Il Cuore Del Tempo. Amy Blankenship
a lui, quindi era lui che dettava le regole. «Mi dispiace, non lo sapevo.» gli disse sinceramente. Sentendo la propria rabbia placarsi, intrecciò le mani. Iniziò ad agitarsi perché, in realtà, Kyou non sembrava contento neanche adesso che si era scusata.
Lui fece un passo avanti e, osservandola, notò la scollatura. «Non mi è stato detto che avevi programmi per stasera.». Sentì Kyoko incupirsi a quelle parole e vide i suoi occhi brillare, ma non gli importava. Se doveva proteggerla, doveva sapere tutto quello che faceva. Sapeva come si comportavano le ragazze lì, ma sentiva che l’odore di Kyoko era ancora puro, diverso da quello delle altre... era innocente.
Kyoko si morse il labbro inferiore, chiedendosi se avrebbe dovuto avvertirlo di ogni sua mossa. «Non sapevo di doverti avvertire quando esco.». Cercò di mantenere una voce calma, sapeva che doveva stare al proprio posto se voleva una certa libertà.
«Vado con Suki e Shinbe.» aggiunse con fermezza, sperando che lui non cercasse di fermarla.
Kyou le si avvicinò ancora di più ma lei indietreggiò per non guardarlo. Lui sorrise tra sé e fece un altro passo avanti. La bloccò letteralmente contro il muro, lasciandosi circondare dal suo profumo.
«Vestita così?» le disse con tono adirato.
Kyoko spalancò gli occhi, adesso lui era vicinissimo ed era così alto. E... che cosa aveva detto?! Vestita come...? Lo guardò con insolenza.
«Qual è il problema con i miei vestiti?» sbottò Kyoko, addossandosi al muro quando lui le avvicinò il viso all’orecchio. Sentiva il suo respiro caldo sul collo.
«Sei a caccia di avventure?» le sussurrò lui con tono pericoloso.
All’improvviso Kyoko aveva paura del Guardiano che aveva di fronte. In circostanze normali, quelle parole l’avrebbero mandata su tutte le furie, mentre adesso non voleva far altro che nascondersi in un angolino buio. Se fosse caduto uno spillo, sarebbe sembrato come un tuono in quel silenzio. Per poco non le venne un colpo quando sentì un’altra voce, «Kyoko, sei pronta?». Toya era appoggiato al muro e li osservava. Fiutava la paura di Kyoko a tre metri di distanza. Lanciò un’occhiataccia a Kyou mentre la ragazza gli passò sotto un braccio e si diresse in tutta fretta verso di lui.
Kyou si raddrizzò, assumendo di nuovo la sua aria di indifferenza, e guardò Toya che si mise tra lui e Kyoko, come per nasconderla dalla sua vista.
Quella scena non gli era nuova... poi disse con freddezza: «Se lei esce, allora tu non la perderai di vista.». I muscoli della mascella s’irrigidirono mentre serrava i denti, non gli piaceva che suo fratello la vedesse vestita in quel modo.
Toya capì che Kyou era serio e il suo sguardo gli mise quasi i brividi. «Sì, lo so già.» ribatté, poi si voltò e prese Kyoko per mano, «Andiamo.». La sua voce era gentile.
Kyoko non aveva intenzione di opporsi e non le dispiaceva che Toya la stesse praticamente portando via. “Prima ce ne andiamo, meglio è.” pensò. In quel momento non desiderava altro che allontanarsi, era nervosa e percorse le scale in fretta.
Toya le lasciò la mano appena furono lontani dalla vista di Kyou. La vide accelerare il passo e si accigliò. Aveva sentito quello che le aveva detto Kyou, era un Guardiano e il suo udito era eccellente. Era andato a cercare Kyoko dopo aver visto Suki schizzare giù per le scale, facendolo quasi cadere.
Le parole che Kyou aveva sussurrato a Kyoko lo irritavano ma non poteva far altro che fingere di non averle sentite. Non aveva mai pensato di fare del male a Kyou ma... sentirlo dire una cosa del genere aveva fatto emergere il suo lato peggiore. Lei non aveva fatto nulla per essere trattata in quel modo.
Toya cercò di scacciare quella brutta sensazione quando raggiunse gli altri.
*****
Quando entrarono nel club, Suki notò che Kyoko era stranamente silenziosa e, alla fine, trovò il coraggio per chiederle: «Che cos’è successo con Kyou?».
«Niente di importante.» rispose Kyoko, non volendo parlarne, poi ricordò le sue parole: «Ha detto che d’ora in poi nessuno può salire lì, tranne me e Toya.». Scrollò le spalle con rammarico, poi notò che Toya la stava guardando.
Si chiese se avesse sentito quello che aveva detto Kyou, poi arrossì e distolse subitolo sguardo, non voleva conoscere la risposta a quella domanda. Probabilmente era la sua ultima serata libera, quindi si schiarì la mente e si guardò intorno, con l’intenzione di divertirsi in qualche modo.
Suki spalancò gli occhi quando si sentì abbracciare da dietro. Girò la testa per vedere chi fosse e si ritrovò a fissare un paio di occhi color ametista.
Shinbe abbassò la testa e le sfiorò il collo sogghignando. «Vieni a ballare con me.» le disse con voce seducente.
«Ma siamo appena arrivati.» ribatté lei, cercando di allontanarsi ma senza troppa convinzione.
«Lo so.» disse Shinbe, facendo l’occhiolino a Kyoko. «Volevo evitare che te lo chiedesse qualcun altro.». Le fece scorrere una mano sul ventre, poi la fece girare per guardarla. Guardando Kyoko con aria maliziosa, le disse: «Forse te la riporto dopo.».
Suki annuì, cercando di nascondere il rossore che le affiorò sulle guance. Shinbe la condusse sulla pista da ballo, lasciando Kyoko e Toya lì impalati.
Kyoko sapeva che i suoi nervi non potevano resistere e si diresse verso il bar, bere qualcosa l’avrebbe aiutata a rilassarsi un po’. Non guardò neanche se Toya la stava seguendo o no. Sapeva che aveva l’ordine di sorvegliarla, non avevano certo un appuntamento. Era quasi dispiaciuta per lui.
Guardò il tipo dietro il bancone e, scrollando le spalle, gli disse: «La specialità della casa, qualunque cosa sia.». Lui annuì e lei gli sorrise, poi poggiò venti dollari sul bancone... non aveva idea di quello che aveva ordinato, era la prima volta che andava in un bar. Aveva finto il contrario perché l’aveva visto fare tante volte in TV e nei film... sperava solo che nessuno notasse il suo nervosismo.
Toya le si avvicinò dopo aver visto che il barista continuava a fissarla mentre le preparava il drink. Incrociò il suo sguardo e ringhiò, avvertendolo di starsene al suo posto. Percepiva altri sguardi su Kyoko, oltre a quello del barista, e la cosa non gli piaceva.
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