Rallenta. George Saoulidis

Rallenta - George Saoulidis


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prendendo il telefono.

      "Chissenefrega. Bionda. No! Mora. Sì, qualcosa di normale. Niente chirurgia estetica. E giovane, venti e qualcosa anni. Non so perché" mormorò velocemente.

      Mel inarcò un sopracciglio, ma semplicemente accettò. "Arriva subito", poi ordinò una ragazza al telefono.

      Capitolo 8: Galene, a 0.7 volte la normale velocità umana

      "Adesso non posso parlare, sono a casa del tizio" mormorò sussurrando al telefono.

      "L'attico? Com'è? Dammi dei dettagli" ordinò Nat dall'altra parte della linea.

      "È...costoso. Molto di stile, moderno. Ci sono molte cose da nerd, dei gadget. Vecchi dispositivi elettronici, ma cari. Ha anche una Musa, sai, quelle che vengono assegnate alle persone più importanti con problemi creativi. Adesso è dietro di me, sta spolverando".

      "Stai sistemando il suo computer?" disse Nat, l'allusione era chiara nel suo tono.

      "Sì" mormorò Galene. "Sto aspettando che venga scaricato un aggiornamento. Allora, riguardo all'altra cosa che ti ho accennato stama-"

      Galene smise di parlare e coprì il telefono. Inclinò la testa quando udì dei rumori da un'altra stanza.

      "Ehi! Mi senti?" si lamentò Nat.

      "Credo che qualcuno stia già sistemando il suo computer".

      "Aspetta, sono confusa. Stiamo parlando di George o Greg?"

      "Greg. Qualcuno sta..." Galene si fermò. Udì dei gemiti provenire da un'altra stanza. Chiari suoni di qualcuno che stava facendo l'amore. La ragazza stava esagerando. Galene direzionò il telefono verso la stanza.

      "Dio sì, oh, ce l'hai così grande, diosìdiosìdiodì. Ah, ah, AH!" la ragazza urlò dal piacere.

      Galene non poté non sorridere. Rivolse un'occhiata alla Musa, la quale stava facendo finta di non prestarle attenzione. Cara, non sei ancora così umana.

      "Lo state facendo adesso?" domandò Nat incredula.

      "No, non essere sciocca. Sto lavorando" sussurrò Gal.

      "Anche lei!" Nat scoppiò a ridere. Gal sorrise e si morse il labbro. "Okay, bella". Si inclinò in avanti. "Ehi, devo andare".

      Completò l'aggiornamento che le aveva richiesto la Musa e sistemò la postazione di lavoro di Greg.

      Una ragazza dai capelli spettinati salutò con la mano mentre se ne andò. Mel la scortò alla porta. Galene s'immobilizzò. Avrebbe potuto giurare che la ragazza era carina, ma in pratica era un suo clone. Abbastanza bassa, mora, curve nella media, vestiti normali, niente di troppo volgare, bel viso ma niente che avrebbe fatto impugnare la macchina fotografica ad un fotografo. Un bel 200 mi piace ai selfie in cui si mostra la scollatura. Niente di più.

      Gal si grattò il viso con l'angolo del computer portatile.

      Greg uscì dalla stanza indossando dei vestiti casual di colore grigio. Si diresse ciecamente alla postazione di lavoro, ma si fermò bruscamente quando vide Gal. "Ehi! Io...non sapevo fosse qui".

      Mel intervenne, "ho pensato di ottimizzare i tempi sistemando quel problema dell'aggiornamento, quello dell'analisi dei dati da parte dell'IA".

      Greg si grattò la nuca, "Sì. Bella pensata. Giusto". Non guardò Gal negli occhi. "Posso offrirle qualcosa? Caffè? Tè? Un drink?" ridacchiò. "Non lo dirò al suo capo se lei non lo dirà al mio".

      Gal strinse lo sguardo su di lui. "Non sono la stessa persona?"

      "Sì" ammise preparando il caffè nella cucina accanto.

      "E l'androide non regista tutto ciò che diciamo e facciamo qui?" aggiunse Gal.

      "Chi, Mel? Nah. Le Muse lavorano sempre con progetti top-secret, i loro ricordi sono criptati a quattro livelli e non vengono mai toccati dagli umani. Ma immagino che lei sappia queste cose meglio di me" disse Greg dalla cucina.

      "Sono ancora nuova" spiegò Gal.

      Greg la raggiunse con un vassoio sul quale era stato posato del caffè greco fumante, degli zuccherini e del latte. Lo posò accanto a lei sulla sua postazione di lavoro. "Quanto nuova?"

      "Un anno" disse Gal facendosi il caffè. "Grazie" aggiunse prendendone un sorso.

      "Un anno" le fece eco Greg. Era agitato? Imbarazzato per ciò che la ragazza avrebbe potuto sentire? Galene non ne era certa, ma sicuramente l'uomo stava temporeggiando per trovare il tempo per pensare.

      "Lei non beve caffè?" punzecchiò Galene accennando accanto a sé con il capo.

      "Chi? Mel?"

      "No" disse Gal con fare paziente. "L'altra ragazza. Quella che è appena uscita".

      "Oh" rispose Greg, guardandosi attorno con fare agitato. "Beh, non l'ha voluto", fece spallucce.

      "Gliel'ha chiesto?" disse Gal, le labbra le tremavano poiché stava cercando di non sorridere.

      L'uomo fece schioccare la lingua. "Beh...onestamente no", mormorò Greg. Guardava ovunque tranne che nella direzione di Galene.

      "Forse se gliel'avesse chiesto si sarebbe unita a noi. Solo minuti fa l'adorava" lo prese in giro.

      Greg non riusciva a restare fermo. Cercò le parole adatte, e Gal si godette il momento. "Okay, ascolta" esordì poi, "è efficiente. Chiamo una ragazza, lei mi raggiunge, io...allevio la tensione, e lei se ne va. È una transazione pulita e onesta. Niente flirtare, nessuna perdita di tempo, e nessuna frustrazione".

      Gal si morse il labbro. Non era per niente irritata. Dopo tutto, la calma era il suo nome. Però le piaceva dargli fastidio, quindi rimase in silenzio per un po'. Sul suo volto vedeva il mutare delle sue espressioni, faceva fatica a trovare delle scuse.

      "Ascolta, posso spiegare" riprese a parlare. "Perché dovresti spiegare qualcosa a me?" lo interruppe pacatamente. "Sono solo qui per la postazione di lavoro".

      "Sì, ma..."

      "Non hai tempo per flirtare, perdere tempo e tutto quanto" fece un gesto liquidatorio con la mano. "Sei per l'efficienza e la fornicazione pulita".

      Greg la fissò, la sua espressione mostrava dolore fisico.

      Non poté evitarlo. Scoppiò a ridere. "Oh mio dio! Oh. Non avrei dovuto dire quelle cose, che cos'ho che non va?" rise bevendo un po' d'acqua.

      Greg si abbandonò su uno dei suoi divani. "Mi stai prendendo in giro", annuì.

      "Scusami. È stato così divertente vederti soffrire!" Imitò la voce di lui, "allevio la tensione".

      "Sta' zitta..."

      "Oh mio dio. È sempre così divertente qui? O mi sta venendo sottratto ossigeno o qualcosa del genere?" Gal si guardò attorno.

      Greg andò in cucina. "Ti prendo un biscotto, forse ti farà tacere".

      Ritornò con un enorme biscotto al cioccolato ed un tovagliolo, e Galene ne prese subito un morso, sbriciolando sulla postazione di lavoro di Greg.

      "Usa il- Lascia stare" disse gettandosi nuovamente sul divano. "Come sta il mio computer?"

      "È così graaande", disse con il biscotto in bocca ridendo. Per un secondo si strozzò con il cioccolato. Le briciole le caddero sulla felpa e si coprì la bocca, continuando a ridacchiare.

      Greg si coprì il viso con le mani ed affondò sul divano.

      Capitolo 9: Galene, a 0.6 volte la normale velocità umana

      "Perché diamine viene convocata nell'attico?" esclamò George verso il capo. Indicava Galene.

      "Ehi, calmati" disse il loro capo, e chiuse la porta.

      La squadra dell'assistenza informatica stava facendo finta di lavorare ai loro computer, ma continuavano ad alzare lo sguardo sulla finestra


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