Cose Pericolose. Amy Blankenship

Cose Pericolose - Amy Blankenship


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si sbagliava. Se Kane non fosse stato liberato dalla tomba in cui suo padre l’aveva relegato, allora lei di certo sarebbe stata uccisa l’altra sera al cimitero.

      Era grata che Kane fosse lì per salvarla ma non avrebbe smesso di cercare il suo amato fratello. Questa volta sarebbe stata più attenta. Poteva ringraziare Kane anche per un’altra cosa...grazie a lui Michael l’aveva baciata. Si chiese se Michael l’avesse vista solo come una bambina quando l’aveva guardata. In qualche modo ne dubitava. Sorrise a se stessa nello specchio. Era stato un bacio mozzafiato.

      Si girò davanti allo specchio, assicurandosi di non sembrare la bambina che tutti credevano. La gonna di pelle nera aveva una chiusura lampo che andava dall’orlo fin su a metà coscia e lei la lasciò aperta a metà. La camicetta nera era di una leggera stoffa velata con un piccolo top di seta di seta al di sotto.

      Nascose un paio di ciocche bionde spettinate sotto la parrucca da Cleopatra che aveva trovato in un baule di costumi per Halloween in soffitta. Dovette ammettere che quegli abiti aderenti la facevano sembrare dannatamente sexy.

      Avrebbe scommesso che se Quinn o chiunque lei conoscesse la vedessero ora, non avrebbero neanche immaginato che fosse lei. Quinn era così occupato a seguire Kat e a fingere di non farlo, che non avrebbe comunque prestato attenzione ad Alicia. Adesso che lui e Kat stavano insieme...rivolgeva tutta la sua attenzione alla sua compagna. Il massimo che aveva fatto era piantonare due guardie mutanti su Alicia e ordinarle di stare lontana finché non avrebbero deciso che era abbastanza sicuro per lei uscire.

      Le sue guardie del corpo erano stupide come pietre, tutte muscoli e niente cervello. Non ci volle molto per raggirarle e fuggire dalla sua piccola prigione. Sarebbe andata a cercare Micah quella sera, con o senza la loro approvazione.

      Quinn le disse che Micah se n’era andato volontariamente e conosceva la strada se voleva tornare a casa, ma sapeva per certo che Micah non se ne sarebbe andato...almeno non senza portarla con lui. Micah era nei guai...lo sentiva. Alicia raddrizzò le spalle e alzò il mento in sfida.

      Con tutta quella pelle scoperta, sperava di sembrare una prostituta per essere rapita dai licantropi o per nutrire un ignaro vampiro. Era certa che se avesse potuto combattere corpo a corpo, allora sarebbe riuscita a farlo parlare prima di ucciderlo.

      Aveva spiato abbastanza per capire cosa stesse succedendo e non biasimava affatto Kane. A meno che il vampiro non fosse Michael o Kane, allora poteva ucciderlo. Per quanto riguarda i licantropi...se erano coinvolti nella tratta degli schiavi o se avevano rapito Micah, allora non erano migliori dei vampiri senz’anima.

      Fece scorrere il piccolo cristallo a forma di cuore intorno al suo collo. Era più di un semplice ciondolo. Aveva studiato la magia per molto tempo e stavolta questo cristallo avrebbe impedito di farla cadere sotto l’incantesimo di un vampiro...anche un vampiro potente come Kane o Michael. E ricordava anche alcuni semplici incantesimi del libro che Kane le aveva portato via.

      Stasera avrebbe scoperto com’era davvero far parte di quella famiglia...stava per combattere questa guerra, che ai suoi fratelli e ai giaguari piacesse o no.

      *****

      Damon si appoggiò alla poltrona e fissava il camino, osservando le fiamme che si accoppiavano con le ombre gettate nel recinto di mattoni. Prendendo il bicchiere di vino rosso, lo fece roteare e sentì la propria calma scivolare via. Sentiva di nuovo Syn sussurrare.

      Quando il bicchiere si frantumò contro i mattoni, premette le dita sulla tempia sinistra, sapendo di aver appena svegliato il suo spuntino notturno.

      La sensuale brunetta si sedette sul letto alla sua sinistra e si accorse di essere da sola tra le lenzuola. Uscendo dalle coperte, si mise a strisciare sensualmente verso di lui sul materasso, ma lui non le diede il tempo di pensare che stesse funzionando. Più veloce di quanto l’occhio umano potesse rilevare, Damon si avvicinò al letto con le dita avvolte saldamente attorno alla sua gola.

      Non voleva guastare la sua bellezza o farle del male, ma soltanto tenerla ferma, mentre le proprie pupille si ingrandirono e la mise completamente sotto incantesimo. Fino a quel momento non aveva avuto bisogno di farlo. Era stata una partner più che disponibile, ma adesso era il momento di porre fine alla loro bella amicizia. Aprendo lentamente la bocca, mostrò le zanne affilate. Non sapeva perché lo faceva, le ragazze reagivano sempre allo stesso modo.

      Gli occhi di lei si spalancarono per il terrore e lui soffocò rapidamente l’urlo che si stava facendo strada attraverso nella sua mente oscurata. Le ragazze mortali erano inutili...proprio come lo era stata Katie. Poteva ancora sentire il rumore di metallo e questo peggiorò il suo umore.

      â€œTi farò un favore, piccola.” Un angolo della bocca accennò un sorriso sarcastico. “Sei venuta a Los Angeles per fare la modella, ma questa città è piena di altre ragazzine che vogliono la stessa cosa, quindi ecco cosa farai tu. Fidati...è per il tuo bene.”

      La tirò più vicino e guardò più profondamente nei suoi occhi. “Tu odi questo posto. Odi LA e vuoi tornare nella piccola città da cui sei venuta. Se resti qui, i mostri ti useranno proprio come ho fatto io. Vai a casa e cerca il ragazzo a cui hai spezzato il cuore lasciando la città e chiedigli perdono perché nessuno ti vorrà mai, qui.”

      Le lasciò il collo vedendola respingere le lacrime mentre cadde sul materasso. Non era dell’umore adatto per sentirla piangere. “Devi andartene...adesso.” Si voltò di spalle e attraversò la stanza per guardare fuori dalla finestra. Per quanto lo riguardava, aveva appena fatto la propria buona azione quotidiana. Quella città era un disastro comunque.

      Con la coda dell’occhio vide un paio di giovani vampiri che svoltavano l’angolo di un edificio diretti in un vicolo. Si chiese da dove fossero spuntate tutte quelle creature senz’anima, visto che LA ne sembrava invasa.

      Aveva dimenticato completamente la ragazza sul suo letto finché non sentì la porta dell’attico sbattere...Sì, le aveva fatto un favore. Era stata fortunata ad essere trovata da lui invece che dai mostri che affollavano le strade di LA al momento...e non si riferiva solo al paranormale. Aprì il balcone e uscì nell’aria notturna inspirando profondamente.

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