Una Amore come il Loro . Sophie Love

Una Amore come il Loro  - Sophie Love


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non le prestava davvero l’attenzione che avrebbe dovuto. Il rapporto di Cristiano con i suoi genitori era ammirevole. Era solo per il fatto che Keira metteva la sua carriera davanti a tutto il resto che lei non condivideva un simile rapporto con la madre. Si rese conto che c’era molto che poteva imparare da lui.

      Finì rapidamente la doccia e ne emerse con i capelli fradici, poi si avvolse in uno degli asciugamani di bambù della madre prima di riuscire in corridoio. Mentre si aggirava per l’appartamento, un rumore proveniente dalla cucina attirò la sua attenzione. Curiosa, si avvicinò e infilò la testa nella porta.

      “Mamma?” chiese, quando vide sua madre in piedi in accappatoio.

      La donna sbadigliò. “‘giorno, cara. Caffè?”

      Keira sorrise alla madre. “Ti sei svegliata presto solo per farmi il caffè?” domandò, commossa. “Aveva pensato di prenderne uno sulla strada per il lavoro.”

      “Non mi capita di poterlo fare tutti i giorni,” rispose Mallory.

      Keira entrò in cucina e baciò la madre sulla guancia. “È fantastico. Grazie,” disse.

      Mallory sembrò sorpresa. “Credo che Cristiano abbia un’influenza positiva su di te,” commentò.

      “Penso che tu abbia ragione,” rispose Keira.

      Tornò in camera sua e si vestì al buio, mentre il profumo del caffè iniziava a filtrare da sotto la porta. Quando emerse dalla stanza, la luce del sole stava iniziando a illuminare l’appartamento.

      “Sta ancora dormendo?” chiese Mallory non appena fu tornata in cucina.

      “Sì,” confermò lei, prendendo il caffè che la madre le offriva. Ne bevve un sorso. Era un po’ amaro ma non si poteva aspettare che sua madre facesse la tazza perfetta a quell’ora del mattino! “Non lo bombarderai di domande non appena si sveglia, non è vero?”

      Mallory emise un verso di riprovazione. “Cara, dobbiamo sapere chi è. Non puoi semplicemente dichiarare il tuo amore per un uomo nuovo ogni mese e aspettarci che non siamo almeno un po’ sospettose.”

      Keira sospirò, leggermente esasperata. “Okay, mamma, lo capisco. Ultimamente mi comporto come una matta. Solo, non farmelo scappare via.” Buttò giù il caffè in una sorsata e poi baciò di nuovo la madre sulla guancia. “Ti voglio bene. Grazie per la cena.”

      Poi si affrettò per prendere il metrò fino a lavoro.

      *

      Un’ora di metropolitana non era mai il modo migliore per iniziare la giornata. Quando finalmente scese, Keira si sentiva sporca, unta come se quella mattina non si fosse nemmeno fatta la doccia. E aveva i vestiti tutti spiegazzati. Non era il genere di impressione che voleva dare il suo primo giorno di ritorno in ufficio.

      Ma quando superò le grandi porte di vetro del Viatorum, capì che non avrebbe dovuto preoccuparsi affatto del suo aspetto. Alla sua apparizione i colleghi balzarono in piedi dalle sedie e le andarono incontro.

      “Keira!” gridò Denise, abbracciandola strettamente. “Ce l’hai fatta.”

      “Che cosa?” domandò Keira.

      “Hai salvato tutti i nostri lavori!” rispose lei. “Stiamo guadagnando moltissimo, Lance non crede che ci sia bisogno di cambiare niente. Niente rubrica dei consigli o pagine di ricette.” Fece una smorfia.

      “Beh, è fantastico,” rispose Keira, sorridendo, non convinta del tutto che fosse unicamente merito del suo articolo.

      “Quando possiamo incontrarlo, allora?” chiese Denise, sembrando emozionata e ansiosa.

      “Incontrarlo?” ripeté Keira.

      “Cristiano!” esclamò la collega.

      Keira notò l’aria sognante che assunse quando disse il suo nome.

      “Beh, non avevo intenzione di portarlo in ufficio,” scherzò, un po’ perplessa.

      Denise si accigliò. “Ma devi farlo. Non puoi farci innamorare di un uomo e poi non farcelo nemmeno vedere! Voglio dire, dalla tua descrizione sembra bellissimo. È bellissimo?”

      “Beh, sì, ma…” iniziò lei.

      “Allora devi farcelo incontrare!” continuò Denise. “Ti prego, Keira!”

      La scrittrice fece una smorfia. Cristiano non era solo un accessorio del suo articolo. Era davvero il suo innamorato. Le sembrava che Denise stesse confondendo la realtà con la finzione. Keira aveva accidentalmente trasformato Cristiano nel protagonista di una storia d’amore?

      Proprio allora notò Nina alla sua scrivania, intenta a battere sulla tastiera, e le fece un cenno di saluto. Nina concluse quello che stava facendo e si avvicinò. Le due donne si abbracciarono.

      “Ottimo lavoro con l’articolo, Keira,” disse Nina. “Di nuovo.”

      Lei arrossì. “Grazie.”

      “È bello riaverti tra di noi.”

      “È bello essere tornata,” sorrise Keira. “È passato talmente tanto tempo che mi è persino piaciuto lavarmi i vestiti.”

      Fece per tornare nel suo ufficio ma Nina la prese per un braccio, fermandola sul posto.

      “Non così in fretta,” disse. “Elliot vuole vederti.”

      “Oh?” chiese Keira, lanciando un’occhiata verso la porta aperta del suo ufficio. Non riuscì a trattenere l’ansia che l’assalì. Anche se lei ed Elliot erano in buoni rapporti, l’uomo era ugualmente una figura autoritaria, in gran parte anche grazie alla sua enorme stazza. “Adesso?”

      “Già, adesso,” disse Nina, sorridendo.

      C’era qualcosa nei suoi occhi, un segreto che stava nascondendo a Keira. Servì solo ad accrescere il suo senso di trepidazione.

      Prendendo un profondo respiro, cambiò rotta e si diresse verso l’ufficio di Elliot.

      Quando entrò dalla porta, lui alzò lo sguardo. Con sorpresa di Keira, l’uomo si alzò e aprì le braccia per abbracciarla. Keira si lasciò stringere goffamente, sentendosi come una bambina che abbracciasse un lontano zio. La cordialità non gli si confaceva.

      “Il ritorno della mia eroina,” disse Elliot, riaccomodandosi a sedere. “Sono certa che tu abbia sentito le novità?”

      “Quali novità, esattamente?” chiese Keira.

      “A proposito della crescita di vendite.”

      “No…” ammise lei.

      Elliot continuò. “Sono salite alle stelle. Lance è entusiasta. Ha detto che finché riusciamo a mantenere questo ritmo non avrà affatto bisogno di intervenire nella direzione della rivista. Può rimanere tutto esattamente come è. Basta che tu continui a fare quello che hai fatto.”

      Keira non era certa di come interpretare quella frase. “In che senso?”

      “Gli articoli sull’amore,” spiegò Elliot. “La Guru del Romanticismo.”

      Keira sentì un improvviso peso nel petto. Elliot non aveva letto il suo ultimo articolo? Ormai era innamorata. Innamorata realmente di una persona autentica che voleva stare insieme a lei. Non come Shane, che aveva avuto altre priorità. Quella volta, Cristiano aveva viaggiato per mezzo mondo per lei, lasciando indietro casa sua, la sua famiglia, il suo lavoro e il suo paese. Non ci sarebbe più stata nessuna Guru del Romanticismo, non se era necessario innamorarsi di nuovo!

      “Chiedo scusa,” iniziò Keira. “Stai dicendo che vuoi che scriva un altro articolo della Guru del Romanticismo?”

      “Ma certo,” rispose Elliot, sembrando confuso. “È quello che vogliono tutti. I nostri lettori. La adorano. Non ne hanno mai abbastanza. Sono insaziabili. E dobbiamo mantenere il ritmo. Quindi dovremo rispedirti subito all’estero.”

      Il


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