Incantata Dal Capitano. Amanda Mariel

Incantata Dal Capitano - Amanda Mariel


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ad arrivare a quella superficie fredda e dura e la afferrò con le dita dei piedi. Doveva essere un coltello e lei aggiunse ancora una ferita al proprio corpo, nel momento in cui lo afferrò. Si morse il labbro inferiore mentre cercava di spingere la lama verso di sé, ignorando il bruciore di quell'ultimo taglio. Inarcò la schiena ed afferrò il coltello con le mani, prima di riuscire a mettersi seduta.

      Un altro colpo di cannone le mandò dei brividi lungo la colonna vertebrale. Il coltello sfuggì alle sue dita tremanti, sbattendo contro le assi di legno del pavimento. Strinse le labbra in una linea sottile e mosse le dita dietro di sé, cercandolo di nuovo.

      Quando la lama fu di nuovo nelle sue mani, si mise al lavoro per tagliare le corde. Un rumore pesante di stivali riecheggiava sopra di lei, seguendo il ritmo del suo cuore. Segava freneticamente, spinta dalla disperazione. Infine le corde cedettero e lei balzò in piedi.

      Le facevano male i polsi, ma non aveva tempo di controllare o di medicarli. Corse alla porta, con i piedi che le bruciavano ad ogni passo, e si aggrappò alla maniglia. Con sua grande sorpresa, si aprì senza resistere, facendola cadere indietro lungo la traccia del suo stesso sangue. Sembrava che quel dannato bastardo non credesse che lei potesse scappare.

      Si raddrizzò, poi si avviò lungo il corridoio. Tenendo con una mano il suo corpetto strappato ed il coltello con l'altra, si fece strada nel lungo corridoio. Se fosse riuscita a sgattaiolare sul ponte, forse avrebbe avuto una possibilità di sopravvivere.

      Le sue impronte insanguinate avrebbero rivelato la sua posizione, ma con un po' di fortuna, quando i pirati avessero seguito le sue tracce, lei sarebbe già stata in salvo. Doveva avere fede, doveva continuare a provare. Non c'era tempo di fasciare la ferita.

      Si fermò nel vano della scala. Un uomo robusto con i capelli biondo scuro e duri occhi azzurri ostruiva l'uscita, gettando un'alta ombra su di lei. La luce brillante del sole filtrava tutto intorno a lui, facendolo sembrare un angelo oscuro. Prudence osservò per un attimo la cicatrice a forma di mezzaluna sulla guancia dell'uomo, prima di incrociare il suo sguardo.

      Con il cuore in tumulto, tirò fuori il coltello e lo tenne di fronte a sé. “Vi ucciderò prima che possiate toccarmi.”

      “Non voglio farvi del male, miss.” Lui iniziò a scendere dalla scala, avvicinandosi a lei. “Fermatevi lì”, gli ordinò, agitando la lama nella sua direzione.

      L'uomo sorrise. “Sono il capitano Blackmore della Marion.”

      Lei si trattenne dal rivolgergli un sorriso amichevole. Forse la stava ingannando perché si fidasse di lui. Prudence strinse più forte il coltello e fece un passo indietro. Qualcosa dentro di lei le diceva di fare attenzione alle sue affermazioni. Eppure, nulla di ciò che le stava dicendo aveva senso per lei. Voleva solo abbandonare quella dannata nave prima di smettere di respirare. Quell'uomo non indossava un'uniforme della Marina, tuttavia si definiva capitano…”Siete venuto a salvarmi?”

      “Sì. Se volete essere salvata.” Scese un altro scalino e lei indietreggiò. “Quindi appartenete alla Marina?” Lui ridacchiò. “Dio, no. Sono un pirata.” Le si gelò il sangue nelle vene, mentre il panico si impadroniva di lei. Erano stati i pirati a causarle tutti i problemi. Avevano ucciso le persone che amava e preso la loro nave. Proprio in quel momento, era la prigioniera di un pirata e cercava di salvarsi da qualsiasi destino lui avesse in serbo per lei. Non avrebbe permesso ad un altro pirata di catturarla. Non glielo avrebbe lasciato fare. Si irrigidì, facendo un profondo respiro. “Allora potete ritornare sul ponte. Non andrò proprio da nessuna parte con un pirata.” Rinforzò la presa sulla lama. Le si rizzarono i capelli sulla nuca quando lo sguardo dell'uomo osservò i suoi piedi sanguinanti, prima di risalire lentamente ad incrociare il suo.

      L'uomo saltò giù dalla scala e le afferrò il polso prima che potesse muoversi. “Non mi sventrerete oggi. E per quanto riguarda i pirati, sembra che voi vi troviate già con uno di loro.”

      “Non per scelta.” Prudence si strinse nelle spalle, divincolando il braccio e prendendo l'uomo a calci. “Lasciatemi, bruto!”

      Lui si chinò fino a che il suo respiro non le sfiorò la guancia. “Ho intenzione di affondare questa nave. Potete venire con me, oppure finire sul fondo dell'oceano.”

      “Non farò nessuna delle due cose.” Lei scosse il braccio con tutta la forza che aveva. Niente le avrebbe fatto più piacere, che assistere alla sconfitta dei suoi aguzzini. Tuttavia, nonostante il suo desiderio di vendetta, non avrebbe seguito il pirata che le stava davanti. Avrebbe potuto saccheggiare, uccidere ed affondare tutto ciò che voleva, ma lei non sarebbe andata con lui.

      La lasciò andare e Prudence cadde a terra, mentre il coltello le sfuggiva dalle mani, allontanandosi lungo il passaggio. Lei si sforzò di recuperare l'arma, ma il pirata l'afferrò, sollevandola dal pavimento ed attirandola a sé. Prudence trattenne il respiro quando sentì il suo corpo solido contro il proprio.

      “Non siate sciocca, ragazzina. Cosa intendete fare? Nuotare fino alla riva più vicina? Non ce la farete mai. Sono la vostra unica possibilità di vedere una nuova alba.” Piegò la testa all'indietro e la fissò negli occhi. “Fidatevi di me.”

      Quant'era irritante! Pensava davvero che lei fosse una sciocca? “La fiducia non è qualcosa che concedo tanto facilmente.” Lo guardò attentamente.

      Il pirata non parlava, continuava solo a fissarla. Lei si mordicchiò il labbro inferiore, nel tentativo di schiarirsi la mente. C'era della sincerità che brillava nelle fredde profondità di quegli occhi azzurri. Anche se lo avrebbe desiderato, non poté ribattere a quell'affermazione. “Molto bene, ma ho bisogno della mia lama.”

      “In modo da potermi ancora tagliare la gola? Non penso proprio.” Le rivolse un sorriso demoniaco.

      “La fiducia deve essere reciproca.”

      “Iniziamo senza armi.” Distolse lo sguardo da lei, volgendolo verso la scala. L'ultima cosa che Prudence desiderasse, era trovarsi indifesa nelle grinfie di un altro pirata sanguinario. Doveva cercare di convincerlo e di mantenere un certo controllo sulla propria vita. “Ho bisogno del coltello per proteggermi”, protestò.

      Lui fece un cenno verso l'uscita. “Sono io tutta la protezione di cui avete bisogno. Ora, sbrighiamoci.”

      Bella fiducia. Gliel'avrebbe fatta vedere.

      CAPITOLO 2

      Jasper osservava quella bellezza dai capelli color miele mentre Combs, il medico di bordo, le curava le ferite. Prudence teneva la testa china, tenendo gli occhi nocciola nascosti alla vista, ma lui riusciva a scorgere la sua espressione. Il pirata non riusciva a fare a meno di ammirare la sua forza, mentre l'ago entrava ed usciva dalla sua pelle chiara. La ragazza osservava il lavoro di Combs, senza che una smorfia deturpasse il suo bel viso. Alcuni dei suoi uomini avrebbero dimostrato meno coraggio.

      Finalmente lei sollevò gli occhi, incrociando il suo sguardo. Il coraggio e la determinazione brillavano nel profondo di quegli occhi, ma poteva scorgervi anche una tristezza innata che lo faceva sentire desideroso di aiutarla. Dannazione, non conosceva neppure il suo nome. Perché doveva importargli di cosa potesse succedere a quella signorina?

      Combs le diede l'ultimo punto, poi si rivolse a Japser. “Dovrebbe guarire in fretta, se non sopraggiunge un'infezione. Nessun danno permanente, ma le resteranno delle cicatrici sul braccio e il piede.”

      Jasper annuì. “C'era da aspettarselo.” Con la sua bellezza, le cicatrici non sarebbero state un problema. A differenza della guancia deturpata di Jasper, le sue imperfezioni avrebbero solo aumentato il suo fascino, dandole un limite. Gli uomini sarebbero impazziti, pur di apprendere come se le fosse procurate. Pur di conoscere tutti i suoi segreti. Anche lui voleva conoscerli.

      “Ricordatevi di versare del whisky sui punti due volte al giorno, signorina.”

      “Grazie, signor…”. Inarcò un sopracciglio.

      “Combs.”

      Lei arricciò il labbro in un mezzo sorriso. “Molto bene. Grazie, signor Combs.” La guance del dottore si imporporarono quando lei gli rivolse un saluto, prima di uscire dalla cabina.

      Quando la porta si


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