Due. Eva Forte
Non appena si accende il pc, l'immagine sullo sfondo mi porta inevitabilmente a sognare per qualche minuto. Di punto in bianco tutti i rumori di contorno alla mia vita si spengono e vivo solo nella mia mente, con i ricordi legati a quella foto. L'ho scattata io, nessun personaggio è sulla scena ma io so chi c'è dietro l'obiettivo e questo la rende ancora più speciale e unica, con un significato che solo per me potrà essere veramente a tutto tondo. Si vede una bellissima vallata, sembra quai infinita tanto che la sua fine si confonde con il cielo, all'imbrunire. Le foglie rosse degli alberi e il prato che comincia ad ingiallire fino al chiarore della sera che mostra insieme il sole rosso e la luna su un lato, che timidamente abbraccia le sue ore della giornata. Nessuna persona, nessun animale, nessun rumore, ma un senso di pace e serenità che solo una foto del genere può dare. Sento ancora le mani sulla macchina fotografica e lo sguardo perso dentro la fotocamera per poi riuscire al di là e perdersi nell'infinità della natura. La porta che si apre di scatto, mi riporta brutalmente nella vita reale: si affaccia un volto nuovo, per un breve attimo ci chiediamo chi possa essere, finchè non scorgiamo una pancia ingombrante e capiamo che è una ritardataria del corso che ha sbagliato stanza. L'accompagno e ne approfitto per prendere una boccata d'aria, che oggi non so perchè ma sembra proprio mancare, e per chiamare Carlo, visto che nella nostra stanza il segnale cellulare è praticamente assente e telefonare diventa un'impresa poco edificante. Pochi minuti e torno dentro, voglio sbrigarmi a terminare il lavoro per evitare di rimanere rinchiusa qui dentro fino a tardi.
CAPITOLO 3
La margherita di Villa Borghese
Stanco della bella gita fuori porta alla fine ho deciso di tornare a casa e lavorare un po' nella tranquillità delle mie quattro mura. Ho un arretrato di email da evadere e voglio lavorare sulle mie ultime foto scattate ormai da troppo tempo. Devo anche consegnare il lavoro fatto qualche settimana fa, raccogliendo in pochi scatti la vita del mare dopo le vacanze estive. Ho deciso di fare tutte foto in bianco e nero, colori che rispecchiano molto lo stato d'animo che si può avere davanti alla grande distesa d'acqua salata finito il bel tempo. Eppure a me, andare al mare d`inverno, da una forte carica. Ci sono andato da solo, partendo la mattina prestissimo, catturando le prime luci dell'alba che sbucavano da dentro il mare. Armato di coperta e cappello di lana, mi sono sistemato sulla sabbia ancora umida che scricchiolava sotto il mio peso. Solo io su tutta la spiaggia, io e lui mastodontico davanti a me, con il suo dolce rumore e l'andare avanti e indietro sul bagnasciuga. Così ho aspettato che sorgesse il sole, uno spettacolo incredibile che andrei a vedere ogni giorno, se solo abitassi più vicino al litorale. Seduto sulla mia coperta, con i guanti per non rischiare di avere le mani congelate nel momento di scattare le prime foto, il freddo sulle guance e il naso rosso. In questi momenti ti senti così piccolo e allo stesso tempo padrone del mondo. Poi arriva il sole, davanti ai tuoi occhi in tutta la sua bellezza e il mare comincia a colorarsi e a brillare come non mai, e l'aria frizzante si spegne pian piano sulla pelle. In questi momenti sono parte unica con la macchina fotografica e divento avido di fotografie, come se dovessi bloccare ogni singolo istante perchè so che niente si potrà ripetere allo stesso modo. Mentre ero alle prese con le prime foto, si avvicina un cane di mezza taglia arrivato in spiaggia con un anziano signore che si era fermato proprio all'inizio della sabbia, fisso verso il mare con un sorriso solo accennato che denotava uno stato d'animo spensierato e sereno. Il cane nel frattempo correva all'impazzata tornando sempre ai suoi piedi, per poi rilanciarsi nuovamente in una corsa eccitata verso le piccole onde che mangiavano la sabbia. Per spezzare la solitudine che probabilmente doveva essere la naturale situazione quotidiana per lui, l'uomo mi si avvicina lentamente per vedere cosa stessi facendo. Dopo un primo saluto di cortesia abbiamo iniziato a parlare di quel posto incantevole e della bellezza che solo d'inverno si può vedere. Rimasto nuovamente da solo ho cominciato ad apprezzare quel luogo un po' malinconico ma ricco di tante sfumature. I profumi delle piante hanno cominciato a farsi più distinti e chiudendo gli occhi riescono a riportarti indietro nel tempo, in altri luoghi e altre situazioni marine. La sabbia ancora fredda tra le mani, con cui giocherellare senza lasciare segno. Il mare sempre li, con il suo andamento costante, che permette di vedere al di sotto qualche conchiglia e che sembra ti stia invitando ad attraversarlo, ad entrarci dentro per nuotare fino all'orizzonte. Mi scuote solo il profumo del vicino ristorante sul mare che sta cominciando a preparare con largo anticipo il pranzo, probabilmente per qualche festa o un evento speciale.
Tutte emozioni che riscopro a settimane di distanza guardando le mie foto, sperando che anche il committente di questo lavoro possa capirne a fondo il valore. Scorrerle sul computer mi fa solo venire una grande voglia di tornarci, e per la prima volta il desiderio è quello di andarci con la mia misteriosa compagna di caffè, senza parlare, assaporando insieme le stesse emozioni magari mano nella mano, un contatto mai cercato fino ad oggi tra noi due. Finisco di lavorare e invio tutto via e-mail, poi chiudo velocemente prima di gettarmi sotto la doccia e prepararmi per la cena con Lucia. Come al solito arrivo sul posto dell'appuntamento con largo anticipo e così mi fermo di lato e mi diverto a guardare i passanti e le loro piccole storie fatte di pochi attimi rubati. Passa la famiglia con due bambini piccoli, tutti di corsa anelando il rientro a casa dopo una lunga giornata passata ognuno con i propri impegni. La mamma abbraccia dolcemente il bambino più piccolo, stanco e sonnecchioso tra le sue braccia, mentre il grande sta raccontando al padre del pomeriggio passato a fare chissà quale sport. Poco dopo arriva la signora in bicicletta, vestita di tutto punto e con la borsa messa dietro per non perdere l'equilibrio. Non manca il ragazzo che passa immerso nella sua musica preferita e l'uomo che con passo veloce parla al telefono dei progetti per la serata. Infine arriva lei, la mia cara amica che spunta dall'angolo in fondo, sempre più bella e raggiante. Sono mesi che non ci vediamo, ma appena me la ritrovo davanti sembra come se non ci fossimo mai salutati all'aeroporto, nascondendo una lacrima ciascuno per poi perderci nella quotidianità di due Paesi lontani. Un lungo abbraccio ci riporta al giorno d'oggi e cominciamo subito a fare a gara a chi inizia prima a raccontare all'altro delle ultime novità, mentre andiamo nel nostro ristorante preferito dove si mangiano solo pizza e arrosticini. Il posto è alla buona, tavoli di legno con le tovaglie di carta a quadretti bianchi e rossi, sedie tipiche delle trattorie romane e l'accoglienza calorosa dei gestori storici che ormai ci conoscono bene. Davanti a una bella pizza cotta a legna e un boccale di birra, Lucia ha il volto in preda a una forte eccitazione, scalpita nel volermi dire per prima la sua vera novità e io sono li pronto a festeggiare il suo ritorno. Quando comincia a parlare capisco però che le mie speranza sono completamente sbagliate. In Francia ha conosciuto un uomo, si sono innamorati da subito e ora lei aspetta un figlio. Così di colpo crolla il mio castello fatto di speranza di riavere la mia amica sempre qui con me e la vedo nuovamente andare via lontana, questa volta per sempre. Infatti è tornata a Roma per predisporre il trasloco delle sue cose e si stabilirà definitivamente da lui, in un bellissimo palazzo nel centro di Parigi. Sarà per me una buona occasione per tornare a visitare la capitale più romantica del mondo, con uno spirito diverso però, quando nascerà il piccolo. Festeggiamo la bella notizia della nuova vita che sta per arrivare e Lucia continua a raccontarmi i suoi bellissimi mesi francesi tra il nuovo lavoro che le sta dando tante soddisfazioni, la sua prima mostra fotografica e la sua edificante storia d'amore che ha galoppato velocemente fino all'arrivo della gravidanza inattesa ma subito ben accolta. Tutti questi racconti mi fanno capire che la mia vita si è fermata, sono in un momento di stallo che però riguarda solo me e questo un po' mi infastidisce. Comincio a finire nei miei pensieri e a non ascoltare più niente di quello che mi circonda, Lucia compresa, che così concentrata sulla sua vita non ha neanche il desiderio di sapere cosa stia succedendo alla mia. Torno con la mente alla mattinata così serena e fatta di colori, che ora