Raji: Libro Uno. Charley Brindley
di sette metri e si inginocchiò sotto di esso. “Taglierò il tronco, proprio lì.”
Puntò l’ascia. Lei si chinò per vedere sotto i rami.
“Vieni qui sotto, vedrai meglio.” Fuse la incoraggiò ad inginocchiarsi sotto l’albero.
Lei si lasciò cadere sulle proprie mani e ginocchia e strisciò sotto. Lui tirò indietro l’ascia e colpì con forza, tagliando l’albero alla base. La vibrazione dell’impatto scosse la neve dai rami, facendola cadere a cascata, quasi seppellendo entrambi. All’inizio lei urlò, ma quando Fuse si mise a ridere, lo fece anche lei. Appenarealizzò che la stava prendendo in giro, si buttò su di lui. Caddero nella neve, rotolando da sotto l’albero. Con un gridolino, lei saltò in piedi, allontanandosida Fuse, e cominciò a togliersi la neve da braccia e spalle.
“Saba logo,” disse lui, con un sorrisetto. Si alzò e si scrollò la neve dal cappotto “Non toccare, giusto?”
Lei lo guardò, poi abbassò lo sguardo, stringendosi le mani dietro la schiena. E gli sussurrò, “Saba loga,” correggendo la sua pronuncia.
“Saba loga. Se alla tua gente non piace essere toccata, come fate a…” Si bloccò. “Non importa.”
“Non importa.”
“Giusto.”
Fuse finì di tagliare l’albero e lo sollevò sulla slitta, Ransom lo trainò senza problemi lungo il sentiero.
Dopo cena, Fuse inchiodò una base di legno all’albero, poi portò due scatole di decorazioni giù dalla soffitta.La scatola conteneva due serie di addobbi in vetro rosso, verde e blu, assieme a lunghi fili di capelli d’angelo, fiocchi di neve e ritagli di carta appesi a delle catenelle realizzati e colorati da lui all’età di tre o quattro anni. Il ricordo della madre che lo aiutava a tagliare ed incollare la carta sul tavolo della cucina lo bloccò per un attimo. Quanto avrebbe voluto poter tornare indietro e rifare tutto da capo.
La mamma è così lontana, e non sa nemmeno…
Rajianigli parlò, interrompendo i suoi pensieri. La guardò e vide che reggeva uno degli ornamenti.
“Quello va lassù.” Indicò la cima dell’albero.
“Ah.” Appoggiò sul pavimento la stella giallo pallido.
“Non so quale Dio abbiate in India,” Fuse andò da suo padre e spinse la sedia a rotelle vicino all’albero, “ma dubito che sia uguale al nostro.”
Sapeva che lei non capiva il significato dell’albero, ma ovviamente le piaceva decorarlo.
Lei prese una decorazione di vetro blu e lo guardò in modo interrogativo.Fuse ne prese una rossa dalla scatola.
“Appendilo al ramo, così.”
“Ah, Okay.”
Dopo le ghirlande verdi e i ritagli di carta colorata, lui e Rajiani avvolsero a spirale l’ultimo orpello intorno all’albero. Quando tutte le decorazioni furono al loro posto, Fuse si mise in piedi sul gradino centrale della scala e si chinò per posizionare la stella in cima.
“Ottimo lavoro,” disse dopo aver messo i regali per mamma e papà sotto l’albero. Fece un passo indietro per ammirarlo.
“Ottimo lavoro,” disse Rajiani.
“Adesso, devo preparare papà per andare a dormire.” Le fece cenno di seguirlo su per le scale. “Ma prima vieni, ti mostro dove dormirai.”
Camminarono lungo il corridoio del piano superiore, oltre la sua stanza, fino alla porta di fronte alla camera da letto dei suoi genitori.
“Questa è la stanza degli ospiti,” disse accendendo la luce.
Lei lo seguì nella stanza fredda. Lui si diresse verso il letto e tirò giù la trapunta. “Se lasciamo la porta aperta per un po’ si riscalderà. D’accordo?”
Lei inarcò le sopracciglia e alzò le spalle.
“Puoi dormire qui.” Fuse unì le mani, inclinò la testa e le appoggiò sotto la guancia, come se fossero un cuscino. Poi chiuse gli occhi.
“Oh,” disse lei. “Okay.”
Quando uscì dalla stanza, Rajiani chiuse la porta dietro di lui.
Fuse si alzò prima dell’alba la mattina di Natale. Tremante nella sua camera da letto, si affrettò a vestirsi. La stufa della cucina e il caminetto tenevano calda la casa tutto il giorno, ma quando la legna si spegneva alle prime ore del mattino, la casa diventava davvero fredda.
Quando uscì dalla sua stanza e accese la luce del corridoio, notò che la porta della stanza di Rajiani era aperta. Non entrò, ma poté vedere dalla soglia che se n’era andata ed il letto era stato rifatto.
“Non ditemi che ha dormito nel fienile,” sussurrò lui, abbottonandosi la camicia.
Si sorprese nel vedere che aveva tolto la ghirlanda e l’orpello dall’albero. Tutte le altre decorazioni erano ancora lì; solo quelli erano scomparsi.
Guardò nella stanza di suo padre, di fronte al soggiorno al piano terra. Era la stanza da cucito di sua madre, ma Fuse aveva spostato lì il letto del padre perché non riusciva a salire e scendere le scale con la sedia a rotelle. Stava ancora dormendo, così Fuse andò in cucina.
Il profumo del caffè appena fatto lo accolse nella stanza calda. Le fette di prosciutto erano sul tagliere, con accanto un cesto di uova, pronto per la padella.
Mi chiedo come abbia imparato a fare il caffè.
Si infilò gli stivali e il cappotto. Avrebbe lasciato dormire il padre fino al termine delle faccende.
Quando arrivò al fienile e aprì la porta, trovò i pollie i piccioni che beccavano il loro mangime sul pavimento sporco. Anche i cavalli, Cleo e Alex, erano stati accuditi. Stormy e il suo cucciolo erano tranquilli su uno strato di paglia pulita.
Fuse uscì dalla porta sul retro e vide il mucchio fumante di paglia e letame ripulito dalle stalle. Aveva riposto con cura anche lo sterco di mucca. Ora c’erano quattro file di letame a seccare.
Perché ha messo per terra quella roba?
Andò a controllare le mucche. Lì, nella loro stalla, trovò le decorazioni mancanti dell’albero di Natale; le aveva usate per adornare le mucche. C’erano fili verdi e argento sulle loro corna e attorno al collo.
Cosa c’entrano le mucche?
Le guardò mangiare il mais che lei aveva versato nella loro mangiatoia. Le mucche sembravano indifferenti ai loro nuovi ornamenti mentre sgranocchiavano il mangime.
“Okay?”
Fuse sussultò al suono della sua voce. Si voltò e vide la ragazza sorridente con in mano un secchio del latte appena munto. Gli ci volle un attimo per riprendersi.
“Okay.” Era felice di vedere che indossava gli stivali, e anche il suo maglione sotto ilcappotto. “Devi esserti alzata ore fa.”
“Latte.” Lei gli porse il secchio.
Rajiani vinse la sua prima partita a scacchi durante la colazione. Diede da mangiare al padre di Fuse mentre lui si concentrava sulle sue mosse. Sembrava che avesse passato più tempo ad aiutare il padre che a giocare la partita, ma aveva vinto facilmente, facendogli scacco matto in sole quindici mosse. Finirono di lavare i piatti e pulirono la cucina prima di preparare la scacchiera per una seconda partita, ma furono interrotti da una bussata alla porta d'ingresso.
Fuse rimase sorpreso dal fatto che qualcuno fosse venuto a casa la mattina di Natale, ma soprattutto da Rajiani che saltò in piedi per correre in cucina. La sua regina nera e i due pedoni caddero a terra quando colpì la tavola con il ginocchio. Pochi secondi dopo, la porta sul retro sbatté.
Scavalcò i pezzi degli scacchi per andare alla porta d’ingresso, chiedendosi chi potesse essere. Rimase sorpreso nel vedere chi era in piedi sul portico
“Salve, vicino.”
Ci