Riportare Alla Luce Il Re Dei Fae. Brenda Trim

Riportare Alla Luce Il Re Dei Fae - Brenda Trim


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la donna voltò istintivamente il capo, ed il sangue di quest’ultima schizzò sul muro.

      “Che cazzo hai fatto?” l’agente che tratteneva Maurelle ammonì il collega.

      Doveva trattarsi di un incubo, pensò Maurelle nell’osservare la madre accasciarsi al suolo. Le mancava parte del cranio, ed i suoi occhi marroni erano vitrei.

      “Mamma” urlò, e lo stomaco le si contrasse alla vista. Il tè che aveva bevuto prima le risalì e le uscì dalla bocca e dal naso. Maurelle osservò con attenzione il petto della madre, sperando di vederlo alzarsi ed abbassarsi, ma venne spinta fuori dalla porta prima di poter stabilire se la madre fosse viva o morta.

      “Chiamate papà” ordinò Maurelle alle sorelle quando venne forzata giù dalle scale. Il sole splendente derideva il dolore che la distruggeva mentre il Fae la spingeva verso un camioncino. L’uomo la fece coricare prona, e quando fece aderire un disco alle catene queste caddero a terra.

      Si rimise velocemente in piedi e cercò di allontanarsi dai suoi rapitori in modo da poter correre da suo padre. I due chiusero però gli sportelli del veicolo, impedendole di scappare, e quando Maurelle guardò fuori dal vetro vide le sue sorelle abbracciate sulla soglia del condominio che chiamavano casa. Non poteva essere vero, si disse.

      Le si frantumò il cuore in un milione di pezzi, quindi diede un calcio agli sportelli che la tenevano lontano dalle sorelle. Non sarebbe potuta esserci per confortare suo padre e non sarebbe nemmeno stata in grado di poter fare lo stesso con Nyx ed Erlina.

      Strinse le dita attorno alle sbarre ed urlò a perdifiato in modo che qualcuno la potesse sentire mentre veniva portata via. Per la prima volta da quando aveva acquisito i suoi poteri non le venne una visione toccando un oggetto.

      La vita reale si era impossessata della sua anima, distruggendola e rifiutandosi di riconsegnargliela. Avevano ucciso sua madre senza pietà, solo perché non voleva mandare Maurelle alla loro stupida Accademia. Come poteva andare avanti quando la sua dolce ed amorevole madre se n’era andata? Non sarebbe nemmeno stata in grado di dirle addio e mandare il suo spirito nell’aldilà.

      La cosa non avrebbe dovuto sorprenderla, dato ciò a cui aveva assistito nella propria visione. Chi permetteva che i Fae venissero seviziati in tal modo doveva essere qualcuno a cui non importava chi veniva danneggiato nella propria corsa alla dominazione e al potere.

      CAPITOLO TRE

      Una fitta di dolore raggiunse Ryker alla spalla quando analizzò le immagini proiettate sul tavolo davanti a sé. Non riusciva a sollevare il braccio infortunato senza sentire male. Dopo aver ripreso coscienza nell’infermeria dell’Accademia la vita era stata meglio di quanto si aspettava.

      In qualche modo era rigenerante rendersi conto che gli umani non avevano perpetrato un programma malefico dal primo momento in cui era entrato all’Accademia. Ryker era onestamente sorpreso da quanto tutto sembrasse normale. Ogni Fae doveva frequentare obbligatoriamente la scuola per diversi anni per imparare a leggere e scrivere ed altre discipline.

      Dal punto di vista storico, la Bramble’s Edge Academy aveva lo scopo di aiutare i Fae ad imparare a gestire i propri poteri una volta acquisiti in età adulta. All’Accademia non ci si concentrava sull’istruzione in senso stretto, gli alunni imparavano infatti a controllare le loro abilità. Forse era tutto ciò che sarebbe accaduto.

      Da quando era giunto all’Accademia non era successo niente di sospetto né tantomeno nefasto, il che fece dubitare a Ryker della propria infanzia. Nello specifico si chiedeva il perché sua madre gli avesse sempre detto che gli umani erano creature maligne con la sola intenzione di controllare il reame dei Fae.

      Era forse possibile che in realtà l’Accademia fosse gestita da Fae senza nessun doppio fine? Dato il modo in cui era stato trattato gli sembrava un’opzione plausibile. Il guaritore aveva trascorso un paio di giorni a riparare l’ala del ragazzo centimetro per centimetro, in modo che potesse riprendere a volare.

      Qualcuno intenzionato a controllarlo ed a renderlo schiavo non si sarebbe tanto interessato a curare il suo infortunio. Si ricordò di quando sua madre gli aveva detto di non fidarsi di nessuno e di tenere la testa bassa e passare inosservato.

      Era quello il suo piano all’Accademia. Avrebbe scontato la propria pena senza farsi notare. Non sarebbe stato difficile; avrebbe compreso le proprie abilità ed avrebbe stabilito come si fosse radicata la propria affinità. Uno dei suoi coinquilini era un Fae di terra, mentre un altro controllava l’elemento acqua. Un terzo invece sembrava poter dominare entrambi gli elementi.

      Si trattava di qualcosa di inaudito per Ryker. Molto pochi Fae gestivano più di un elemento, e quando lo facevano, questi ultimi erano complementari. Parte di lui voleva essere in grado di gestire più di un elemento, ma non sapeva come mai.

      Non che avesse idea di che cosa ciò avrebbe implicato. In base a ciò che gli aveva detto Sol, avrebbe significato seminari extra e sessioni pratiche. Nel tempo libero a Ryker piaceva giocare a pallacanestro, ma al momento non era possibile.

      Scelse quindi la pietanza che desiderava mangiare, e poi si guardò attorno nella mensa. Non aveva mai visto un luogo come la Bramble’s Edge Academy. I dormitori erano grandi come l’appartamento che divideva con la madre, e la caffetteria era enorme, adornata da tavoli e sgabelli a perdita d’occhio. Ai Fae non era consentito l’accesso alla tecnologia, quindi Ryker restò sorpreso del fatto che il modo per ordinare il cibo consisteva in immagini proiettate sul tavolo. Quando premette il bottone corrispondente alla pietanza, lo sentì vibrare sotto al dito.

      I suoi coinquilini gli avevano spiegato che le selezioni effettuate dal menù venivano servite poco dopo aver toccato i bottoni decorati dal logo della scuola. A Ryker era sempre piaciuto molto il logo dell’Accademia. Qualcosa nelle lettere ‘BE’ circondate da rovi spinosi gli toccava l’anima. Molte cose all’esterno della cittadina gli suscitavano emozioni diverse.

      Dato l’incoraggiamento di sua madre a scappare prima di essere catturato, Ryker si aspettava di odiare tutto dell’Accademia, ma non era stato così. In realtà ne apprezzava diversi aspetti. I muri di pietra dei vecchi edifici erano intrisi di magia dei Fae, e la cosa sembrava portargli gioia. Si rendeva conto che fosse qualcosa di molto strano, ma era ciò che provava.

      Le classi ed i campi su cui fare pratica erano inoltre profondamente differenti dalla sua vecchia scuola. C’era molto spazio per allenarsi ed apprendere ciò che non aveva imparato in passato. Da ragazzino frequentava una piccola scuola che serviva solamente i complessi residenziali della sua strada. La sua scuola elementare si trovava al piano superiore di un panificio, e gli alunni mangiavano in classe.

      Il cibo servito all’Accademia teneva inoltre testa ai piatti di sua madre. Non che la donna fosse la cuoca migliore della cittadina, pensò. Proponevano una vasta selezione che includeva anche uno spezzatino di qualche tipo, perfetto per quando faceva più freddo.

      A Mag Mell faceva raramente caldo e pioveva spesso, quindi Ryker preferiva consumare pasti abbondanti. A Bramble’s Edge era invece difficile trovare frutta e verdura fresche, ma all’Accademia non sembrava presentarsi lo stesso problema.

      Ryker non era stato sicuro di che cosa aspettarsi quando sarebbe stato dimesso dall’infermeria ed avrebbe pranzato alla mensa. Non si era immaginato che avrebbe avuto a disposizione una dozzina di piatti a scelta, poiché in infermeria aveva mangiato cibi insipidi e noiosi.

      Considerato il modo in cui sua madre aveva descritto gli orrori dell’Accademia, Ryker pensava che gli sarebbero state proposte pietanze misteriose e che non avrebbe avuto scelta. Molto di quanto vedeva attorno a sé non rispettava i preconcetti che nutriva circa l’Accademia.

      Delle piante vere riempivano gli angoli della sala, e le finestre a tutt’altezza fornivano la vista pacifica sull’oceano.

      Come poteva essere possibile che un luogo così magico non fosse adatto a lui?

      Ryker alzò lo sguardo quando Sol e Brokk lo raggiunsero al tavolo. Il suo terzo coinquilino, Daine, sedeva già con lui.

      “Hai già ricevuto un avviso per la tua valutazione?” domandò Sol.

      Ryker


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