Storia della decadenza e rovina dell'impero romano, volume 8. Edward Gibbon
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Ελιπετο γαρ οιμαι, αυτοις υπο αβελτελτεριας τας ασπιδας τυχον και τα κρανη αμφορεως οινου βαρβιτου αποδοσθαι. «Rimanea solo, io penso, alla loro stoltezza, il contrattare scudi e cimieri con fiaschi di vino, e con chitarre». (Agatia, l. II p. 48) Nella prima scena del Riccardo III, Shakespeare ha bellamente amplificato questa idea di cui probabilmente non andava obbligato all'istorico Bizantino.
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Il Maffei ha provato (Verona illustrata, P. I l. X p. 257, 289), contro l'opinione comune, che i Duchi d'Italia furono instituiti avanti la conquista dei Lombardi dallo stesso Narsete. Nella Sanzione Prammatica (n. 23), Giustiniano ristringe gli
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Vedi Paolo Diacono, l. III c. 2 p. 776. Menandro (
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La Sanzione Prammatica di Giustiniano, la quale stabilisce e regola lo stato civile dell'Italia, è composta di 27 articoli: e porta la data de' 15 agosto anno 554. Essa è indirizzata a Narsete, V. J.
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Un numero più grande ancora perì di fame nelle province meridionali, senza comprendervi (εκτος) il golfo Jonico. Le ghiande tenevano il luogo del pane. Procopio ha veduto un orfanello abbandonato, cui una capra allattava. Diciassette passaggieri furono alloggiati, trucidati e mangiati da due donne, le quali un diciottesimo viaggiatore discoperse ed uccise, ec.
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Forse quindici o sedici milioni. Procopio (Aneddoti, c. 18) fa il conto che l'Affrica perdè cinque milioni, che l'Italia era tre volte più estesa, e che la spopolazione fu proporzionatamente più grande. Ma questi computi sono esagerati dalla passione, ed annebbiati dall'incertezza.