Il Gioco Di Casper. Charley Brindley

Il Gioco Di Casper - Charley Brindley


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Andy dovette inginocchiarsi sulla sedia per vedere il piano del tavolo.

      Bonnie guardò i piatti sul menù. “Non penso di potermi permettere di mangiare in questo posto.”

      “Non si preoccupi per questo,” disse Emily. “Siete ospiti del signor Casper. Il Mystic si occuperà del vostro conto.”

      “Davvero?” Guardò Bell.

      Lui sorrise e annuì.

      “Bè, in questo caso penso che prenderò il polpettone. Andy, vuoi gli spaghetti o l’hamburger?”

      “L’hamburger, per favore.”

      “Okay.” Emily fece l’occhiolino a Andy. “E potrei avere del gelato alla fragola dopo l’hamburger.”

      La bimba prese la palla al balzo. “Io geato?”

      “Sì, tesoro. Ne avrai un po’ anche tu, e il bambino.”

      Quando Emily portò loro le bevande, portò anche un rialzo Andy. Gli altri due bambini stavano sul seggiolone.

      Dopo che la cameriera se ne fu andata, Lolly disse, “L’ho vista alla McKenzie Home, circa sei mesi fa. Io sono Lolly.”

      “Oh, sì,” disse Bonnie. “Ora ricordo. Come va?”

      “Uhm…” Guardò Bell. “Abbastanza bene, finora.”

      “Io sono Anastasia Polanski,” disse l’altra donna. “E questo è mio figlio, Joey.”

      “È bello conoscere entrambe,” disse Bonnie. “Come si chiama la sua bambina, Lolly?”

      “Lyrica.”

      “Che bel nome.” Sorrise alla bimba. “E mi piace anche Joey come nome.”

      “Vorrei proprio sapere di cosa si tratta, signorCasper,” disse Lolly.

      “È un programma per aiutare le persone nella vostra situazione.”

      “Oh, no,” disse Ana. “Non un altro gruppo di benefattori della chiesa che ci dà il loro cosiddetto aiuto.Sono stufa che mi venga detto che io e mio figlio finiremo all’inferno se non ci convertiremo alle loro sciocche credenze.”

      “No, Ana,” disse Leticia. “Non è nulla del genere—”

      Ana la interruppe. “Ogni volta che accetto una borsa di vestiti o un po’ di pane e banane, vengo aggredita con la storia del fuoco…” guardò Andy, “…e dello zolfo.”

      “È capitato anche a me,” disse Bonnie. “Penso di aver dovuto sopportare una dozzina di sermoni solo per ricevere cose vecchie che probabilmente erano comunque destinate alla beneficienza.” Si spostò per dare a Emily spazio per sistemare il loro cibo sul tavolo.

      “Chi vuole bibite fresche?” chiese Emily.

      Dopo che Emily se ne andò per prendere le loro bevande, Bonnie disse, “Ma loro due…” sorrise a Bell e a Leticia, “…sono davvero dei santi. Non ho mai sentito le parole ‘Dio’, ‘Gesù’, ‘chiesa’ o ‘salvezza’ uscire dalle loro bocche, ma sono degli angeli per me e Andy Panda.”

      “Ancora non capisco,” disse Ana. “E cosa c’entrano porte e finestre?”

      “Domani,” disse Bell, “il suo progetto sarà asciutto, e farà… diglielo tu, Bonnie, cosa farete tu Andy.”

      “Cos’è che è ‘asciutto’?” chiese Lolly.

      “Abbiamo finito oggi di sistemare il tetto.” Bonnie s’interruppe per inghiottire una forchettata del suo pasto. “Domani installeremo le porte e le finestre. ‘Asciutto’ significa lascia che piova, perché finalmente la casa sarà impermeabile. Allora, domani sera…” Guardò suo figlio. “Cosa faremo domani sera, Andy Panda?”

      “Campeggio! In salotto!”

      “Campeggio?” chiese Ana.

      “Sì. Abbiamo una stufa Coleman, barili per l’acqua, due sacchi a pelo, carne in scatola Spam, uova, pane, e biscotti Oreo. Siamo pronti finché l’impianto idraulico, quello elettrico e le mura in cartongesso non saranno pronti.”

      “Campeggiare nel salotto di cosa?” chiese Lolly.

      “Della nostra casa!” disse Bonnie.

      “La vostra casa?” chiese Ana.

      “Bè, sarà la nostra casa,” disse Bonnie.

      “Vi stanno dando una casa?”

      “Non ce la stanno proprio dando. C’è un patto; ho accettato di aiutare a costruire la casa, e quando sarà pronta, ci trasferiremo lì. Allora dovrò lavorare qui al bar per quattro ore al giorno, mandare Andy all’asilo, e l’anno prossimo alla scuola materna. E stare lontano da alcool e droga.”

      “Tutto qui?” chiese Lolly. “Dov’è la fregatura?”

      “Devo pagare io le spese di casa,” disse Bonnie.

      “Sapevo che c’era qualcosa che non andava in questa favola ‘per sempre felici e contenti,” disse Lolly.

      “Chi viene pagato?” chiese Ana, “per la casa?”

      “LaCasper Financial.”

      “Che, ovviamente,” disse Ana, “appartiene al nostro cosiddetto amico qui presente, il signor Bell Casper.”

      “Sì, è sua,” disse Bonnie. “Ma non inizierò a pagare fino a cinque anni dopo il trasferimento, e i pagamenti, che comprendono assicurazione e tasse, saranno minori del costo dell’affitto di un appartamento di due camere da letto a Brooklyn.”

      “Com’è possibile?” chiese Ana.

      “Perché,” disse Leticia, “è un mutuo trentennale.”

      “Ma posso esaurirlo in anticipo se voglio,” disse Bonnie.

      “Io non so niente di queste cose,” disse Lolly. “Sembra che queste persone ci stiano impegnando a lavorare nel loro bar per trent’anni.”

      “Non dobbiamo lavorare qui per forza,” disse Bonnie. “Ma diciotto dollari l’ora più le mance è praticamente il meglio che qualcuno come me, senza esperienza e senza istruzione, possa avere.”

      “Se scegliete di andare a scuola invece di lavorare,” disse Bell, “vi pagheremo diciotto dollari per ogni ora di lezione e studio.”

      “Ma io non ho neppure finite il liceo,” disse Lolly.

      “Allora può fare l’esame da privatista,” disse Bell, “e poi scegliere un corso professionale o andare all’università.”

      “Quindi voi fate dei gran soldi con le rate del mutuo,” disse Ana, “giusto?”

      “Se Leticia e io investissimo i trecentomila dollari che abbiamo usato per la casa di Bonnie in azioni e bond,” disse Bell, “faremmo molti più soldi dell’uno per cento di interessi sul suo mutuo. E questo dopo aver aspettato cinque anni per guadagnare un centesimo.”

      “E gli appuntamenti?” chiese Ana. “Immagino di non poterli più avere.”

      “La vostra vita privata è affar vostro,” disse Leticia. “Ma nessun altro nome può essere aggiunto al gruppo, anche se vi sposate.”

      “E un’ultima cosa,” disse Bonnie. “Se ritorno all’alcool, perdo tutto.”

      Capitolo Nove

      “Conosci qualche barzelletta?” disse Gigi sedutasi di fronte a Bell.

      “No. Perché?”

      “Ho bisogno di qualcosa che mi tiri su il morale.”

      “Cosa c’è che non va?” chiese Bell.

      “Mi sento come se mi avessero sparato e mi avessero mancato, poi colpita.”

      “Non voglio dire nulla, ma hai un bruttissimo aspetto.”

      “Le solite vecchie stronzate. Sono nei miei tre giorni di


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