Un Bacio Audace. Dawn Brower
a che fare con nessuno dei due. Una lacrima le rigò la guancia. Se l’asciugò e corse nella sua stanza. Almeno la sua stanza non era lontana. Era vicina agli alloggi dei domestici. Dal momento che era figlia illegittima, non meritava di stare con la famiglia al piano superiore. Aveva una stanzetta con un letto angusto e un armadio minuscolo. Le aveva messo a disposizione un abito grazioso per quei momenti in cui richiedeva la sua presenza durante le cene, insieme a un vestito da giorno e uno da passeggio. Sistemò molto facilmente i due vestiti nella borsa da viaggio con i suoi pochi effetti personali. Cucì i suoi risparmi in una tasca del vestito da giorno che al momento aveva indosso.
Si precipitò nella sua stanza, afferrò la borsa e si diresse verso l’ingresso posteriore. Natalia afferrò il mantello dal gancio vicino e se lo fece scivolare addosso uscendo. Suo padre non l’avrebbe cercata subito. Era troppo impegnato a bere e a far festa con il francese nel suo studio. Il Visconte non era neanche leale verso il suo paese. Badava solo a se stesso. Natalia era completamente e assolutamente disgustata da lui. Desiderava poter rivendicare un altro uomo come padre.
La neve stava ancora scendendo e si era levato il vento. Ma non le importava. A patto che arrivasse prima al borgo di Faversham in tempo per prendere la carrozza postale, per lasciarsi tutto alle spalle così alla fine tutto sarebbe andato bene. Altrimenti la sua fuga richiederebbe più tempo per realizzarsi. Il freddo le si insinuava dentro, ma non voleva che la fermasse. Natalia continuò a muovere i suoi piedi più veloce che poté. Dopo un quarto d’ora, alla fine raggiunse i margini della città. Stavano caricando la carrozza davanti alla locanda. E non poteva lasciarla partire senza di lei. Natalia abbracciò la borsa da viaggio al petto e andò verso il capolinea. Quando raggiunse la carrozza, aveva il respiro irregolare.
“Aspettate,” disse riprendendo fiato. “Per favore… Aspettate!”
“Desiderate acquistare la corsa?”, chiese il cocchiere. Aveva dei capelli bianchi come neve che scende dal cielo, ma le tempie brizzolate. Il volto era rosso a causa dei venti invernali e le guance e il naso più rosei del resto.
“Lo faccio?” Annuì rabbiosamente. “Dove è diretta?” Natalia non aveva pensato di scoprire quale fosse il normale percorso della corriera. Non c’era stato il tempo per pianificare la partenza. E sebbene una parte di lei credeva che se in qualche modo suo padre lo avesse saputo, l’avrebbe rinnegata nel peggiore dei modi. Non l’aveva mai veramente trattata bene e le aveva dato solamente il necessario per sopravvivere. Perfino i regali non erano altro che oggetti precedentemente appartenuti a sua madre. Non gli avrebbe dato nessuna importanza. Al contrario, Natalia fece del suo meglio per concentrarsi sul vetturino. La sua risposta era essenziale per pianificare il resto del viaggio.
“Abbiamo diverse fermate.” Il cocchiere fece un cenno col capo verso la strada. “Attraverseremo Canterbury con un’ultima fermata a Dover.”
Funzionava. Avrebbe potuto vedere di trovare qualcuno che la portasse in Francia da lì. Magari un contrabbandiere… Una nave militare non porterebbe mai una donna in Francia. Specialmente con la guerra… “Vi ringrazio”, rispose. “Desidererei acquistare la corsa.”
Pagò il biglietto e salì sulla carrozza. Dentro non c’era molto spazio, ma era l’unica ad aver acquistato il biglietto. Se avesse avuto una scelta, non starebbe viaggiando con il maltempo. Natalia posò la testa contro il lato della carrozza e chiuse gli occhi. Se avesse schiacciato un pisolino forse il viaggio sarebbe stato più veloce e avrebbe dimenticato il freddo pervaderle tutto il corpo.
Natalia si svegliò di soprassalto. La carrozza le sferragliava intorno, vibrando pesantemente. La neve stava scendendo più forte di quando era salita sulla carrozza e alcuni fiocchi erano entrati dal finestrino aperto. La gonna era completamente zuppa e non riusciva più a sentire i piedi. Forse addormentarsi non era stata la migliore decisione che avesse preso. Lanciò un’occhiata in giro, ma non riuscì a distinguere quasi nulla. Erano nel bel mezzo di una tormenta ora.
Sporse la testa fuori dal finestrino e diede uno sguardo al cocchiere. Si muoveva a zigzag andando avanti e indietro in cima alla carrozza. Natalia non riusciva a capire se avesse il controllo o meno. Non riusciva a vedere bene. Temendo per la sua incolumità, fu colta dal panico. Se il cocchiere non potesse arrivare almeno fino al prossimo paese, cosa le succederebbe?
“Signore,” gridò dal finestrino, ma sembrava inutile. Non rispondeva affatto. Il vento si era levato e a stento riusciva a sentirsi urlare, ma doveva provare ancora. “Signore, tutto bene?”
Il cocchiere prese la frusta e colpì i cavalli incoraggiandoli ad andare più veloce. Aveva perso la testa? Almeno era vigile… Se i cavalli andassero più veloce, tuttavia perderebbero il controllo e si andrebbero a schiantare. Doveva trovare un modo per reggersi forte a causa di un possibile impatto. Il modo in cui la neve stava scendendo era quasi una certezza. “Signore,” gridò; il cuore le batteva forte. Natalia si aggrappò al lato del finestrino pregando di sopravvivere a quel giorno condannato. “Rallentate…” Gridando contro il vento furioso, la voce le era diventata rauca.
Ma i cavalli correvano incitati dal cocchiere. Non riusciva a sciogliere quel nodo alla gola. La neve aleggiava nel vento e tanta ne arrivò dal finestrino pungendole le guance. La carrozza oscillò ancora, serpeggiando lungo la strada. Il cielo blu intenso dell’inizio della giornata si era rabbuiato mentre la bufera infuriava.
Un botto echeggiò nel vento ed ebbe un sussulto. Natalia si tenne stretta al lato della carrozza e resistette finché la carrozza non cadde in avanti e rotolò sul lato scivolando verso il lato della strada. Perse la presa e cadde all’indietro sull’altro lato producendo un rumore sordo. La testa sbatté di lato e il dolore la attraversò. Non sentiva più il freddo, la nuova costante divenne l’agonia. La neve le cadde intorno attraversando il finestrino aperto e presto la sua faccia fu completamente fradicia. In un modo o nell’altro, avrebbe dovuto uscire dalla carrozza e trovare la strada per la città vicina. Aveva bisogno di calore, di un riparo e di togliersi di dosso i vestiti inzuppati.
Se non facesse tutto il possibile per muoversi, morirebbe in quella carrozza e la sua fuga dal padre sarebbe vana. Morirebbe sul ciglio della strada in mezzo al nulla. Non la troverebbe nessuno, almeno non prima che sia troppo tardi. Toccava a lei salvarsi. Qualcosa alla quale si era abituata nel corso degli anni. Natalia non voleva morire… Il dolore alla testa aveva iniziato a martellare più forte e presto non avrebbe potuto più contrastarlo. Roteò all’indietro gli occhi nonostante lottasse per rimanere cosciente, ma fallì.
CAPITOLO 2
La bufera fuori dalla carrozza aveva preso vita. Lucas, il Conte di Darcy fissava quasi di stucco la neve scendere dal finestrino della carrozza. Non aveva proprio considerato la possibilità di una tormenta quando aveva accettato di accompagnare il suo amico, Edward Kendall, Duca di Weston nella sua dimora a Dover. Ma avrebbe dovuto; era inverno dopo tutto e la probabilità che nevicasse era alta, ma si annoiava. Così aveva accettato e ora stava iniziando a pentirsi di quella decisione.
“Sta scendendo giù a un ritmo allarmante,” lo annunciò senza aspettarsi più di un commento da parte dei due compagni di viaggio. “Potremmo non farcela ad arrivare a Casa Weston oggi.”
Edward agitò la mano con fare sprezzante. “Andrà tutto bene. Quando raggiungeremo Canterbury, troveremo una locanda e passeremo lì la notte.”
Il suo amico era troppo ottimista. Era il periodo delle festività natalizie. Con ogni probabilità, nelle successive due settimane, ci sarebbero stati molti viaggiatori che andavano verso casa per festeggiare con le loro famiglie. Senza ombra di dubbio, sarebbe dovuto tornare a casa. Sua sorella, Helena, ne sarebbe stata delusa se l’avesse lasciata da sola con il loro odioso padre e la loro madre disinteressata. Lucas si sarebbe fatto perdonare da lei in seguito. Lo avrebbe perdonato; Helena lo faceva sempre.
“Non sembra così spaventoso,” disse Callista, Contessa di Marin mentre dava un’occhiata fuori dal finestrino sulla sua sinistra. “Un po’ di neve non ha mai fatto male a nessuno.”
La Contessa era l’ultima amante di Edward. Il Duca si credeva innamorato della giovane vedova e sicuramente lo era. Lucas non avrebbe dato per scontato di conoscere i più reconditi