». Alfine, dopo molte fatiche, morí nella terra di Moab, essendo dʼetá di centoventi anni, e fu seppellito nella valle della terra di Moab di contra a Segor: né fu alcuno che conoscesse il luogo della sua sepoltura.

      «Abraam patriarca». Abraam fu figliuolo di Tara, e nacque in Ur cittá deʼ caldei, lʼanno quarantatré del regno di Nino, re dʼAssiria. Questi, per comandamento di Dio, insieme con Sara, sua moglie, venne in Canaan, e qui, essendo giá dʼetá di novantanove anni, avendo prima dʼAgar, serva egizia, avuto Ismael, generò in Sara giá vecchia, come annunziato gli fu dai tre li quali gli apparvero nella valle di Mambre, un figliuolo, il quale chiamò Isaac. E, avendogli comandato Iddio che gli facesse sacrificio del detto Isaac, con lui insieme, portando esso un fascio di legne in collo, e Abraam il fuoco e ʼl coltello in mano, nʼandò sopra una montagna, e quivi, essendo per uccidere il figliuolo, per immolarlo secondo il comandamento dʼIddio, gli fu preso il braccio, e mostratogli un montone, il quale in una macchia di pruni era, ritenuto da quegli per le corna: come Iddio volle, veduto la sua obbedienza, lasciato il figliuolo, sacrificò il montone. Costui fu quegli che, vinti i re di Sogdoma, e riscosso Lot suo nipote, primieramente offerse per sacrificio pane e vino a Melchisedech, re e sacerdote di Salem; a costui fece Iddio la promessione di dare aʼ suoi discendenti la terra abbondante di latte e di miele. Il quale, essendo giá dʼetá di centosettantacinque anni, morí, e fu daʼ figliuoli seppellito nel campo dʼEfron deʼ figliuoli di Soar Itteo della regione di Mambre, il quale avea comperato in quello uso, quando morí Sara, sua moglie, daʼ figliuoli di Het. È costui chiamato «patriarca», da «pater», che in latino viene a dir «padre», e «arcos», che viene a dire «principe»: e cosí resulta «principe deʼ padri».

      «E David re». Questi fu figliuolo di Iesse della tribú di Giuda; e levato giovane da guardare le pecore del padre, percioché ammaestrato era di sonare la cetera, venne al servigio di Saul re, il quale esso col suo suono alquanto mitigava dalla noia che il dimonio alcuna volta gli dava; ed essendo giovanetto andò a combattere con Golia filisteo, il quale aveva statura di gigante, e lui con la fionda, la quale ottimamente sapea adoperare, e con alquante pietre uccise: ondʼegli meritò la grazia del popolo, ed ebbe Micol, figliuola di Saul, per moglie. Racquistò lʼarca foederis, la quale al popolo dʼIsrael era stata per forza di guerra tolta; e fu valoroso uomo in guerra, e lunga persecuzione patí da Saul, al quale per invidia era venuto in odio; ultimamente, essendo daʼ filistei stato sconfitto Saul eʼ figliuoli in Gelboè, e quivi se medesimo avendo ucciso, fu in suo luogo coronato re. E nelle sue opere fu grato a Dio; e, avuti di piú femmine figliuoli, e invecchiato molto, si morí e lasciò in suo luogo re Salomone, suo figliuolo.

      «E Israel», cioè Iacob, il quale fu figliuolo di Isaac: ed essendo prima del ventre della madre uscito Esaú, e per quello appartenendosi a lui le primogeniture, quelle acquistò con una scodella di lenti, la quale gli donò, tornando esso affamato da cacciare. E tornandosi esso di Mesopotamia, dove, dopo la morte dʼIsaac, per paura dʼEsaú fuggito sʼera, sí come nel Genesi si legge, tutta una notte fece con un uomo da lui non conosciuto alle braccia; e, non potendo da quellʼuomo esser vinto, venendo lʼaurora, disse quellʼuomo: – Lasciami. – Al qual Giacob rispose di non lasciarlo, se da lui benedetto non fosse; il quale colui domandò come era il nome suo, a cui esso rispose: – Io son chiamato Iacob. – E quellʼuomo disse: – Non fia cosí: il tuo nome sará Israel, percioché, se tu seʼ forte contro Dio, pensa quello che tu potrai contro agli altri uomini. – E, toccatogli il nervo dellʼanca, gliele indebolí in sí fatta maniera, che sempre poi andò sciancato: per questa cagione i giudei non mangiano di nervo.

      «Col padre», cioè Isaac, il quale fu figliuolo dʼAbraam, «e coʼ suoi nati», cioè di Iacob, li quali furono dodici, acquistati di quattro femmine: e daʼ quali li dodici tribi dʼIsrael ebbero origine, e ciascuna fu dinominata da uno di questi dodici, cioè da quello dal quale aveva origine tratta.

      «E con Rachele, per cui tanto feʼ». Iacob, il quale avendo per li consigli di Rebecca, sua madre, ricevute tutte le benedizioni da Isaac, suo padre, le quali Esaú, quantunque per una minestra di lenti vendute gli avesse, come di sopra è detto, diceva che a lui appartenevano, sí come a primogenito, per paura di lui se nʼandò in Mesopotamia a Laban, fratello di Rebecca, sua madre. Il quale Laban avea due figliuole, Lia e Rachel: e piacendogli Rachel, si convenne con Laban di servirlo sette anni, ed esso, in luogo di guiderdone, fatto il servigio, gli dovesse dare per moglie Rachel: e, avendo sette anni servito, ed essendo celebrate le nozze, nelle quali credeva Rachel essergli data, la mattina seguente trovò che gli era stata da Laban, messa la notte preterita nel letto, in luogo di Rachel, Lia, la quale era cispa. Di che dolendosi al suocero, gli fu risposto che lʼusanza della contrada non pativa che la piú giovane si maritasse prima che colei che di piú etá fosse; ma, se servire il volesse, gli darebbe, in capo del tempo, similemente Rachel. Di che convenutisi insieme che esso servisse altri sette anni, come serviti gli ebbe, gli fu da Laban conceduta Rachel. E questo è quello che lʼautore intende, quando dice: «Rachele, per cui tanto feʼ», cioè tanto tempo serví.

      Fu questo Iacob buono uomo nel cospetto di Dio. E per fame fu costretto egli eʼ figliuoli eʼ nipoti di partirsi del paese di Cananea e dʼandarne in Egitto; lá dove Iosef, suo figliuolo, il quale esso per inganno degli altri figliuoli lungo tempo davanti credeva morto, era prefetto deʼ granai di Faraone; e quivi onoratamente ricevuto, giá vecchio dʼetá di cento dieci anni, morí. E fu il corpo suo con odorifere spezie seppellito in Egitto, avendo egli avanti la morte scongiurati i figliuoli che, quando da Dio vicitati fossero e nella terra di promissione tornassero, seco di quindi lʼossa sue ne portassero.

      «E


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