Giardino di Ricreatione. John Florio
e guardati da debiti vecchij.
Chi l'inbrocca, e chi no.
Chi tosto viene, tosto se ne và.
Catene catene, che le funi non bastano.
Chi si loda s'imbroda.
Con l'arte, cresce la inuidia.
Cauar denti di serrature.
Chi non può pigliar' vccelli, mangi la ciuetta.
Comprar lucciole, per panegli.
Chi amazza gatti e cani, non fa mai bene.
Chi dice il vero, non s'affatica.
Con femina matta, nissuno s'impacci.
Cauaglier senza entrata è muro senza croce da tutti scompisciato.
Che hanno da far le muse con la guerra?
Chi non può hauer ricolta, vadi a spigolare.
Col tempo e col morso si doman' i caualli.
Che mi importa che sia o stuoia o tapeto.
Che mi fa ch'Vlisse habbi piu anni di Patroclo.
Chi non le fa in giouentù, le fa in vecchiezza.
Caualcar la capra inuerso il chino.
Conscienza di lupo.
Consiglio di disfatto.
Consiglio senza danno.
Chi tosto cresce, tosto manca.
Chi si taglia il naso, s'imbratta il volto.
Che? faresti mai fra Fario compar di Puglia?
Coppa da Piouano.
Chi da e promette un Ciefalo da rio, fa un capo rio.
Chi non ha lenzuola, mena il culo per la paglia.
Chi non va ad un forno, va al'altro.
Chi non compare, si perde.
Chi spesso è stato ferito, de la piaga è perito.
Chi è morto o assente, non ha amico o parente.
Chi da venti non è, & da trenta non sà, & da quaranta non hà, ne mai sarà, ne mai saperà, ne mai hauerà.
Chi porta il torchio ha sempre per costume, a se far' ombra & agli altri lume.
Chi comporta l'ingiuria vecchia, inuita altri a fargliene delle nuoue.
Chi fa sua vendetta, oltra ch'egli offende, chi offeso l'ha, da molti si diffende.
Corpo senz'alma, & fonte senz'humore, è quella donna che non sente amore.
Contegiana innamorata, e roffiana liberale, vanno tosto a l'hospitale.
Cortigiana che ti stringe, e le braccia al collo ti cinge, poco t'ama e molto finge, e nel fin t'abruscia o tinge.
Chi fece del seren troppo gran festa, haurà doglia maggior nella tempesta.
Chi non segue virtù in giouanezza, fuggir il vitio non saprà in vecchiezza.
Chi asino è & ceruo esser si crede, al saltar della fossa se n'auuede.
Chi offende scriue in polue con la paglia, & chi offeso è ne' marmi il sdegno intaglia.
Chi s'allieua il serpe in seno, gli auuien poi com'al' villano, lo pagò poi di veleno, come l'hebbe caldo & sano.
Come purpureo fior traspare in vetro, cosi vergogna in gentil cuor si mostra.
Chi vuol gir più in sù che gir non possa, sente poi nel cascar maggior percossa.
Chi vende a credenza, spaccia robba assai, perde gli amici, denari non ha mai.
Chi si diletta di far' frode, non si dee lamentar s'altri l'inganna.
Chi lascia la via vecchia per la nuoua, spesso ingannato si ritroua.
Chi cerca spesso ingannar' altrui, oppresso resta & ingannato lui.
Christo lasciò negli precetti suoi, non far' altrui quel che per tè non vuoi.
Chi stà nel'acqua fino alla gola, ben' è ostinato se merce non crida.
Chi ti fà meglio che non suole, ingannato ti ha o ingannar ti vuole.
Chi tempo ha e tempo aspetta, tempo perde, & tempo perso non si racquista mai.
Chi vuol hauer fastidio mentre viue, o pigli moglie, o compri vna naue.
Chi è coperto quando pioue, è un matto se si muoue, se si muoue & si bagna, è un'asino se si lagna.
Chi semina virtù, raccoglie fama, & vera fama, supera la morte.
Chi va a Roma e porta buon borsotto, diuenta Abate, o vescouo di botto.
Chi migliora in scientia, & peggiora in costumi, più peggiora, che migliora.
Chi ci vuol fare un gran dispetto, ci cachi il cuore su l'uscio.
Chi non ha matti, poueri, o puttane nel suo parentado, è nato di lampo, o di tuono.
Chi compra caro e toglie a credenza, consuma il corpo, e perde la semenza.
Chi asini caccia, e puttane mena, sempre è in impaccio, e mai è fuor di pena.
Chi compra pan di scaffa, legne ligate, e vine a minuto, non fa le spese a se, ma ad altrui.
Chi accumula & altro ben non fà, sparagna il pane & a ca del diauol' và.
Chi non si gouerna ben' un'anno, viue senz'alegrezza poi cinque anni.
Chi non mangia lauorar non puole, e chi troppo mangia il ventre gli duole.
Credi agli effetti & non alle parole, che spesso il male il ben' ingannar suole.
Chi è semplice e saper piu si persuade, vergogna e danno ouunque va gli accade.
Cade spesso il cattiuo in dure pene, se il sagace schernir non si ritiene.
Cosa cara che è bella non è cara, ne assai si può pagar cosa che piaccia.
Casta sola è colei che non fu mai d'alcun pregata, o se pregò non fu essaudita.
Chi d'alcun' vitio ha in se mostrato eccesso, fa che altri, ancor che spento il crede in esso.
Chi tien l'honor' e le sue cose a cuore, non cerca mai de gl'altri esser signore.
Chi seruo è del tiran', viue in periglio, ne gli gioua innocentia o buon consiglio.
Chi brama di schivar' vario periglio, vsi vario parlar', vario consiglio.
Chi ha da far con cattiua gente, ha peggior male che dolor di dente.
Chi non dona ciò che ama, d'altri non hara quel che brama.
Chi ben dorme e piscia chiaro, non ha bisogno di purgar.
Chi ha denari ha festa, & chi non ne ha è tenuto bestia.
Chi non n'ha che quatro, e ne spende sette, non ha bisogno di borsette.
Chi non conosce l'origin del male, raro la sua medicina vale.
Chi non si mette alla ventura, non troua ne cauallo ne montura.
Chi si vergona di lauorar, habbi vergogna di mangiar.
Chi perde la sua moglie & un quatrino, ha gran perdita del quatrino.
Chi ha voce di leuarsi a buon hora, può star' in letto ancor' un hora.
Chi non conosce hauer' errato, non merita che gli sia perdonato.
Chi di scientia è amatore, al lungo andar harà honore.
Chi pecca dopo la remissione, merita doppia punitione.
Chi è colpeuole di qualche misfatto, stima che ogni vno parli del suo fatto.
Chi promette mari, monti, e montagna, non ha credito in Bertagna.
Chi perde i suoi beni, perde molto, ma chi il cuore, perde tutto.
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