La Prima Caccia . Блейк Пирс
di oggi. Dovrebbe essere davvero in grado di aiutarci. E’ decisamente l’uomo più perspicace che abbia mai conosciuto in vita mia.”
Zimmerman arrossì e abbozzò un sorriso.
Hayman gli chiese: “Dunque, che cosa ne pensa di quanto ha appena sentito dai miei studenti?”
Zimmerman inclinò la testa e rifletté per un momento.
Poi disse: “Beh, a quanto pare alcuni dei suoi studenti sembrano credere che ci sia una sorta di differenza morale in atto qui. Se si omette di aiutare qualcuno, che poi finisce ferito o ucciso, è sbagliato; ma va tutto bene, se non ci sono brutte conseguenze. Ma io non vedo la distinzione. I comportamenti sono identici. Le conseguenze diverse non cambiano il fatto che i comportamenti siano giusti o sbagliati.”
Un silenzio cadde sull’aula, mentre il pensiero di Zimmerman veniva assimilato.
Hayman chiese all’anziano professore: “Ciò significa che tutti qui dovrebbero struggersi per il senso di colpa insieme a Riley e Trudy?”
Zimmerman alzò le spalle.
“Forse semplicemente l’opposto. Il senso di colpa è utile? Riporterà in vita quella giovane donna? Forse ci sono emozioni più appropriate che tutti dovremmo provare al momento.”
Zimmerman si fermò di fronte alla scrivania e fissò gli studenti.
“Ditemi, quelli di voi che non erano amici di Rhea. Che cosa provate verso le sue due amiche, Riley e Trudy?”
L’aula divenne silenziosa per un momento.
Poi, Riley fu sorpresa al sentire alcuni singhiozzi rompere la quiete nell’aula.
Una ragazza sbottò con voce strozzata: “Oh, mi dispiace davvero tanto per loro.”
Un’altra aggiunse: “Riley e Trudy, vorrei che non vi sentiste in colpa. Non dovreste. Ciò che è successo a Rhea è già abbastanza terribile. Non riesco proprio ad immaginare il dolore che state provando adesso.”
Altri studenti fecero sentire il loro assenso.
Zimmerman rivolse alla classe un sorriso di comprensione.
Disse: “Immagino che a molti di voi sia noto che la mia materia è patologia criminale. Il lavoro della mia vita consiste nel provare a comprendere la mente dei criminali. E, negli ultimi tre giorni, ho cercato di trovare il senso di questo crimine. Al momento, sono davvero sicuro di una cosa. E’ stato un movente personale. Il killer conosceva Rhea e la voleva morta.”
Ancora una volta, Riley faticò a comprendere l’incomprensibile …
Qualcuno odiava abbastanza Rhea da ucciderla?
Poi Zimmerman aggiunse: “Per quanto sembri orribile, posso assicurarvi una cosa. Non ucciderà di nuovo. Rhea era il suo bersaglio, nessun altro. E sono certo che la polizia lo troverà presto.”
Infine, si appoggiò al bordo della scrivania e continuò: “Posso dirvi ancora una cosa: ovunque si trovi adesso il killer, qualunque cosa stia facendo, non prova quello che tutti voi sembrate provare. E’ incapace di empatia per la sofferenza altrui ed ancor meno può provare la vera empatia che percepisco in questa aula.”
Trascrisse le parole “comprensione” ed “empatia” sulla grande lavagna.
Chiese: “Qualcuno vuole rammentami la differenza tra queste due parole?”
Riley fu un po’ sorpresa dal fatto che Trudy avesse alzato la mano.
Trudy disse: “La comprensione è quando ci importa dei sentimenti altrui. L’empatia è quando in realtà condividiamo i sentimenti altrui.”
Zimmerman annuì e trascrisse le definizioni di Trudy.
“Esatto” disse. “Quindi, suggerisco, che tutti noi mettiamo da parte il senso di colpa. Concentriamoci invece sulla nostra capacità empatica. Ci separa dai mostri più terribili del mondo. E’ preziosa, soprattutto in un momento come questo.”
Hayman sembrò soddisfatto dalle osservazioni di Zimmerman.
Disse: “Se a tutti sta BENE, penso che interromperemo qui la lezione di oggi. E’ stata alquanto intensa, ma spero che sia stata utile. Ricordate però, state tutti elaborando dei sentimenti piuttosto forti ora, persino voi che non eravate amici di Rhea. Non aspettatevi che dolore, shock e orrore svaniscano tanto presto. Lasciate che seguano il loro corso. Fanno parte del processo di guarigione. E non temete di rivolgervi ai consiglieri scolastici, se necessario. O parlatene tra di voi. O a me e al Dottor Zimmerman.”
Quando gli studenti si alzarono per lasciare l’aula, Zimmerman gridò …
“Uscendo, date a Riley e Trudy un abbraccio. Potrebbe essere loro utile.”
Per la prima volta da quando era cominciata la lezione, Riley si sentì infastidita.
Che cosa gli fa pensare che abbia bisogno di un abbraccio?
La verità era che gli abbracci erano le ultime cose che lei voleva al momento.
Improvvisamente, ricordò che questa era la cosa che non aveva apprezzato del Dottor Zimmerman quando aveva seguito una lezione con lui. Era troppo affettuoso per i suoi gusti, ed era sdolcinato in tante cose. Gli piaceva dire agli studenti di scambiarsi abbracci.
Il che sembrava un po’ strano per uno psicologo specializzato in patologia criminale.
Sembrava anche strano per un uomo così empatico.
Dopotutto, come poteva sapere se lei e Trudy desideravano o meno essere abbracciate? Non si era nemmeno preoccupato di chiedere.
Quanto è empatico?
Riley non riuscì a fare a meno di pensare che l’uomo fosse falso nel profondo.
Ciò nonostante, restò lì stoicamente, mentre riceveva un abbraccio dopo l’altro. Alcune studentesse erano in lacrime. Notò che a Trudy non era sgradita questa attenzione. Infatti, continuava a sorridere tra le sue stesse lacrime dopo ogni abbraccio.
Forse sono solo io, Riley pensò.
C’era qualcosa di sbagliato in lei?
Forse non provava gli stessi sentimenti delle altre persone.
Non trascorse molto tempo e tutti gli abbracci terminarono. La maggior parte degli studenti aveva lasciato l’aula, inclusi Trudy e il Dottor Zimmerman.
Riley fu contenta di avere un momento da sola con il Dottor Hayman. Lo raggiunse e disse: “La ringrazio per aver parlato di colpa e responsabilità. Ne avevo davvero bisogno.”
L’uomo le sorrise e disse: “Mi fa piacere di essere d’aiuto. So che dev’essere molto dura per te.”
Riley abbassò la testa per un momento, raccogliendo il coraggio per dire qualcosa che davvero voleva dire.
Finalmente, disse: “Dottor Hayman, probabilmente non ricorda, ma ero alla sua Introduzione al corso di Psicologia al primo anno.”
“Ricordo” disse.
Riley deglutì il suo nervosismo e aggiunse: “Ecco, avrei sempre voluto dirglielo … lei mi ha davvero ispirato a specializzarmi in psicologia.”
Hayman sembrò un po’ stupito ora.
“Wow” esclamò. “E’ davvero bello sentirlo. Grazie.”
Restarono a guardarsi per un imbarazzante momento. Riley sperava di non essersi resa ridicola.
Infine, Hayman disse: “Ascolta, ti ho notata a lezione, quello che scrivi, le domande che poni, le idee che condividi con tutti. Hai una buona mente. E sento che … hai delle domande su quello che è successo alla tua amica, che la maggior parte degli altri ragazzi non ha neanche in mente, forse non vuoi neanche pensarci.”
Riley deglutì ancora. L’uomo aveva ragione, naturalmente, quasi misteriosamente ragione.
Ora questa