L’ascesa Del Prode . Морган Райс
avanzava. Chiaramente non avevano mai visto una cosa del genere.
Kyra si teneva delicatamente alla criniera cercando di tenerlo calmo mentre lui ringhiava sommessamente verso tutti, guardandoli torvo, come a volersi vendicare di essere stato tenuto prigioniero. Kyra si teneva in perfetto equilibrio dopo che Baylor aveva sistemato una sella completamente nuova su di lui e si stava cercando di abituare a cavalcare da quell’altezza. Si sentiva più potente che mai con quella bestia sotto di sé.
Accanto a lei Dierdre cavalcava una bellissima giumenta, una cavalla che Baylor aveva scelto per lei, e le due camminavano nella neve fino a che Kyra scorse suo padre in lontananza, in piedi accanto al cancello in attesa. Era lì con i suoi uomini, tutti aspettando di vederla partire e anche loro sollevarono lo sguardo con paura e ammirazione, impressionati che potesse cavalcare quell’animale. Kyra vide l’ammirazione nei loro occhi e questo le diede coraggio per il viaggio che aveva davanti a sé. Se Theo non fosse tornato da lei almeno avrebbe avuto quella magnifica creatura con sé.
Quando raggiunse suo padre Kyra scese e guidò Andor per la criniera vedendo la preoccupazione negli occhi dell’uomo. Non sapeva se fosse per quella bestia o per il viaggio che la attendeva. Il suo sguardo di preoccupazione la rassicurò, le fece capire che non era l’unica ad avere paura di ciò che la aspettava e dopotutto si preoccupava per lei. Per un brevissimo istante lasciò andare la tensione e le rivolse uno sguardo che solo lei poteva riconoscer: l’amore di un padre. Capì che era combattuto nel mandarla a compiere quell’impresa.
Si fermò a qualche passo da lui e tutto rimase in silenzio mentre gli uomini si raccoglievano attorno a loro e li guardavano.
Lei gli sorrise.
“Non preoccuparti, padre,” gli disse. “Mi hai cresciuta per essere forte.”
Lui annuì, fingendo di essere rassicurato, ma lei vide che non era così. Era ancora, soprattutto, suo padre.
Lui sollevò lo sguardo scrutando il cielo.
“Se solo il tuo drago venisse da te adesso,” le disse. “Potresti attraversare Escalon in pochi minuti. O meglio ancora, potrebbe unirsi a te nel tuo viaggio e incenerire chiunque sopraggiungesse nel tuo cammino.”
Kyra sorrise tristemente.
“Theo ora se n’è andato, padre.”
Lui la guardò con occhi pieni di meraviglia.
“Per sempre?” le chiese, ponendo la domanda di un signore che doveva condurrei suoi uomini in battaglia ma che era timoroso di domandare.
Kyra chiuse gli occhi e cercò di mettersi in sintonia, di ottenere una risposta. Desiderò che Theo le rispondesse.
Ma non sopraggiunse che un intorpidito silenzio. Per questo si chiese se avesse mai avuto una connessione con Theo fin dall’inizio o se l’avesse solo immaginata.
“Non lo so, padre,” rispose onestamente.
Lui annuì, accettando, con lo sguardo di un uomo che aveva imparato ad accettare le cose com’erano e a fare affidamento su se stesso.
“Ricorda cosa…” iniziò suo padre.
“KYRA!”. Un gridò eccitato squarciò l’aria.
Kyra si voltò mentre gli uomini si facevano da parte e le si gonfiò il cuore di piacere vedendo Aidan che attraversava di corsa i cancelli della città con Leo alle calcagna, saltando giù da un carro guidato dagli uomini di suo padre. Le corse incontro barcollando nella neve, Leo ancora più veloce e ben più avanti di lui, già pronto a saltarle tra le braccia.
Kyra rise quando Leo la buttò a terra mettendole le zampe sul petto e leccandole ripetutamente la faccia. Dietro di lei Andor ringhiò, già protettivo nei suoi confronti, e Leo balzò di lato pronto ad affrontarlo, ringhiando in risposta. Erano due creature temerarie, entrambe ugualmente protettive nei suoi confronti. Kyra se ne sentiva onorata.
Balzò in piedi e si mise trai due, tenendo Leo indietro.
“Va tutto bene, Leo,” disse. “Andor è mio amico. E tu Andor,” aggiunse voltandosi verso l’altro, “anche Leo è mio amico.
Leo si fece indietro con riluttanza, mentre Andor continuava a ringhiare, sebbene in modo diverso.
“Kyra!”
Kyra si girò e Aidan le corse tra le braccia. Lei lo abbracciò stretto mentre le piccole mani del fratellino si aggrappavano alla sua schiena. Era così bello abbracciare il fratello che era stata certa di non rivedere mai più. Era il pezzetto di normalità che le era rimasto nel vortice che era diventata la sua vita, l’unica cosa che non era cambiata.
“Ho sentito che eri qui,” le disse di corsa, “e ho subito chiesto un passaggio per venire a trovarti. Sono così contento che tu sia tornata.”
Lei sorrise tristemente.
“Temo non per molto, fratello mio,” gli disse.
Un lampo di preoccupazione attraversò il volto di Aidan.
“Stai partendo?” le chiese impietrito.
Il padre si intromise.
“Sta partendo per andare a trovare suo zio,” spiegò. “Lasciala andare ora.”
Kyra notò che suo padre aveva detto suo zio e non vostro, e si chiese il perché.
“Allora vado con lei!” insistette Aidan coraggiosamente.
Suo padre scosse la testa.
“No,” rispose.
Kyra sorrise al fratellino, così coraggioso come sempre.
“Nostro padre ha bisogno di te da qualche altra parte,” gli disse.
“Sul fronte di guerra?” chiese Aidan voltandosi speranzoso verso il padre. “Stai partendo per Esefo,” aggiunse di fretta. “Ho sentito! Voglio venire con te!”
Ma lui scosse la testa.
“C’è Volis per te,” rispose. “Starai qui, protetto dagli uomini che resteranno. Il fronte della battaglia non è posto per te ora. Un giorno.”
Aidan si fece rosso per la delusione.
“Ma io voglio combattere, padre!” protestò. “Non ho bisogno di starmene confinato in qualche forte vuoto con donne e bambini!”
Gli uomini ridacchiarono, ma suo padre era serio.
“La mia decisione è presa,” rispose brevemente.
Aidan si accigliò.
“Se non posso andare con Kyra e non posso venire con te,” disse rifiutandosi di cedere, “allora perché sto imparando come si combatte e come si usano le armi? Ha cosa serve tutto il mio allenamento?”
“Lascia che ti crescano i peli sul petto prima, fratellino,” rise Braxton facendosi avanti insieme a Brandon.
Le risate si levarono tra gli uomini e Aidan arrossì, chiaramente imbarazzato di fronte agli altri.
Kyra, sentendosi male per lui, si inginocchiò davanti a lui e gli mise una mano sulla guancia.
“Sarai un guerriero molto migliore di tutti loro,” lo rassicurò sottovoce in modo che solo lui potesse sentire. “Sii paziente. Nel frattempo sorveglia Volis. C’è bisogno anche di te. Rendimi orgogliosa di te. Tornerò, te lo prometto, e un giorno combatteremo battaglie grandiose insieme.”
Aidan parve ammorbidirsi un poco e si chinò ad abbracciarla di nuovo.
“Non voglio che tu vada via,” le disse sottovoce. “Ho fatto un sogno su di te. Ho sognato…” Sollevò lo sguardo con riluttanza, gli occhi colmi di paura. “… che morivi là fuori.”
Kyra si sentì scioccata a quelle parole, soprattutto dopo aver visto lo sguardo nei suoi occhi. Si sentì oppressa. Non sapeva cosa dire.
Anvin si fece avanti e le mise attorno alle spalle una pesante e spessa pelliccia che la scaldò subito. Kyra si alzò sentendosi quasi cinque chili più pesante, ma era riparata dal vento e dai brividi alla schiena. Sorrise.
“Le