Si Mr. Evans. Antonina Lentini

Si Mr. Evans - Antonina Lentini


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Non capisco.>> Piega la testa lateralmente. È incuriosito dalla mia risposta.

      <<Sei una bella ragazza. Bruna. Hai lineamenti perfetti, occhi castani…>> La sua espressione è seria. Sento le orecchie bruciare. Le mani cominciano a sudarmi e io ad agitarmi. Mi fa uno strano effetto. Devo andare a casa.

      <<Si è fatto tardi. È meglio che ritorni a casa, non vorrei incontrare qualche ubriaco per strada.>>

      <<Ti accompagno io. Dove abiti?>> È preoccupato per la mia sicurezza, un gesto nobile da parte sua. <<No, vado da sola. Non preoccuparti.>>

      <<Fai attenzione.>> Borbotta, con tono autorevole. <<Tranquillo.>> Rispondo allontanandomi sempre di più da lui.

      <<Grazie per avermi difesa oggi.>>

      <<È stato un dovere. Ricordi? Io salvo le persone.>> Esclama, felice per averlo fatto.

      <<Arrivederci Noele.>> Le probabilità di un ulteriore incontro, fatto appositamente, è alquanto improbabile. A meno che non venga a prendere un drink da me. <<Buona notte Cade.>>

      Lui rimane immobile a pochi metri dalla battigia a guardarmi.

      <<È stato un piacere conoscerti.>> Afferma.

      <<Sono stata bene.>> Esclamo. Il suo sorriso si fa più grande.

      1 bello quando sorride, gli occhi gli si illuminano e delle fossette compaiono sulle sue guance. <<Notte Noele.>> Alza la mano a mo’ di saluto.

      <<Notte Cade.>> Ricambio e vado via.

      2

      Ho perso il controllo del mio cuore. È impossibile camminare con le infradito sulla sabbia, quindi decido di toglierle e camminare scalza, la sabbia fredda a contatto con i miei piedi mi dà sollievo.

      Accelero il passo, devo andare via subito da questo posto altrimenti me ne pentirò.

      Salgo le scale e dopodiché rimetto le infradito. Lascio alle mie spalle la meravigliosa spiaggia di Hilo. Faccio un respiro profondo. Ho ancora il profumo del suo dopobarba dentro le narici. Dio, è così buono. Quando sembrava che il mio cuore stesse riprendendo controllo, eccolo lì che arriva in prima posizione, correndo così forte da sentire quasi i battiti con le mie orecchie.

      Ma che cosa sta succedendo? Cade è meraviglioso, è stato molto gentile a difendermi da quell’orco. Forse quel signore stamattina si è alzato col piede sbagliato perché a Cade il Margarita che ho preparato gli è piaciuto e da come ha reagito, direi anche molto. Oppure ha fatto così per compassione? Sarebbe un gesto deplorevole da parte sua. Così gentile e premuroso da difendermi e poi non giudica sinceramente il drink? Non credo sia così.

      Perché quando mi sfiora sento quella meravigliosa scossa percorrermi il corpo? Provo un piacere inebriante. Per non parlare di quando mi guarda con quegli ammalianti occhi verdi, comincio a tremare e sento sudarmi le mani.

      Inizio ad avviarmi verso casa a piedi. Il cuore batte regolarmente.

      Comincio a pensare a quelle mortificanti domande che

      gli ho posto. “La tua famiglia? Hai fratelli, sorelle...” e

      quella più terrificante “con quante donne sei stato?”.

      Quello che più mi ha provata è stata la sua

      reazione. Per la prima domanda aveva ragione, insomma, sono un’estranea e la famiglia è un argomento delicato e personale.

      Per la seconda mi ha stupito la sua espressione, era tabù.

      Non per niente mi ha fatto cambiare discorso, era irritato e freddo. Perché? Mi ha incuriosita molto. D’altro canto non sono nessuno per pretendere una sua risposta e su questo ha pienamente ragione.

      Chi era quella ragazza? Amber. Perché era così freddo nei suoi confronti?

      Lei era così affiatata con lui. Non trovo una risposta plausibile per questo episodio.

      Cade è un ragazzo molto attraente e sensuale. E il fatto che faccia il vigile del fuoco è motivo di maggiore attrazione per le ragazze.

      Forse lo sfruttano e quando si stufano lo gettano via. Per questo la sua reazione alla mia domanda?

      Mi sembra un ragazzo sicuro di sé, con un carattere riservato, gentile e pronto a salvare le persone. Perché fargli una cosa del genere?

      Maledizione Arizona, se non ti avessi sostituita a quest’ora non torturavo il mio cervello con tutte queste domande.

      Mi guardo a destra, a sinistra e alle mie spalle per proteggermi e penso a Cade con i suoi occhi verdi, a quando mi disse che dovevo fare attenzione altrimenti mi avrebbe accompagnata lui.

      Meglio che lo dimentichi, mi farebbe solamente del male. È troppo perfetto per me. Circondato da belle ragazze. Sono possessiva e gelosa. Deve essere solo mio. Non voglio condividerlo con nessuna.

      Cade ha un qualcosa di misterioso, un lato del suo carattere

      che lo perseguita, come un’ossessione. Farei meglio a non

      pensarci più.

      Per fortuna la strada è breve per arrivare a casa. Abito in un modesto appartamento nella Big Island, la cosiddetta Isola di Hawaii, precisamente a Hilo, nord-est. Ha una cucina, un bagno e due stanze. Non è immensa ma per me basta, è abbastanza accogliente. Pago un misero affitto e questo mi permette di rientrarci con le altre spese. Non me la passo male. Vivo qui da circa un anno. I miei genitori abitano nella capitale, a Honolulu, bella, ma preferisco essere indipendente, vivere una vita tutta mia.

      Prendo l’ascensore e arrivo al secondo piano. Cerco le chiavi di casa nella tasca del pantaloncino e apro la porta. <<Finalmente a casa.>> Sussurro. Il silenzio è musica per le mie orecchie e il letto un sonnifero. Sono davvero distrutta.

      Dannazione stavo per addormentarmi.

      <<Pronto, chi parla?>> Ho ancora gli occhi chiusi quindi non ho avuto la possibilità di leggere sul display chi fosse.

      <<Sono io, Naomi.>> Ha una voce abbastanza squillante che mi dà fastidio, spero solo di non doverle spiegare perché non sono tornata più da lei dopo averle dato il drink.

      <<Raccontami tutto.>> Esclama.

      <<Oddio scusami se non ti ho più dato retta o salutata

      stasera ma…>> Mi fermo e penso alla domanda di

      Naomi. <<Cosa ti dovrei raccontare?>> Chiedo,

      sperando di non farlo.

      <<Com’è?>>

      Faccio la finta tonda. <<Com’è chi?>>

      <<Dai lo sai, quel ragazzo che ti ha difesa da quel signore. Non sono mica cieca.>> Al diavolo Naomi, non le sfugge mai niente, ora si trasformerà in una detective anche lei.

      <<Sono ritornata a casa, non potevo stare ancora insieme a lui.>> Taglio corto.

      <<Perché mai? Era cosi…>> Sento un sospiro.

      <<Bello, dolce e sexy.>> Esclama.

      Metto una mano sugli occhi. <<È tanto sexy quanto misterioso.>>

      <<Che intenti dire con misterioso?>>

      <<Intento


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