Le donne che lavorano. Virginia Treves

Le donne che lavorano - Virginia Treves


Скачать книгу
a prendere in mano la vanga e la zappa e darsi ad una ginnastica utile lavorando le loro terre. Molti generali si ritemprano dalle fatiche di una vita avventurosa coltivando i campi e tutti rammentano che Garibaldi era lieto di poter dedicare ai lavori campestri gli ozî di Caprera.

      Per chi è educato al sentimento della natura il lavoro della terra può dare immense soddisfazioni, ritempra il corpo e lo spirito, fa vivere in un ambiente sano, procura sempre all'animo nuove gioie e nuove sorprese.

      Quell'essere al contatto quotidiano colla terra madre dà vigore al corpo e purezza allo spirito. Chi sa col lavoro delle braccia dissodare un terreno incolto, asciugare un suolo paludoso e renderlo fecondo, e vede i campi sterili coprirsi per opera sua di messi abbondanti deve sentirsi quasi collaboratore nella grande opera della creazione e provare una gioia altrettanto intensa di chi fa un'opera d'arte, di chi suda e fatica la mente sui libri.

      Penso quale ricchezza sarebbe pel nostro paese se l'agricoltura fosse tenuta più in onore, ma forse troppe terre sono incolte e non dànno da vivere ad una popolazione troppo numerosa, nè invita il far sacrifici per ricavarne i frutti soltanto in un lontano avvenire; ad onta di tante difficoltà, mi sembra che un po' d'amore al lavoro dei campi, e specialmente da parte della donna, dovrebbe portar buoni frutti; ma invece di avvilirlo dobbiamo aiutarlo, elevarlo e creare intorno alle lavoratrici un'aureola di approvazione e cooperare al loro benessere.

      Quello che più di tutto stringe il cuore è constatare la vita meschina che conduce il contadino, spesso per miseria, ma più spesso per ignoranza.

      Le massaie preparano il pane per parecchi giorni e dànno da mangiare ai figli la polenta rafferma, inacidita, quasi senza sale, perchè nella loro ignoranza trovano che con questo sistema ne mangiano meno, e così è un vantaggio per l'economia domestica. Dànno ai bimbi il vino invece del latte nell'idea falsa che li renda più robusti, non sanno adoperare le erbe aromatiche dei loro campi nè trar partito dagli animali domestici per preparare dei cibi salubri e gustosi al palato, vendono il latte, i polli e le uova piuttosto che adoperarle per gli usi domestici.

      Non parliamo dei tugurî dove abitano; eccetto in qualche comune più fortunato e dove si va prendendo qualche provvedimento, si trovano anche nell'alta Italia nere tane affumicate, spesso senza finestre, dove abita un'intera famiglia, dove i muri trasudano l'umidità, piove dal tetto, col letamaio vicino e le acque inquinate. Nell'Italia Meridionale, eccettuate alcune case fabbricate dai contadini arricchiti in America e detti americani, e nella Sicilia, le abitazioni sono composte di una sola stanza dove dormono in comune tutti i membri della famiglia in compagnia dei polli, del maiale e di altri animali domestici. In alcuni villaggi vi sono tugurî dove non penetra nè luce nè aria, le pareti annerite gocciolano per l'umidità, i pavimenti sono rotti e infossati, i letti sono composti di sacchi di paglia e stoppia ammuffita.

      Tutte queste miserie e molte altre ancora vennero portate alla luce dall'inchiesta agraria ordinata dal Governo nel 1877. Si studiò la questione, si proposero miglioramenti, ma ben poco si fece, come risulta da una nuova inchiesta fatta di recente sulle condizioni dei contadini dell'Italia Meridionale e della Sicilia.

      Il contadino è per natura refrattario alle novità; è diffidente, non accoglie i consigli che gli vengono dati per suo bene, ma coll'istruzione che lentamente si va diffondendo nelle campagne, colle facili comunicazioni coi grandi centri, dovrà necessariamente accogliere, sia pure lentamente, i benefici del progresso.

      In Italia, per la sua forma e la diversità del clima e dei prodotti, esiste una grande differenza di costumi, da una regione all'altra.

      Se in molta parte del Mezzogiorno e della Sicilia il contadino vive in tuguri malsani, se nell'agro romano abita ancora in grotte e caverne come ai tempi dei trogloditi, se le terre, in mano di avidi sfruttatori, non dànno alle famiglie da vivere al punto da obbligarle ad emigrare in terre lontane, nella Toscana, invece, se non regna il benessere e l'agiatezza, la povertà è meno triste, perchè è circondata da un'aureola di salute e di benessere. Come le campagne sono ridenti e festanti fra i vigneti e gli olivi, anche le contadine sono più aggraziate e sorridenti. Lavorano, è vero, con fatica dalla mattina alla sera, lavorano a produrre il vino, e forse bevono sempre acqua, ma se non hanno da nutrirsi ci pensa il padrone, il quale si occupa personalmente delle sue terre, vede da vicino i bisogni dei suoi dipendenti e procura di porvi riparo.

      Anche nella Lombardia, i possidenti si occupano di migliorare le condizioni di vita dei contadini, si istituiscono forni per fare il pane economico e salubre, si stabiliscono cooperative di consumo e si procura di fabbricar case che non siano tuguri e riescano pratiche e igieniche; ma i pochi volonterosi non sono nemmeno incoraggiati da quegli stessi a beneficio dei quali si adoperano, e la vicinanza dei grandi centri industriali fa disertare la campagna alle persone più evolute e intelligenti; ciò è dannoso per l'agricoltura e la donna spesso perde allontanandosi dalla sua casa la salute e l'innocenza.

      Se il sistema di vita nelle varie regioni è diverso, l'ignoranza e la miseria regnano ovunque e quel tenue raggio di progresso dato dai primi elementi d'istruzione han fatto scorgere all'animo dei lavoratori della terra, la difficoltà di raggiungere la meta agognata, aumentando il loro malcontento e la loro infelicità.

      Quando la donna sarà meno ignorante, quando nelle scuole rurali le insegneranno nozioni pratiche d'igiene e del modo di coltivare gli erbaggi, di curare gli animali domestici, di preparare il cibo, di tenere la casa e i figli secondo norme igieniche, essa sarà la fata benefica della famiglia che vedrà crescere rigogliosa per opera sua.

      Per esempio, da noi è stato per tanto tempo trascurato l'allevamento del coniglio, dal quale in altri paesi si trae grande profitto; è un animale che non costa nulla, che si moltiplica con grande facilità, dà un cibo buono e sano e anche la pelle può essere adoperata per fare le pelliccie che adornano e riscaldano le signorine e signore e che si sono mostrate tanto utili ai nostri soldati che combattono eroicamente sulle Alpi.

      Tornando alla donna, essa deve essere aiutata e considerata e chi può deve fare in modo, di crearle un ambiente simpatico. Bisognerebbe che vi fossero leggi che ordinassero di radere al suolo le case insalubri, rinnovare quelle diroccate e fabbricarne di nuove secondo le norme d'igiene, ma come trovare i denari per farlo? Dovranno degli esseri umani essere condannati a vivere in tugurî, peggio delle bestie? Mi chiedo sempre perchè i proprietari, i comuni, le provincie, tutti i filantropi che dànno aiuti e premi in denaro per incoraggiare e migliorare l'allevamento del bestiame, non istituirebbero dei premi per le massaie che tengono ordinata e pulita la casa, per i piccoli proprietari che la mantengono in buono stato, per le mamme che hanno i bambini più puliti e ben nutriti. Perchè si pensa al miglioramento delle razze inferiori e non si cura quello della razza umana?

      Fino che nelle campagne regna tanta ignoranza, è inutile predicare l'igiene e la pulizia, conviene che le famiglie ne ricavino un compenso materiale, poi si troveranno meglio, prenderanno delle abitudini buone e il benessere si propagherà senza premio e incitamento. Una volta, i ricchi facevano l'elemosina ai poveri delle loro terre che sfilavano alle porte dei castelli e delle ville. Ora il mondo è mutato, e in altro modo dobbiamo aiutare il nostro simile, occupandoci di creare un ambiente salubre e simpatico affinchè il suo lavoro possa svolgersi in condizioni favorevoli di vita; e tutto quello che si farà per il suo benessere fisico e morale andrà non solo a vantaggio dell'individuo, ma anche del suo lavoro.

      All'estero il contadino vive assai meglio che da noi, eppure le terre non sono così fertili, nè il clima mite come il nostro, ma è che colà pensano molto di più di noi al lavoratore della terra e si fa qualche cosa di pratico per educarne la donna.

      Ci sono per esempio, nel Belgio, nella Svezia e nella Svizzera, delle scuole dette ménagères, dove invece d'un insegnamento astratto si danno nozioni pratiche per coltivare la terra, s'insegna una quantità d'industrie agricole e casalinghe.

      In Inghilterra la contessa di Warvick, preoccupata dal disagio di molte ragazze di condizione civile, pensò di procurar loro il mezzo di trovarsi un'occupazione per fare una vita agiata e igienica, e istituì un collegio che potesse dare un'istruzione agricola, con l'aggiunta di molti ettari di terreno, serre, orto, pollaio, alveari e vaccheria, affinchè, all'istruzione teorica impartita da esperti professori, ci fosse unita la pratica.

      Visto


Скачать книгу