Viaggio pel lago di Como. Giovio Giambatista

Viaggio pel lago di Como - Giovio Giambatista


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Finanze baron di Lottinger. Da una colonnetta ivi spuntante a fior d'acqua si determina da quel lato il confine della pescagione riservata al possessore di Grumello. È sul tappeto che il calle angusto dall'Olmo a Tavernola s'abbia da formare in agevole strada larga per braccia dieci23. L'amenità allora di tutta quella piaggia crescerà a dismisura, e forse alle falde dell'Olimpino cresceranno più ville che si specchino nel Lario. Nè l'opera viene consigliata soltanto dall'amenità, perciocchè su quella via, non senza esempio di sventure, si traggono le farine alla città sulle schiene de' muli, le quali allora verrebbonvi sulle carra, come pure i fieni che si falciano moltissimi nel piano della Bregia, e debbono ora con lungo giro guidarsi intorno al giogo dell'Olimpino per guadagnare con fatica retrograda l'altra strada, che a Como mette ed agli Svizzeri.

      Ma da Tavernola per ire a Cernobio la via Regina discostasi assai dai lidi del Lario, e per vigneti e campi e praterie inoltrasi in quella grande piaggiata, che forse ne' secoli scorsi formossi tutta colle inondazioni del fiumicello Bregia, il quale non di rado poi romoreggia strabocchevole torrente; e va crescendo ognora il lido con sassi e ghiaje al suo sbocco. Alle di lui foci nell'autunno si prendono nobili trote, le quali amano di guizzare a ritroso sui sassi per deporvi le uova. Una gran parte delle perenni acque della Bregia è divertita all'uso de' mulini. Giace al di là di quelle, dentro un seno lunato, Cernobio, cui forse venne il nome dal vocabol latino Cœnobium. Eravi infatti un tempo un munistero di Cluniacesi, e poi vi succedette un convento di religiose, che da Giuseppe II insieme con tante altre vennero soppresse. Ma quella terra già prima di Pretore ornata, e de' suoi particolari statuti, fu distrutta e saccheggiata da Vincenzo Vegio, speditovi da Filippo Visconti duca di Milano; perciocchè i di lei abitanti aveano liberati a forza in Bellagio i debitori della camera fiscale. Ora ella è il soggiorno di piloti celebri e di esperti pescatori, nè scarseggia d'ameni casini, fra' quali vuole ricordarsi quello del marchese Tiberio Crivelli, dei Sala, del fu chiaro e pio poeta canonico Rezzano, e dei Clerici notaj e conti palatini. Pretendono alcuni che l'acqua della Colletta spicciante nel prossimo colle sia molto salubre, ma finora v'è controversia sulla di lei analisi. Dietro a Cernobio sorge con altissima vetta il Bisbino, sulla cui cima sta un tempio a Maria Vergine che dal popolo divoto frequentasi. È incredibile l'orizzonte che da quel cucuzzol discopresi, e qualora gli si aggirino dintorno le nebbie, se ne trae presagio in Como di pioggia imminente, onde avvi il proverbio

      Vanne a prendere il mantello,

      Che il Bisbino ha il suo cappello.

      Sulle falde di questa montagna ampia si veggon le terre di Piazza e Rovenna patria del celebre pittore Angiol Michele Colonna. Vi si raccoglie frumento di grani sì belli e grossi, che volontieri cuocesi in minestra alla foggia del farro e dell'orzo. A pochi passi da Rovenna avvi una caverna detta il Pertugio della Volpe, e malgrado il difficile ingresso vi si mise dentro il dottor fisico Onorato Solari. Trovolla estendersi per 900 piedi parigini, e n'estrasse lunghi pezzi d'alabastro assai bello.

      All'escir primo da Cernobio s'incontra il torrente Garro, presso cui intorno al 1568 il Cardinal Tolomeo Gallio cominciò il nobil palagio, che appellasi Garrovo, e spetta ora al marchese Calderara24. Volontieri v'approderà il viaggiatore, nè ommetterà di scorrere il viale, che sale sul monte, ed ha quinci e quindi due rivoli, che per centinaia di conche fluiscono scarpellate nel granito.

      Prossimo gli sta Pizzo villa dei conti Mugiasca, i cui maggiori forzarono il dorso del monte a prestar loro ameni giardini di sol pieni e d'agrumi; poi curvandosi in circolo le rupi e la via regina si scopre Moltrasio, ove il conte Andrea Passalacqua costrusse non ha guari abitazion vasta e giardini a gran piani scendenti al lago più magnifici ancora. Ivi presso il baron Durini conservasi un Museo d'uccelli vivi, singolarissima cosa, e vi s'ode lo stridor minaccioso dell'aquila e il pianto armonico dell'usignuolo.

      Nel petroso fianco del monte si cavan ivi le tegole pei tetti, e le caverne praticatevi e l'esperienza maestra ne fecero edificare celle parecchie per conservare il vino eccellenti, onde senza le cure, che usavano tante i Romani, possiamo bervi annosi liquori e sfidarli quasi nel lusso di quelle cene, per cui spillavano botti che ricevute aveano le uve pigiate sotto Consol remoto.

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      La guerra de' Milanesi e de' Comaschi fu rozzamente descritta in un poema latino dal contemporaneo Anonimo Cumano, che vuolsi dell'illustre casa Raimondi; e l'eccidio di Como fu nobilmente cantato dal Conte Carlo Castone della Torre di Rezzonico in un poemetto italiano stampato nel tom. II, p. 135 delle di lui opere.

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      Nella fortezza di Baradello morì miseramente ne

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La guerra de' Milanesi e de' Comaschi fu rozzamente descritta in un poema latino dal contemporaneo Anonimo Cumano, che vuolsi dell'illustre casa Raimondi; e l'eccidio di Como fu nobilmente cantato dal Conte Carlo Castone della Torre di Rezzonico in un poemetto italiano stampato nel tom. II, p. 135 delle di lui opere.

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Nella fortezza di Baradello morì miseramente nell'anno 1278 Napo Torriani, fattovi rinchiudere da Otton Visconti in una gabbia di travi. La morte di Napo somministrò l'argomento d'una tragedia al sig. Giovanni Battista Nasi attual R. I. Direttore delle Poste in Como, Pastor Arcade, e Socio di varie accademie. Al sig. Nasi non si può negare facil vena in poesia.

3

I Veronesi sforzansi di contrastare a' Comaschi la pertinenza di Plinio Seniore; ma iscorge affatto vani i loro sforzi chiunque voglia appena consultare le Pliniane disquisizioni del Conte Anton Gioseffo Rezzonico. La pubblica opinione però rese giustizia a Como, e questo Plinio leggesi Comasco nelle tavole cronologiche inserite nel Compendio di Geografia Universale del Guthrie.

4

Vedesi la morte di Plinio dipinta sul sipario del nuovo Teatro di Como. Per altro Plinio su d'un sipario, ed un sipario rappresentante una morte le sono cose, che a molti non sanno troppo quadrare.

5

Sono già otto secoli che l'illustre Casato dei Giovj gode singolari diritti e distinzioni. Federico Barbarossa gli concesse di portar nello stemma l'Aquila Romana; Carlo Quinto Imperadore vi aggiunse le colonne d'Ercole; e Leon X. gli accordò d'inserirvi l'arme Medicee.

6

A Martignoni fece l'elogio il sig. Luigi Catenazzi. Dalla maniera ond'è scritto quest'elogio, si riconosce agevolmente in Catenazzi il professore del bel dire.

7

Alcuni portano opinione che le dette colonne non sieno altrimenti di marmo greco, ma bensì di marmo delle montagne del Lario.

8

È da notarsi l'enorme inesattezza del Nuovo Dizionario Geografico, stampato da Giovanni Bernardoni, Milano 1813, ove alla voce Como restringesi la popolazione di questa Città a 7278 abitanti.

9

Bened. Jovii. Hist. Patr. p. 206. = Portus, qui nunc habetur, haud ita non multo ante tam frequens erat, sed alius portus fuit, qui modo Episcopatus appellatur, anno Domini XXV. supra M. et CC. conditus, qui, quia aucto lacu semiobrutus esset, alium construxere. Ad hunc autem


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<p>23</p>

Vedi la nota 1 alla pag. 12. L'Editore.

<p>24</p>

Presentemente la Villa d'Este di S. A. R. la Principessa di Galles. L'Editore.