Momenti: Liriche. Sibilla Aleramo
seno soltanto ritmando
la vita gagliarda del cuore.
Come un cielo soave d'aurora
è per te questa mia forma lucente,
un prato un'acqua una solitaria fiorita di petali,
tralci di vigna in festività.
E adori, e fervente le dolci dita
su la tela conduci.
Nuda nel sole ed immobile,
frammento di natura,
ti miro orante ed oprante.
Da te invasa da te riassorbita,
sei tu che mi divinizzi
o la mia divinità è che ti crea,
artista, arte, spirito?
Tacitamente il seno respira.
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SON TANTO BRAVA.
Son tanto brava lungo il giorno.
Comprendo, accetto, non piango.
Quasi imparo ad aver orgoglio quasi fossi un uomo.
Ma, al primo brivido di viola in cielo
ogni diurno sostegno dispare.
Tu mi sospiri lontano: «Sera, sera dolce e mia!»
Sembrami d'aver fra le dita la stanchezza di tutta la terra.
Non son più che sguardo, sguardo sperduto, e vene.
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DOLCE SANGUE.
Dolce dolce sangue
ne le vene mi langue.
Oh vigor lontano,
se vieni di delizia vi gemi!
Se vieni e mi premi,
oh vigor lontano,
se il grembo m'irrori che langue,
dolce dolce sangue!
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DISTESA SU UN FIANCO.
Sono distesa su un fianco;
sotto la mia gola le mie mani congiunte,
le dita ardenti dell'una nel cavo ardente dell'altra,
gli occhi chiusi, i denti serrati.
Non c'è nella stanza un orecchio
a cui io possa dettare parole senza muovermi,
senza strapparmi da questo rogo?
Una mano ignara di bimba o di centenaria:
qualcuno che non conobbe mai questo tormento
o l'abbia per sempre dimenticato;
e possa scrivere senza tremare
le parole che mi gorgogliano nella gola
ardenti più delle mie mani congiunte;
e non sappia comprendere
e non soffra
non soffra per me, non soffra per sè.
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BRUCIO LA MIA VITA.
S'io mi muovo, s'io mi sollevo,
tutto svanisce, tutto s'aggela.
Ma s'io resto così distesa,
gli occhi chiusi, le labbra aureolate di brace,
l'ardore della mia palma sul battito della mia gola,
io brucio la mia vita, brucio la mia vita,
il mio sangue si consuma nelle mie vene,
io sento che si consuma
solo nel ricordo d'un altro sangue,
d'una voluttà data e provata,
dell'amore lontano
che forse non ritroverò.
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STO PER FRANGERMI.
Sto per frangermi —
tanta onda ho vinto! —
tu alla fatica enorme mi segni un limite
ma come uno scoglio —
tanta onda a te m'ha gettata!
Sto per frangermi,
tu lasci che m'afferri al limite che mi segni,
ma come alla morte....
Contro a te m'abbatto,
spezzami il cuore e la fronte,
sii la morte poi che sei così forte!
Ma se solo a svenire
solo per poi rinvenire
tanta onda a te m'ha gettata,
se la morte non sei,
amore, erto amore,
quali lontananze vedi, se ti volgi?
Mare aperto,
oro levante sul mare forse?
Sto per frangermi,
tanta onda ho vinto,
contro a te m'abbatto,
erto amore, contro a te.
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MORTE, M'HAI SENTITA?
Morte, m'hai sentita?
Nella notte ti ho invocata,
piangendo
e