Acquazzoni in montagna: Commedia in due atti. Giacosa Giuseppe
a piume e fiori secchi, e la faccia poi, la faccia fa ribrezzo! Le labbra grosse, violacee, rotte; gli occhi che non sanno più guardare; il naso gonfio; la pelle, dove rimane, arsa, nera rossa, gialla, screpolata; le mani inerti. Si buttano sul sofà, parlano forte, ridono più forte, fumano più forte, bevono più forte e poi a letto; e il mattino alle due, ton, ton; la casa è di legno… un baccano! Vi svegliate di sussulto… che cos'è? Rovina il tetto?.. Sono quei signori che partono. – C'è da ammalarsi, c'è da ammalarsi!
Come si sente la donna che soffre!
Arrivano sfigurati a quel modo?
Già, il ghiacciaio…
Ah il ghiacciaio riduce…?
Tu che volevi…
Ah! il mio buon mare!
E malgrado ciò mi rincresce partire.
Brava! ecco… il mare! Non ho mai capito che ci sia nel mare.
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