Riportare Alla Luce Il Re Dei Fae. Brenda Trim
>Riportare alla Luce il Re dei Fae
Questo libro è un’opera di fantasia. I nomi, i personaggi, i luoghi e gli eventi descritti sono frutto dell’immaginazione dell’autrice oppure sono usati in modo fittizio. Qualsiasi somiglianza con persone, viventi o defunte, luoghi o fatti reali è puramente casuale.
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Creato con Vellum
Ed improvvisamente sai che…è giunto il momento di intraprendere qualcosa di nuovo e di fidarsi della magia dei nuovi inizi. Questo libro è per tutti i miei fan. Vi ringrazio per continuare questo viaggio insieme a me, immergendovi in questo nuovo mondo che ho creato.
CAPITOLO UNO
“Devi andartene, Ryker. Non puoi restare qui. Se non te ne andrai ti prenderanno” disse Galina, sua madre, nel riporre alcuni vestiti del figlio in un borsone di tela che aveva riposto sul fondo del suo armadio.
“Di cosa stai parlando, mamma? Non posso lasciarti da sola. Non farò come papà che ti ha abbandonata agli umani” obiettò Ryker.
Sua madre interruppe ciò che stava facendo e lo guardò negli occhi. Odiava vedere le lacrime che si accumulavano nei suoi occhi color lavanda. La donna aveva lavorato sodo per prendersi cura di lui e proteggerlo dalla corruzione di Bramble’s Edge.
La vita per la maggior parte dei suoi amici consisteva in una partita di dodgeball e nel avventurarsi lungo le strade di Bramble's Edge in cerca di lavoro, cibo o divertimento. Non era facile essere un Fae nel reame dei Mag Mell. In passato il reame era stato dei Fae, ma era prima che venisse invaso dagli umani.
In seguito i Fae dell'età di sua madre erano stati costretti a trasferirsi nella piccola area di Bramble’s Edge, dove tutti i Fae venivano controllati ed utilizzati per il miglioramento umano. Ryker non conosceva la vita prima che tutti i Fae venissero spostati nella cittadina, e non gli importava. Tutto ciò che contava era sopravvivere e prendersi cura di sua madre.
“Qui non è più sicuro per te. Ho promesso che ti avrei tenuto al sicuro”.
Ryker attraversò la stanza ed accolse sua madre in un abbraccio. La donna gli arrivava al petto. La sua statura minuta solidificava il desiderio di proteggerla. Sua madre aveva fatto abbastanza per lui. Ryker era finalmente in grado di ricompensarla.
Voleva avvolgerla nelle sue nuove ali blu e nere per difenderla da ulteriori abusi. Dalla posizione in cui si trovava il ragazzo vedeva perfettamente le ali arancioni e gialle della donna. Era in parte sollevato di aver effettuato completamente la transizione.
Aveva trascorso anni nel limbo, chiedendosi quando i suoi poteri si sarebbero finalmente manifestati. A ventiquattro anni il suo sviluppo era nella media. La maggior parte dei Fae raggiungevano quel punto dai ventuno ai ventitré anni, effettuando la transizione verso la fine dei vent’anni.
Sua madre non era anziana in quanto Fae. La loro specie non invecchiava come gli esseri umani i quali, secondo Ryker, erano stati creati per farli impazzire. I capelli biondo cenere di sua madre non rispecchiavano l’età della donna come succedeva agli umani. In sé aveva più vita di ogni altro umano di sessantatré anni.
I Fae vivevano per centinaia, se non migliaia di anni, ed avevano abilità straordinarie rispetto agli esseri umani. Certo, alcuni umani erano dotati di preveggenza, telepatia ed abilità simili circoscritte alla mente—niente di simile a ciò che i Fae erano in grado di fare.
Ryker credeva che i Fae non sarebbero stati soggiogati per sempre. Confidava nel fatto che la sua specie avrebbe reclamato il proprio potere. Le ali del ragazzo gli svolazzarono sulla schiena, ricordandogli il motivo della conversazione che stava intrattenendo con sua madre.
“Devi scappare e metterti al riparo” gli ordinò Galina. “I tuoi poteri si stanno manifestando”. Le parole della donna fecero portare lo sguardo di Ryker dietro di sé, ed il ragazzo osservò le sue ali di color blu elettrico. Parte di sé era emozionato di scoprire quali fossero i suoi poteri e capire quali abilità possedesse, ma era anche terrorizzato dall’idea. Si trattava di qualcosa che avrebbe cambiato tutto, e Ryker non era pronto per un mutamento simile.
Era nel momento in cui si facevano più forti che i Fae sviluppavano i propri poteri. La sua specie era in grado di controllare gli elementi. Alcuni erano capaci di manifestare ed utilizzare il fuoco, mentre altri facevano lo stesso con l’acqua, la terra o l’aria. I Fae rari potevano addirittura controllarli tutti e quattro, oltre allo spirito.
“Sì, ma posso nasconderli. Non ti lascerò. Ho intenzione di imparare a controllarli in modo da trovare un lavoro, così non dovrai più pulire le case della terra di mezzo”.
Il bussare con forza alla porta d’ingresso riverberò nel piccolo appartamento, quindi Galina si diresse verso la fonte del suono. La donna si portò la mano sulla bocca quando guardò fuori dalla finestra. “Esci dal retro, io li mando via”.
“Come sapevano di dover venire qui oggi?” si domandò Ryker. Il ragazzo era a conoscenza solamente da qualche ora dello sviluppo dei propri poteri. L’improvviso influsso di forze gli avevano fatto percepire i suoi stessi arti come se avessero avuto una vita propria, ciò appena prima che il colore pervadesse le sue ali fino ad allora pallide. Ogni Fae era nato con ali dal color pesca chiaro, gradazione che si faceva più intensa con il passare del tempo. Quando la transizione giungeva a compimento, il colore mutava totalmente, e nella maggior parte dei casi le ali si dipingevano di nero o di un altro colore scuro.
Quando aveva provato a farsi una doccia la luce del bagno era scoppiata, e l’acqua si era raffreddata prima di ritornare calda con una veemenza da capogiro. Sua madre gli aveva spiegato che cosa stava succedendo; la donna aveva sostenuto di credere che Ryker sarebbe stato in grado di padroneggiare più di un elemento. Poi aveva iniziato a preparare i bagagli al figlio.
“A loro non sfugge niente. Lo sai, Ryk. Adesso va’” lo sollecitò. “Trova una Peridun, è oltre il bordello. Lei ti condurrà al sottosuolo. Ti voglio bene”.
Ryker si portò la sacca sulla spalla e si diresse verso la finestra, ma poi mise in discussione la propria voglia di andarsene. Non aveva nessuna voglia di prendere parte alla Bramble’s Edge Academy. Tutti coloro che avevano affrontato il programma erano diventati schiavi.
“Tornerò” le promise.
La voce di sua madre era squillante nella loro umile dimora, come a copertura del movimento di Ryker dell’aprire la finestra. La porta d’ingresso cigolò, ed al suono seguì immediatamente l’eco di passi pesanti. Il ragazzo saltò quindi fuori dalla finestra. L’edificio accanto si trovava a meno di un metro da casa sua, ma Ryker quasi scivolò quando raggiunse il sudicio cornicione.
“Fermo. Non spiccare il volo” ordinò un uomo dalla finestra aperta. Ryker rimase dove si trovava, ma spiegò le ali in risposta. Il Fae imprecò e si arrampicò fuori dalla stessa finestra da cui era uscito il ragazzo. Ryker odiava arrabbiarsi o litigare con quelli della sua stessa specie.
Ogniqualvolta vedeva degli agenti di polizia aggirarsi per la cittadina si chiedeva quanti di essi volessero veramente svolgere quel lavoro. Aveva la sensazione che non tutto nel loro mondo fosse come sembrava. Aveva ignorato le voci sullo stato in cui versava il resto del loro reame, oltre al modo in cui gli umani erano saliti al potere. Doveva esserci di più in gioco.
Ryker