Si Mr. Evans. Antonina Lentini

Si Mr. Evans - Antonina Lentini


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la stanno guardando. Ha alzato il tono della voce più del dovuto e questo ha attirato l’attenzione. Il vocio che si sentiva in precedenza delle persone che parlavano tra di loro, ora non c’è più. Stanno in silenzio a guardare Amber che mi strilla contro per dirmi chi sia veramente Cade. <<È terribilmente…>> La interrompo. Non si è accorta che la stanno fissando tutti, Xavier compreso.

      <<Senti non mi importa chi sia o chi non sia veramente

      Cade. Dovrei lavorare e ora se non ti spiace…>> Le faccio

      cenno con la mano di andare via. Amber rimane in silenzio.

      Posa il bicchiere sul banco in marmo, ancora pieno e

      per l’ennesima volta, questa è la terza ragazza che vedo andare via in una sola mattina. Non voglio pensare al pomeriggio.

      Tutto è ritornato alla normalità. Xavier mi guarda di tanto in tanto. Ha una faccia confusa. Sicuramente ancora non ha ben capito cosa sia successo veramente. Io invece continuo con il mio lavoro.

      A pranzo mangio un panino al volo, con prosciutto e provola poi ritorno a lavorare.

      Arrivata alle quattro del pomeriggio la vocina mi assilla. “Chiamalo, chiamalo” e sembra pure infuriata. <<Arizona, mi presteresti il cellulare un attimo? Dovrei fare una chiamata.>>

      <<Si certo.>> La seguo nel camerino. Prende il suo telefono dalla tasca posteriore dei jeans poggiato sulla sedia e me lo porge. Aspetto che va via per comporre il numero.

      Uno squillo, due squilli. Comincio a tremare. Tre squilli, mi sento in ansia. <<Ciao Cade, sono io, Noele.>> Ho la voce tremante. Non so perché ma ho paura.

      <<Noele, sono felice di sentirti.>> Ha un tono sereno e sorpreso. Forse aveva perso le speranze. Ma comunque sia gli sto

      parlando a telefono e mi piace sentire la sua voce.

      <<Ieri sera eravamo rimasti che dovevo darti una risposta.>> Mi fermo. Lo sento respirare. <<Si.>>

      <<Si che accetti la mia proposta di uscire?>>

      <<Si mi piacerebbe uscire con te una di queste sere.>>

      Sono sicura che a quest’ora sta facendo salti di gioia dentro di sé.

      <<Va bene per domani alle ventuno? Vengo a prenderti al bar dove lavori.>>

      <<Per me va benissimo. A domani allora.>> So che forse me ne pentirò ma Amber mi ha suscitato un enorme curiosità. Voglio conoscerlo meglio e capire chi sia veramente.

      <<Sono contento che mi hai chiamato. La tua amica ha insistito perché io le dessi il numero di telefono.>> Sento qualcuno che lo chiama. Una voce femminile. <<Devo andare. A domani allora. Noele.>> Chi era quella ragazza che lo chiamava? Perché sto provando un senso di gelosia? Ci penso su e restituisco il telefono ad Arizona.

      <<A quanto pare ho fatto un’opera di bene. Hai un’espressione abbastanza felice.>> Mi guarda maliziosamente. Cerco di nascondere il più possibile quello che provo in questo momento.

      <<Non esagerare. È stata una chiamata piuttosto soddisfacente.>> Esclamo. Non voglio farle capire più di tanto.

      <<Chi è lui?>> Sgrana gli occhi. <<Non sarà mica quel ragazzo che ti ha difesa?>> Ora mi sta facendo un’espressione sorpresa. Credo che oggi darò un titolo alla giornata. “Il giorno delle ragazze invadenti e rompi.”

      <<Sarà meglio che ritorno a lavorare.>> Oggi Arizona e tutte le mie amiche non le sopporto proprio. Si sono alzate e si sono messe in modalità “rompiamo l’anima a Noele”.

      Il resto della giornata passa in fretta e finalmente è sera quindi posso fare ritorno nel mio piccolo rifugio.

      Ãˆ la sera dell’appuntamento e in mio aiuto sono venute

      Naomi e Beverly nel camerino del bar.

      Sono le otto e trenta di sera, quindi ho solo mezz’ora per

      potermi preparare al meglio.

      <<Noele cara, i capelli te li lascio sciolti o te li raccolgo in una coda?>> Chiede Naomi.

      <<Lasciali sciolti.>> Li preferisco così. Qui di sera la

      temperatura si abbassa di qualche grado e visto il vestito che mi ha preparato Beverly direi che sciolti vanno più che bene. È un abito di cotone tutto bianco lungo fino a sopra il ginocchio. Ha una scollatura a O-Collo. Senza maniche e una striscia di pizzo a livello dell’ombelico.

      Lo indosso e Naomi come tocco finale mi ci poggia una corona di fiori bianchi di piccola taglia fatta da Beverly che risalta sui miei capelli castani.

      <<Ragazze grazie di tutto.>> Sorrido. <<Per avermi aiutata.>> Non vedo l’ora di rivederlo.

      <<Figurati è solo un piacere per noi renderti più bella possibile.>> Afferma Naomi.

      Qualche minuto dopo esco dal camerino e mi dirigo verso l’uscita.

      Cade è poggiato sotto una palma. Indossa un pantalone bianco e una camicia azzurra con diversi fiori bianchi a mezze maniche, un colletto senza solino e due spacchetti laterali, ma la cosa più bella è che la tiene tutta aperta lasciando intravedere gli addominali. Resto senza parole quando lo vedo. È tremendamente sexy.

      <<Finalmente.>> Sussurra. <<Temevo che non venissi più.>> Piega le labbra in un sorriso. Mi prende il braccio per avvicinarmi a lui e la scossa ritorna facendomi diventare rossa in volto.

      <<Scusa per il ritardo, ho avuto un contrattempo nel camerino.>> Ogni scusa è sempre buona.

      <<Spero nulla di grave.>> Mi fa un sorriso e mi guarda dritto agli occhi.

      <<No, no, tranquillo.>> Incrocio le braccia per sentirmi più

      a mio agio. Vorrei tanto domandargli chi era quella ragazza che ho sentito mentre parlavamo per telefono.

      <<Sono felice di rivederti, Noele.>> Dice. Ora ha poggiato la mano sulla palma portando il peso del corpo contro di essa.

      <<Anch’io.>> Arrossisco in una maniera sconsiderata. Mi inquieta e spero che non lo farà per tutta la durata dell’appuntamento. <<Dove andiamo?>>

      <<Tu dove vorresti andare?>> Chiede con voce armonica poggiando il suo sguardo sul mio viso. <<Non so, sei stato tu ad invitarmi non io. Quindi ti lascio il libero arbitrio.>> Gli lancio un celere sguardo. Sta pensando. Alza gli occhi al cielo, porta il peso sulle sue gambe e mi rivolge un seducente, sontuoso e armonico sorriso.

      â€œPerché proprio a me?” Naomi e Beverly mi stanno guardando dal bar e mi sorridono. Chissà cosa staranno pensando in questo momento.

      <<Che ne pensi se intanto andiamo a prendere qualcosa da bere?>>

      <<O…ok andiamo allora.>> Esclamo. Mi poggia una mano sulla spalla opposta alla sua posizione ma con un rapido gesto mi scosto scrollandomi di dosso il suo braccio. Meglio mantenere le distanze. Di fronte a questo gesto Cade rimane in silenzio. Percorriamo la strada in tutta quiete tanto da imbarazzarmi in modo sconfinato.

      Si schiarisce la voce con un colpo di tosse, facendomi sobbalzare.

      <<Allora, da quando lavori in quel bar?>> Finalmente qualcuno che parla.

      <<Da


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