Il Concilio. Ferdinando Petruccelli della Gattina

Il Concilio - Ferdinando Petruccelli della Gattina


Скачать книгу
sono convocati come rappresentanti delle diocesi, ovvero come mandatarii del papa presso queste diocesi? Avranno essi un voto deliberativo e il diritto di respingere le proposte che offendono la loro coscienza? La votazione si farà per nazione o per individuo? Il popolo cattolico, che deve accettare come infallibili i decreti del Concilio, come e per mezzo di chi vi sarà rappresentato, poichè i vescovi non hanno preventivamente ricevuto il loro mandato nei comizi de'fedeli, o nei sinodi diocesani o provinciali? Il potere papale sarà superiore o subordinato al potere costitutivo de'Padri?... Sono questi ed altri i quesiti, che il mondo cattolico si pone innanzi, e sui quali i Gabinetti stessi paiono ansiosi di ricevere una risposta.

      Ma la Corte di Roma si tace.

      Ha essa ragione di tacere? E c'è ragione d'esserne ansiosi?

      Diciamolo a prima giunta; il silenzio è forse sconveniente, ma l'apprensione è fuor di luogo.

      Una riunione di teologi non è nè un Congresso di diplomatici, che tiene in mano la pace e la guerra; nè un Parlamento doganale, nè un Congresso di economisti, che possono, al postutto, influire colle loro deliberazioni sulla prosperità d'una nazione. I canoni di Roma non s'imporranno come i cannoni della Francia s'imposero all'Austria a Solferino, e come quelli della Prussia s'imposero alla Germania a Sadowa. Nondimeno bisogna prenderne atto e tenerne conto, poichè la Chiesa domina ancora su quella parte della popolazione che i Governi sottraggono all'istruzione primaria, e su quella che i mariti ed i padri non sanno tenere entro il santuario della famiglia.

      c2

       Indice

      Per apprezzare ciò che sarà il Concilio ecumenico del 1869, o piuttosto ciò che può essere, bisogna rivolgere addietro il nostro sguardo e rammentarci quello che furono i Concilii che lo precedettero. Nella Chiesa nulla decàde, nulla si distrugge. Essa vive del passato; essa impiega tutte le sue forze a modellare il presente su questo tipo: il che non vuol dire ch'essa non cammini. La Chiesa si rassegna ai fatti compiuti ed alle nuove teorie, ma come ad una necessità, e rimanendo sempre abbrancata ai vecchi principii, come un uomo che stesse in piedi sopra una zattera rimorchiata da un battello a vapore.

      Infatti, egli è soltanto mediante il raffronto col passato che noi possiamo intendere il significato dell'attitudine della Corte di Roma in questa circostanza, di fronte al corpo episcopale ed alle potenze. Non è che interrogando la storia de'Concilii che noi possiamo indovinare quale estensione la Chiesa attuale intende dare a'suoi decreti, e quale importanza essa attribuisce a coloro che devono eseguirli. Questa indagine storica è utile altresì per ricordare attraverso quali vicissitudini è passata la dottrina romana prima di costituirsi: non foss'altro, per insegnare a'nostri dottori della 6.ª Camera con quanta circospezione bisogna giudicare in materia teologica. E poi, quanti lettori sanno veramente che cosa è un Concilio?... Dopo questa rassegna, noi potremo cavare l'oroscopo del prossimo Concilio e presentare le nostre conchiusioni come il verdetto dell'esperienza e della ragione.

      La storia dei Concilii è la storia stessa del cristianesimo, o piuttosto del cattolicismo, che n'è la burocrazia. La nuova assemblea dee registrare le perdite, le riforme, i dogmi nuovi, la liturgia nuova, le concessioni fatte ed ottenute ...—in una parola, la fase nella quale la Chiesa è entrata, confermando tutto, non distruggendo nulla, attestando il diritto, ma piegando la testa dinanzi al progresso, che non risparmia la religione di ieri, più che non risparmii la scienza di stamane.

      Questi Stati generali del mondo cattolico sono talora assemblee costituenti, ma più spesso sono Camere di registrazione. Essi seguono sempre i grandi cataclismi che scuotono il mondo laico, e che producono delle rovine nel mondo religioso, già tarlato.

      Vi sono più specie di Concilii: i provinciali, i nazionali, i diocesani, e gli ecumenici, ossia generali.

      I Concilii particolari, per consueto, si dicono sinodi.

      Il numero di queste riunioni non si conosce esattamente. Noi ne abbiamo notato trecentotrentanove tra quelle che spiccano di più, senza tener conto delle due o tre assemblee degli apostoli a Gerusalemme, nel primo secolo, chiamate da Wathely conferenze, nè di quella riunione di vescovi a Roma, a cui Pio IX annunciò da ultimo la proclamazione del dogma dell'Immacolata Concezione.

      Oh ben si vede che la Chiesa è ancora molto lontana dal mondo moderno, in cui l'idea sociale della maternità primeggia sull'idea afrodisiaca orientale della virginità! La Chiesa è rimasta asiatica.

      Di codesti sinodi ve n'ebbero tre nel II secolo, undici nel III, dodici nel IV, dodici nel V, trentasette nel VI, venticinque nel VII, quindici nell'VIII, quarantasette nel IX, undici nel X, trentaquattro nell'XI, ventidue nel XII, quaranta nel XIII, ventisei nel XIV, dieciotto nel XV, quindici nel XVI, uno nel XVII, cinque nel XVIII, cinque nel XIX.

      L'ultimo Concilio tenuto a Parigi fu quello del 1811, per sottrarre al papa l'istituzione de'nuovi vescovi. V'intervennero novantanove Padri, presieduti dal cardinale Fesch. L'ultimo sinodo tenuto in Europa fu, io credo, quello di Nevers o di Langres, nel 1843, per istabilire l'uniformità della liturgia; e l'ultimo nel mondo è stato quello d'Australia (1844), per rimondare i costumi e la disciplina.

      Tra codesti Concilii, venti sarebbero stati ecumenici, secondo la Chiesa di Roma. Ma in realtà non furono che otto, poichè dopo quello di Costantinopoli (869), la Chiesa orientale non si mescolò più con la latina, ed al nono Concilio ecumenico, detto Lateranense (1122), convocato da papa Calisto II, l'imperatore d'Oriente e i Padri greci non intervennero. L'ultimo Concilio ecumenico, secondo Roma, fu quello di Trento (1545-63).

      c3

       Indice

      I Concilii de'quattro primi secoli ebbero per oggetto le cerimonie del culto, anzichè il dogma. I dogmi cristiani nacquero verso la metà del terzo secolo, nella scuola d'Alessandria, dal miscuglio della filosofia platonica colle semplici tradizioni degli apostoli. L'insegnamento di questi dogmi procreò l'eresie, e le eresie stabilirono i dogmi. Da ciò la necessità di convocare dei sinodi per discutere le dottrine che pullulavano con grande vigore, per accettare le une e respingere le altre. E perciò, nel sinodo di Pergamo (152) si condannò Colarbasio, gnostico ed astrologo; in Sicilia, Eracleone, il quale insegnava che il battesimo toglie la possibilità di peccare; a Jerapoli, Teodoto, conciapelli, che aveva sacrificato agl'idoli, e credeva Gesù un uomo ordinario; ed altri eretici. A Cartagine, a Roma, ad Arles furono condannati Novato e Novaziano, che rifiutavano ogni perdono ai Caduti o Lassi; il manicheo Manete, Donato e i donatisti, i puritani della disciplina; Montano, Marcione, Valentino e le loro sètte gnostiche—specie di mistici sognatori, del resto molto calunniati, i quali proscrivevano il matrimonio, ma non disdegnavano la comunità delle donne[1].

      Tutti questi sinodi erano specie di meetings, pressochè come i nostri Consigli provinciali, determinati, circoscritti in un luogo e da un argomento; meno però il Concilio d'Antiochia contro Paolo di Samosata, che voleva scalzare il fondamento stesso della nuova religione. Questo Concilio, tenuto nel 264, condannò l'ardito vescovo, che combatteva il dogma della divinità di Gesù.

      Codeste eresie, codesti dogmi male coordinati, ammessi dagli uni, contestati dagli altri, mantenevano una viva agitazione nell'Impero, e disturbavano Costantino, il quale aveva accordato il suo imperiale favore ai Cristiani per fare dispetto al suo rivale Licinio, sostenuto dai Gentili. Ma Ario sconvolse tutta la dottrina, e sedusse le menti. Egli insegnava «che il Figlio fu generato, ebbe principio, ed è di una sostanza diversa da quella del Padre, il quale è eterno; ch'egli è stato fatto dal nulla, è variabile, e può anche avere dei vizi». Il popolo correva dietro a questa dottrina, che non era quella dell'imperatore e dei suoi partigiani. Si tenevano sinodi contraddittorii. I pagani deridevano il cristianesimo. Costantino risolse di por fine a siffatta opposizione, che poteva avere delle conseguenze politiche. Egli fece


Скачать книгу