Abigail Strega Per Caso. Sandro Dell'Orto
non c’è proprio nulla che si può fare per uscire da questa situazione?»
«Lasciami pensare… ma sì!! La bilocazione… che stupido a non averci pensato prima.»
««Bilocazione? Cosa sarebbe?»
«È una magia che serve a far credere alle persone che sentono l’energia magica, come Rachel, che ti trovi in un altro posto rispetto a dove sei.»
«Quindi, con questa magia posso far credere a Rachel di essere da qualsiasi altra parte?»
«Proprio così. »
«E come si fa?»
«È molto semplice: innanzitutto infilati i guanti, poi metti la mano sinistra sul cuore e infilati l’indice della destra nell’orecchio, pensa a un luogo qualsiasi e pronuncia la parola “fantagirus”; dopodiché tutta l’energia magica che produrrai usando i guanti verrà sempre localizzata nel luogo che avrai scelto.»
«Sempre quel luogo? E se volessi cambiarlo?»
«Non dovrai fare altro che ripetere quanto ti ho detto prima pensando a un posto diverso dal precedente. Come vedi è molto semplice.»
«Già, voglio provarci subito.»
Abigail si infilò i guanti, si mise nella posizione suggerita da Ken e pronunciò la parola magica.
«Che magia posso fare, ora?» chiese Abigail.
«Una qualsiasi.» rispose Ken «Fai apparire qualcosa, per esempio. Posso sapere dove hai indirizzato la tua energia?»
«A scuola.»
Abigail si concentrò e fece apparire una pallina da ping-pong.
«Bene,» disse Ken «se adesso fai apparire anche il tavolo e le racchette ci facciamo una partita.»
Nel momento in cui Abigail fece apparire la pallina, Rachel ebbe un sobbalzo.
«Eccoli! Ho sentito la loro energia, sono proprio qui.»
«Riesci ad individuare il luogo esatto?» chiese Rudolph.
«Lasciami concentrare… Sì, li stanno ancora usando… sono a scuola! Andiamo!»
Rachel prese Rudolph per mano e se lo trascinò dietro. Arrivati alla scuola scoprirono però che era già chiusa.
«La scuola è chiusa.» disse Rudolph.
«Lo vedo anch’io. Eppure sono sicura che l’energia veniva da qui.»
«Ma dentro non c’è nessuno.»
«Ci deve essere una spiegazione. Un momento, mi sta tornando in mente qualcosa a proposito di una lezione… ma sì, la bilocazione!»
«È vero, la tecnica per indirizzare l’energia magica in un luogo diverso da quello in cui viene effettuata la magia.»
«Quindi chi ha i guanti e il folletto che lo sta istruendo ci hanno già riconosciuto e sanno che siamo qui.»
«Già, chi sarà il folletto istruttore?»
«La bilocazione… uhm… di solito è una magia che viene insegnata al secondo anno e i folletti istruttori sono sempre pignoli nel seguire il programma d’insegnamento alla lettera… tranne uno!»
«KEN!!!» dissero in coro Rachel e Rudolph guardandosi in faccia.
«Cosa hai intenzione di fare, ora? » chiese Rudolph.
«Voglio mandare un messaggio telepatico magico a quel dannato folletto per fargli sapere che io so che è qui, e se la sua allieva indossa ancora i guanti lo sentirà anche lei.»
«Un messaggio telepatico magico? Ti rendi conto di quello che può provocare?»
«Lo so benissimo e non me ne importa niente. Anzi, a pensarci bene, potrebbe essere un sistema per farli uscire allo scoperto. Conoscendo Ken, si precipiteranno a rimediare ai danni.»
Rachel iniziò a concentrarsi. Appena fu pronta, alzò le braccia al cielo e trasmise il messaggio:
“So che tu sei qui, Ken, se vuoi la guerra l’avrai, e per il bene della tua allieva è meglio che le consigli di darmi subito i guanti altrimenti potrebbe farsi molto, molto male. Se entro la prossima luna piena non avrò quello che voglio distruggerò l’intero paese e i suoi abitanti.”
Ken e Abigail, che indossava ancora i guanti, ricevettero il messaggio.
«Cosa facciamo, ora?» chiese Abigail.
«Per ora nulla, ma domani preparati a rimediare ai danni provocati da questo messaggio.»
«Danni? Come può provocare danni un messaggio telepatico?»
«Questo era un messaggio telepatico magico, la sua onda d’urto può provocare effetti imprevedibili. Tra meno di ventiquattro ore in questo paese succederanno cose strane. »
Il mattino dopo, a scuola, sembrava che fosse tutto normale fino a che Abigail sentì un urlo. Si diresse nella direzione in cui proveniva e si trovò davanti un’insegnante terrorizzata da alcuni banchi imbizzarriti che scalpitavano come cavalli. Abigail si nascose dietro un angolo e chiese a Ken, che si trovava nel suo zaino, cosa dovesse fare.
«Devi far tornare quei banchi alla normalità.» rispose Ken.
Abigail si infilò i guanti e, seguendo le istruzioni di Ken, riportò i banchi al loro stato naturale. Dopo un po’ sentì l’insegnante aggredita borbottare qualcosa come “esaurimento nervoso… periodo di riposo…”.
Naturalmente Rachel, che quel giorno aveva deciso di non recarsi a scuola, aveva percepito l’energia magica, ma dato che Abigail aveva fatto la magia a scuola dove aveva scelto la bilocazione, lei pensò che fosse un altro tentativo di sviarla e quindi non ci fece molto caso.
La mattinata a scuola proseguì normalmente, o quasi, se non si vuole far caso alle lavagne allergiche al gesso che starnutivano in faccia ai professori e all’auto del preside che si arrampicava sugli alberi.
Ogni volta che succedeva qualcosa, Abigail riusciva a sistemarla senza farsi notare.
All’uscita tutto sembrava normale, fino a che lo scuolabus arrivò volando e anche lì Abigail sistemò ogni cosa, ma quello fu un errore.
Infatti Rachel insospettita dalle diverse magie effettuate a scuola, decise che era comunque meglio andare a darci un’occhiata, naturalmente con le sue vere sembianze, e arrivò proprio nel momento in cui Abigail stava facendo atterrare lo scuolabus.
«Finalmente ti ho beccato.» disse una voce alle spalle di Abigail, che si voltò e si trovò di fronte alla vera Rachel «Forse il tuo amico Ken ha dimenticato di dirti che se fai tre magie nel luogo in cui hai indirizzato la bilocazione, questa viene automaticamente annullata. A proposito di Ken, dove si nasconde? Oh, non importa, vedo che il tuo zainetto si sta agitando.»
«Cosa vuoi farmi, Rachel?» chiese Abigail.
«Per ora niente, ma fatti trovare qui a mezzanotte e faremo un duello magico. Io adesso so chi sei e come trovarti, perciò ti consiglio di venire stanotte, se non vuoi che succeda qualcosa di male alla tua famiglia.»
Detto questo, Rachel se ne andò lasciando Abigail pensierosa.
Nel pomeriggio Abigail e Ken stavano discutendo sul da farsi.
«Cosa devo fare ora, Ken?» chiese Abigail.
«Non abbiamo scelta, devi fare il duello magico con Rachel.»
«E come si fa?»
«Non è molto difficile, devi scegliere le formule da battaglia. Resteremo insieme fino all’ora del duello e te le insegnerò.»
«Già, l’ora del duello. Credi che i miei genitori mi lasceranno uscire a mezzanotte?»
«È vero. C’è anche questo problema ma non preoccuparti, ti teletrasporterò.»
«Teletrasportarmi?