I Mille. Garibaldi Giuseppe
LA BATTAGLIA DEL VOLTURNO.
CAPITOLO LVI. COMBATTIMENTO DI SORA.
CAPITOLO LIX. AMPLESSO DELLA MORTE.
CAPITOLO LXII. BATTAGLIA DEL VOLTURNO. 2 OTTOBRE 1860.
CAPITOLO LXIII. COZZO, LIA ED I NOSTRI FERITI.
ELENCO GENERALE DEI SOTTOSCRITTORI [68] all’opera I MILLE del Generale G. GARIBALDI
SUPPLEMENTO all’Elenco Generale dei Sottoscrittori [69]
QUADRO DEGLI INCARICATI E DEI LUOGHI che hanno dato maggior numero di firme.
PREFAZIONE
Alla Gioventù Italiana
Eccovi un altro mio lavoro—questo lo dedico a voi, non perchè sia migliore degli antecedenti, ma perchè voi troverete dei fatti compiuti dai vostri antesignani e fedelmente narrati da me, testimonio oculare.
Il male che dico del governo, credo sia inferiore ai meriti dello stesso, e desidero si creda che non per sistema io lo maledico, ma per puro convincimento di far bene, accennando al male.
Che la Monarchia per interesse proprio abbia secondato le aspirazioni nazionali nell’unificazione patria credo assurdo il negarlo, siccome assurdo sarebbe il negare aver la Democrazia seminato i campi di battaglia coi suoi martiri nell’intento solo generoso dell’unificazione dell’Italia e della sua emancipazione dal dominio straniero e teocratico.
Alcuni pochi che nelle fila della Democrazia pugnarono per il proprio avvenire, oggi si trovano nel Consorzio Monarchico, e quindi divisi dalla stessa, ed obbligati a continuar col governo la via di perdizione.
Il governo italiano modellato su quello imperiale di Francia, in tutto lo somiglia, ne segue esattamente le traccie, ed avrà le stesse conseguenze.
Non credano i moderni Machiavelli d’Italia d’esser più furbi dell’uomo di Sédan; essi lo ponno uguagliare in malvagità, non in malizia.
Come quello, questi edificano su fondamenta putride della sacerdotale menzogna, e come quello saranno sepolti nelle immondizie da loro stessi accumulate.
Perseguitino pure l’Internazionale, cioè la miseria da loro creata e mantenuta—spargano pure sulla superficie dell’Italia, colla solita intenzione di corromperla, i soliti agenti del corruttore supremo di Roma—ed invece di costruire degli Ospizi d’asilo per i tanti condannati a morir di fame in questo inverno di carestia, comprino pure delle nuove tenute di caccia per divertirsi—e nuovi palazzi vescovili—vedremo come se la intenderanno colla fame della moltitudine.
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