Uno Scandaloso Conte In Meno. Dawn Brower
in un angolo della stanza e discutevano tra loro. Ma a Gregory non importava di cosa stessero parlando. Continuò a sorseggiare con calma il suo liquore. Quel brindisi era l’unica cosa che potesse rimettere le cose a posto, dopo quel suo scatto di nervi di poco prima. Avrebbe dovuto lavorare di più su se stesso per smussare quei brutti lati del suo carattere. E in realtà lui stesso odiava quegli scatti d’ira.
Si guardò intorno. Ora Lady Marian e Samantha stavano parlando fitto fitto per i fatti loro: sperò che sua sorella si prendesse una bella lavata di testa, per la triste figura che aveva fatto! Lady Kaitlin, invece, sedeva in disparte nei loro pressi. Stava lì da sola e non aveva ancora finito il suo the. Gregory se ne sentì incuriosito, ma non si mosse. Avrebbe potuto alzarsi e andare a farle compagnia. O forse poteva maltrattarla un po’, per come si era ingerita tra lui e la sorella, ma poi pensò che non aveva alcun diritto di trattarla male. Non aveva doveri nei suoi confronti, dato che non erano nemmeno parenti, e men che mai aveva intenzione di corteggiarla. Non era uomo da corteggiare nessuno, soprattutto una donnina così timida e cortese come Lady Kaitlin. Lei meritava qualcosa di più di un farabutto come lui.
Così alla fine rimase dov’era e si rassegnò a passare la serata da solo.
Capitolo Terzo
Erano previsti ancora alcuni eventi sociali per quell’estate. Certo, ci sarebbero state ancora delle feste nella tenuta di campagna, ma Kaitlin poteva considerarsi ormai libera dagli impegni formali. Tuttavia, non era sicura che ciò fosse un bene per lei. Da sola, tendeva a chiudersi in se stessa, e senza lo stimolo di Marian e Samantha ad aprirsi al mondo esterno, Kaitlin era convinta che si sarebbe tappata in casa e basta. Si sentiva gli spasmi alla stomaco e il cuore a mille, all’idea di dover socializzare con qualcuno. Se avesse voluto trovar marito, avrebbe prima dovuto combattere con la sua ansia.
“A cosa state pensando, signorina? – le chiese , con forte accento Scozzese, la sua cameriera personale. Mollie stava acconciando i capelli della ragazza in un sofisticato chignon. A breve si sarebbe recata al ballo di fine stagione a Loxton.
“A niente di particolare – rispose lei, con mollezza. Kaitlin aveva con la sua cameriera un rapporto non formale; anzi, confidava spesso nel suo aiuto per acconciarsi al meglio e secondo i dettami dell’ultima moda. In un certo senso, Mollie era come un’amica, per lei. Certo, c’erano Samantha e Marian, ma con loro non riusciva ad aprirsi del tutto. Cosa che non le succedeva con Mollie.
“Forse dovremmo aggiungere qualcosa alla mia acconciatura – disse.
“Cosa, signorina?- chiese Mollie.
Kaitlin deglutì a fatica. Non capiva perché si sentiva così imbarazzata a tirar fuori due parole. E quando aveva delle incertezze era ancora peggio. “Non so… forse il pettinino di mia madre, o il suo diadema di zaffiri…”
“Certo ! – rispose la cameriera – Il diadema farebbe risaltare i vostri occhi e si accorderebbe bene con il colore del vostro abito! Ora vado a prenderlo e ve lo sistemerò subito.” Terminò di pettinare le ciocche bionde di Kaitlin e poi andò a prendere il gioiello. Infine lo sistemò per bene tra i capelli della ragazza, facendolo risplendere come una vera corona. “Ecco, signorina. Siete stupenda! E ora vi prego di alzarvi, così vi aiuterò a indossare l’abito.”
Kaitlin ubbidì, mentre Mollie andava a prendere il bellissimo abito color indaco, che era uno dei suoi preferiti. Il centro del corpetto era di seta di un intenso colore blu e ricamata con piccoli punti avorio, il tutto rifinito da nastrini d’argento e perle che arrivavano fin sulla vita. Kaitlin entrò nell’abito, che Mollie tirò su fino a farle infilare le braccia nelle graziose maniche a palloncino. Infine, allacciò tutti i bottoncini sulla schiena e rifinì il delizioso nastro sul di dietro del corpetto, acconciandolo a enorme fiocco che legò sulla schiena.
“Ecco fatto – disse Mollie – Ora non vi resta che indossare le vostre scarpette da ballo e scendere nell’atrio, dove vostra cugina Marian vi aspetta.” Ora che Marian era sposata, poteva accompagnarla lei al ballo. Non avevano bisogno di altri cavalieri, ma Lord Harrington amava partecipare agli eventi a cui andava la moglie. Quei due non sopportavano di stare lontani un attimo, e questo pensiero si sciolse con dolcezza nel cuore di Kaitlin. Magari un giorno avrebbe trovato un uomo che l’amasse con lo stesso ardore. Si accomodò sulla poltrona e infilò, una per volta, le scarpette preparate apposta.
“Grazie, Mollie – disse, quando fu pronta – Godetevi la vostra serata libera.”
“Lo farò – rispose quella – E voi divertitevi, signorina! Non sta bene che una ragazza carina come voi se ne stia da sola in un angolo mentre tutti ballano!”
“Non posso prometterlo – rispose tristemente Kaitlin. Difficilmente qualcuno la invitava a ballare e lei rimaneva seduta a guardare gli altri molto più di quanto avrebbe voluto. Mollie percepì la sua tristezza, e si stizzì del carattere introverso della sua padroncina. Non faceva parte della sua natura emergere tra gli altri. Per questo gli uomini non la notavano quasi, e in parte Mollie li giustificava. Ma , molto più spesso, si arrabbiava perché nessuno di quei gentiluomini non faceva almeno il primo passo, aspettando che fosse lei a farlo.
“Un giorno anche voi troverete un uomo abbastanza intelligente da rimanere folgorato dalla creatura gentile che siete, signorina, e allora sarà per sempre.”
“Forse – sussurrò Kaitlin – Ma quel giorno potrebbe non arrivare mai, ed io sarò destinata a rimanere zitella.” Un po’ si dispiacque di aver espresso questi pensieri ad alta voce, tuttavia aggiunse: “Comunque, quando mio fratello si sposerà e avrà dei figli, sarò senz’altro una zia zitella meravigliosa.”
“Oh, sciocchezze! – esclamò Mollie, scuotendo il capo con forza – Non è quello che intendevo! Sicuramente sareste una brava zia per i marmocchi di Lord Frossly, ma voi dovete avere i vostri!”
Kaitlin sospirò. Le sarebbe piaciuto mettere su famiglia, ma dubitava che sarebbe mai riuscita ad attrarre un uomo abbastanza da farsi sposare. Sedurre un uomo le riusciva difficile e, ogni volta che ci aveva provato, aveva fallito miseramente. “Fidatevi delle mie parole, Mollie. Questo mitico gentiluomo non esiste.” Si diresse verso la porta. “ Ora devo proprio andare, Lady Marian mi starà già aspettando.”
“Certo! – rispose Mollie, con stizza – Ma sono fermamente convinta che anche voi troverete l’amore. Dovete solo aprirgli le porte. Il problema è che voi non siete convinta di meritare qualcuno che vi ami!”
Kaitlin non rispose: non voleva fare discussioni con la sua cameriera. Se mai avesse sognato l’amore – e un uomo che la volesse –probabilmente si sarebbe ritrovata con il cuore spezzato e i sogni distrutti. Kaitlin non era una di quelle donne che un uomo avrebbe voluto sedurre. Lei si riteneva esattamente come una violaciocca: invisibile, insignificante e anonima.
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Gregory stava seduto al tavolo da gioco al ballo di Loxton, e fissava intensamente le sue carte. Era una mano fortunata, ma non si sentiva felice. Neanche il fatto che stesse vincendo lo faceva sentire meglio. Forse avrebbe dovuto abbandonare la festa e tornarsene al club. Magari lì poteva trovare qualcosa di più interessante con cui passare il tempo. Non sapeva nemmeno perché avesse deciso di recarsi al ballo. In realtà Samantha non aveva bisogno di un cavaliere, poteva arrivare in compagnia di Lord Harrington e Lady Marian. A loro non avrebbe certo dato fastidio.
D’altra parte, come guardia del corpo Gregory non valeva molto. In genere lasciava Samantha libera di fare ciò che voleva. Comunque, aveva già fatto circolare voce, tra i mosconi che le ronzavano attorno, che se solo avessero mosso un dito su di