I fantasmi. Bracco Roberto

I fantasmi - Bracco Roberto


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Vedo bene che lei e i suoi compagni non sanno ancora nulla.

      Luciano

      (notandone l'espressione triste) Di che?!

      Manlio

      Lei ci impensierisce.

      Giulia

      Il povero Raimondo è così ammalato che, se pure volesse, non potrebbe più tornare tra loro.

      Luciano

       (a un tratto diventa pallidissimo.)

      Manlio

      (inquieto) Ammalato da quando?

      Giulia

      Chi lo sa! Per molto tempo egli ha nascosta a tutti la sua malattia. La nascondeva anche a me. Credo anzi che per nasconderla a me si affaticava a nasconderla agli altri. Solo l'anno passato, poco prima di prendere la decisione di ritirarsi in questa nostra vecchia casa di campagna, mi rivelò di essere in balìa di una tisi inguaribile. Ricorderanno che per più d'un mese non uscì di casa. Quando loro venivano a trovarlo, egli si sforzava di sembrare gaio, sereno. E se qualcuno notava il suo deperimento, egli si affrettava ad assicurare che era un deperimento causato da un eccesso di lavoro. Ma precisamente dopo quel periodo egli rinunciò a celarmi la verità. Ed ora mi ripete ogni giorno che non c'è nessuna speranza di salvezza.

      Luciano

       (ha un brivido visibile, una contrazione nel volto.)

       (Breve silenzio.)

      Manlio

      Ma non è improbabile che un po' di esagerazione ci sia in tutto ciò. Lei gli è così attaccata che esagera senza volerlo, ovvero non fa la tara alle esagerazioni di lui. Ed egli... sì, è un grande medico, ma è pure un uomo nervoso, suggestionabile.... Può egli avere la sua consueta percezione trattandosi di sè stesso?

      Giulia

      Si esamina e si studia con una esattezza che atterrisce.

      Manlio

      Ma la calma necessaria per curarsi....

      Giulia

      Il desiderio intenso di prolungare la vita vale in lui molto più della calma.

      Manlio

      Nondimeno, si dovrebbero invitare degli altri medici autorevoli.... Si dovrebbe tenere un consulto.... Non so.... Qualche cosa bisogna fare. Non è così, Luciano?.. Qualche cosa bisogna fare!

      Luciano

       (col corpo come impietrito, le labbra livide, non può profferire una sillaba.)

      Giulia

      Ho tanto insistito!

      Manlio

      Noi gli imporremo di ascoltare i consigli dei suoi colleghi migliori.

      Giulia

      Vedranno che non vorrà, dicendo che oramai è inutile.

      Manlio

      Ma tu ci pensi, Luciano? Tu ci pensi?... E noi che venivamo qui allegramente per tempestarlo di preghiere, di rimproveri e di entusiasmo e per levarlo in trionfo sulle nostre braccia!... (A Giulia:) E dica, dica in cortesia, signora: potrà egli riceverci? Noi, s'intende, vorremmo ossequiarlo, vorremmo almeno vederlo; ma se lei teme, se lei non lo crede opportuno....

      Giulia

      Io suppongo che riceverà volentieri i suoi buoni discepoli. La loro visita gioverà, se non altro, al suo morale.

      Manlio

      È a letto?

      Giulia

      In questo momento riposa, perchè nella notte non ha avuto requie. Ma, di solito, o è lì rinchiuso nel suo studio a lavorare o è in giro per la casa, attivo, agitato, vibrante, in una sovraeccitazione continua, e mostra tale una vigoria che a vederlo e a parlare con lui non è possibile credere alla gravità del suo stato. È un fenomeno strano.

      Manlio

      Io sostengo che, se egli dispone di tanta vitalità, il caso non è così disperato come asserisce lui.

      Giulia

      Che vuole che le dica!...

      Manlio

      Allora, senta, noi andiamo ad avvertire i compagni. Oh, che schianto ne avranno!... E fra mezz'ora, saremo qui tutti. Poi, se non potremo vederlo subito, aspetteremo ancora, o ce ne andremo per ritornare più tardi.... Insomma, quando ci avrà annunziati, deciderà lei stessa. Noi ci mettiamo completamente a sua disposizione, e lei deve figurarsi di avere in noi... oso dire... dei fratelli, ecco.

      Giulia

      Grazie, ne sono persuasa.

      Manlio

      Vada, vada. Potrebbe essersi svegliato.

      Giulia

      No. Se si fosse svegliato, certamente mi avrebbe fatta chiamare. (Accomiatandosi) Permettano.

      Manlio

      A ben presto, dunque.

      Luciano

       (senza guardarla e senza poter pronunziare un saluto, s'inchina.)

      Giulia

       (esce a sinistra, aprendo e richiudendo la porta, cautamente.)

       Indice

      MANLIO e LUCIANO.

      Manlio

      (mettendosi le mani in testa) Io ho come l'impressione di un sogno!... Non era prevedibile! Assolutamente, non era prevedibile! (Breve pausa di desolazione.) E d'altronde, non c'è da dubitarne. Così è!... Su, Luciano! Andiamo.

      Luciano

      (cercando di dissimulare il tremito da cui è preso) Sì, Manlio. (Fa qualche passo. Poi si ferma.)

      Manlio

      Ebbene?

      Luciano

      Aspetta un momento. Aspetta che io mi calmi. Quella notizia mi ha....

      Manlio

      Eh, lo capisco. Egli aveva tanta bontà per te!

       (Tutti e due parleranno moderando molto la voce, in una concitazione crescente.)

      Luciano

      Sarebbe forse più giudizioso consigliare ai nostri compagni di non venire a turbare questo disgraziato.

      Manlio

      Sua moglie ci ha detto che forse egli ne avrà qualche sollievo.

      Luciano

      Costringerlo a riceverci, costringerlo a dirci ch'egli è un povero condannato al quale non restano a vivere che pochi mesi o pochi giorni, a me pare una vera crudeltà.

      Manlio

      Ma, scusa, perchè non l'hai espressa dinanzi a sua moglie questa opinione? Ti sei ammutolito. Non hai saputo nemmeno balbettare una frase di rammarico....

      Luciano

      Ero così funestato, ero così sconvolto....

      Manlio

      E adesso, mio caro, non possiamo ritrarci. Animo, Luciano! Non perdiamo più tempo! I nostri compagni erano d'una allegria bambinesca. Si adornavano di fiori e di frasche come per andare a uno sposalizio. Senza essere informati, potrebbero giungere facendo


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