Sangue Saziato. Amy Blankenship
doveva ammetterlo... Alicia era la ragazza perfetta per suo fratello. Sapeva come gestire la sua rabbia e ottenere quello che voleva.
Alzò un sopracciglio quando Damon la fece girare per baciarla. La coppia si prese un momento per riconciliarsi, poi Damon alzò lo sguardo verso suo fratello, con aria perplessa. Michael fece un cenno con la testa e scrollò le spalle, resistendo allâimpulso di sgridarli. Come se percepisse cosa stava accadendo nella testa di Michael, Damon abbracciò Alicia più forte e la trascinò nellâombra.
Michael scosse la testa e fece un sorrisetto prima di girarsi, con il pensiero di tornare in casa. Si fermò quando percepì la passione di Tabatha e Kane dallâinterno.
âHanno fatto pace.â mormorò, poi rivolse la propria attenzione verso gli alti edifici circostanti.
Si sgranchì spalle e collo, sentendo unâimprovvisa ondata di energia repressa. Ripensò ad Aurora e alla passione ardente che avevano condiviso quando le loro strade si erano incrociate. Lei era come una forza della natura che lo eccitava con un solo sguardo. Chiuse gli occhi, immaginando di affondare i denti nella sua carne mentre raggiungevano il culmine insieme, saziandola mentre beveva il suo sangue.
Quel dolce sapore persisteva ancora sulle sue labbra e lui se le sfiorò con la lingua mentre il desiderio di un altro assaggio iniziava a sopraffarlo. Lui voleva... anzi, doveva entrare in lei mentre assaggiava di nuovo il suo sangue.
Poi aprì gli occhi di scatto, ammettendo la propria dipendenza. Scuotendo la testa, decise che doveva liberarsi di quellâenergia che gli scorreva nelle vene a causa del sangue di Aurora. Quella scarica sarebbe scomparsa una volta per tutte o era condannato a bramare per sempre lâeccitazione del primo assaggio?
Saltando dal tetto, vagò per la città alla ricerca di qualcosa... qualsiasi cosa che lo distraesse dalla tentazione. Aveva combattuto per ridare ad Aurora la sua tanto agognata libertà da Samuel e non aveva intenzione di sostituirsi a lui come suo padrone.
Ricordò il modo in cui lei teneva le mani di colui che aveva chiamato âfratelloâ... quel tipo bellissimo di nome Skye. Era una stretta leggera, tenera e infantile... non era la passione che Aurora aveva mostrato con lui. Le avrebbe permesso di stare con suo fratello e, intanto, si sarebbe tenuto occupato nellâattesa che lei tornasse.
Muovendosi per le strade, Michael cominciò a percepire sempre più demoni... quelli che uscivano tardi e catturavano le povere anime che si avventuravano nel buio. La voglia di combattere prese il sopravvento e lui sorrise, sapendo che avrebbe potuto contribuire a liberare il mondo da qualche demone e magari smaltire anche un poâ della sua eccitazione. Aveva trovato la sua distrazione.
Quella decisione lo portò nella zona malfamata e il suo sguardo acuto guizzava di persona in persona alla ricerca della vittima perfetta, proprio come i vampiri senzâanima cacciavano i loro umani preferiti... i suoi bersagli, però, appartenevano al lato oscuro. Passò accanto ad alcuni demoni di basso livello accalcati ad un angolo della strada. Allâapparenza sembravano una normale gang di quartiere e Michael li guardò mentre camminava.
Prima del suo arrivo erano rumorosi e turbolenti ma, mentre lui si avvicinava, si zittirono. Le sue labbra si curvarono quasi in un ghigno, come per fargli capire che sapeva esattamente cosâerano. Non si preoccupò di voltarsi indietro quando sentì il rumore di passi che si allontanavano rapidamente. Forse quei demoni erano più intelligenti di quanto pensasse.
Giungendo allâincrocio successivo, Michael scrutò gli edifici e le strade sporche, continuando a cercare. Stava per proseguire quando sentì un picco di potere... potere puro, dolce e pericoloso. Restrinse lo sguardo quando quellâodore lo avvolse e un senso di vertigine gli pervase la mente. Non era un potere grande ma era abbastanza forte da fargli venire voglia di annientarlo.
Il suono di un campanello lo fece voltare e il suo sguardo color ametista osservò la donna che uscì dal bar malandato dallâaltra parte della strada. Indossava un top di pelle e una minigonna corta in pizzo trasparente, con calze a rete e tacchi a spillo neri. I suoi capelli erano di una miriade di colori che andavano da verde e rosa fluorescente a viola, nero e biondo.
Lei estrasse una bottiglia di liquore dalla borsa e svitò il tappo. Alzandola, ne bevve quasi metà tutta dâun fiato e poi si asciugò la bocca con il dorso della mano. Anche se allâapparenza sembrava umana, lui poteva vedere il vero volto del demone nascosto.
Michael si rilassò mentalmente e fisicamente. La maggior parte dei demoni incontrati in passato non sapevano cosâera lui in realtà ... al massimo lo credevano erroneamente un vampiro. Sentendosi sopraffare da una finta calma, scese dal marciapiede.
Il demone si girò verso di lui e sorrise attraverso il corpo che aveva rubato per attirare la sua vittima. Michael sapeva che in passato i demoni si nutrivano di vampiri... persino Misery li aveva usati in quel modo.
âBuonasera, bellezza.â il demone fece le fusa sbattendo le sue lunghe ciglia.
Michael si avvicinò e la sfiorò con una spalla, girandole intorno e mantenendo il contatto fisico.
âIn effetti è proprio una buona serata.â le sussurrò stando al gioco. âChi sei?â.
âQualsiasi cosa che tu vuoi che io sia.â sussurrò lei in risposta.
âIo voglio che tu sia te stessa.â le disse Michael allâorecchio, poi si mise davanti a lei. Sorrise lentamente mostrando i canini, che portavano sempre la gente a confondere lui e i suoi fratelli con i vampiri.
Il demone inclinò la testa di lato e sorrise di nuovo âOh, capisco.â.
Michael annuì mentre rilassava il proprio sorriso âCerto che capisci.â.
âPuoi chiamarmi Morgana.â. Lei gli si mise a braccetto e si avviarono entrambi verso un vecchio edificio alla fine dellâisolato.
Entrarono e lei chiuse la porta. Michael si guardò intorno e notò la quantità di cadaveri che giacevano lì. Quel posto puzzava di sangue vecchio e di marciume... un luogo adatto a quel vorace demone che adesso era aggrappato al suo braccio.
âTi piace la mia casa?â sussurrò Morgana, poi ridacchiò mentre si voltava per ammirare la propria fatica.
Michael scrollò le spalle âSarà ancora meglio quando il tuo corpo senza vita finirà in mezzo agli altri.â.
Si chinò appena in tempo per evitare gli artigli di Morgana, improvvisamente lunghi, che cercavano di staccargli la testa. Torcendo il busto, Michael le affondò un gomito nel torace, facendola piegare. Le sferrò un pugno, colpendola al naso abbastanza forte da farla volare allâindietro.
Morgana finì a terra e guardò il vampiro, con il viso contorto in una maschera grottesca che mostrava la sua vera natura. I suoi occhi color nocciola si assottigliarono e divennero rossi, le sue sopracciglia sâincurvarono e la sua bocca, che prima era piuttosto attraente, si allargò in un orrido sorriso con denti aguzzi e malmessi. Lei fece scivolare fuori la sua lingua lunga e si leccò il sangue che le colava dal naso.
Michael fece una smorfia... era nauseante. Avrebbe fatto sicuramente un favore alla città liberandola da quel mostro. Tale bruttezza guastava il panorama.
Arrampicandosi allâindietro sul muro, lei balzò di nuovo verso Michael, dimenando i lunghi artigli davanti a sé. Stavolta gli lasciò un paio di graffi sul petto attraverso la camicia... non erano gravi ma sanguinavano comunque. Lui strinse il pugno destro e colpì il demone al viso, facendogli girare la testa in modo innaturale. Dandogli un rapido calcio al ginocchio, sentì le ossa frantumarsi. Non provò alcun rimorso, sapendo che il demone si era nascosto in un corpo già morto.
Quando Morgana cadde per la seconda volta, Michael si avvicinò lentamente e la afferrò