Poesie scelte. Silvio Pellico

Poesie scelte - Silvio Pellico


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la mia fama. Digli,

      E giuramento abbine tu, che giorni

      Incolpabili io trassi al fianco tuo,

      E che al suo fianco io non credea che un'ombra

      Pur di sospetto mai data gli avessi.

      LANCIOTTO.

      Perdona: amore è di sospetti fabbro.—

      Io fra me spesso ben dicea: Se pure,

      Fanciulla ancor, d'immacolato amore

      Si fosse accesa, e or tacita serbasse

      Il sovvenir d'un mio rival, cui certo

      Ella antepone il suo dover, qual dritto

      Di esacerbar la cruda piaga avrei,

      Indagando l'arcano? Eterno giaccia

      Nel suo innocente cor, s'ella ha un arcano!

      Ma dirlo deggio? Il dubbio mio s'accrebbe

      Un dì che al fratel tuo lodi tessendo,

      Io m'accingeva a consolarti. Invasa

      Da trasporto invincibile, sclamasti:

      Dove, o segreto amico mio del cuore,

      Dove n'andasti? Perchè mai non torni,

      Sì che pria di morire io ti riveggia?

      FRANCESCA.

      Io dissi?

      LANCIOTTO.

      Nè a fratel volti que' detti

      Parean.

      FRANCESCA.

      Fin nel delirio, agl'infelici

      Scrutar vuolsi il pensier? Sono infelici,

      Nè basta: infami anch'esser denno. Ognuno

      Contro l'afflitto spirto lor congiura;

      Ognun... pietà di lor fingendo... gli odia;

      Non pietà no, la tomba chieggon... Quando

      Più sopportarmi non potrai, la tomba

      Aprimi sì; discenderovvi io lieta:

      Lieta pur ch'io... da ogn'uom fugga!

      GUIDO.

      Vaneggi?

      Figlia...

      LANCIOTTO.

      Quai su di me vibri tremendi

      Sguardi! Che li fec'io?

      FRANCESCA.

      Di mie sciagure

      La cagion non sei tu?... Perchè strapparmi

      Dal suol che le materne ossa racchiude?

      Là calmato avria il tempo il dolor mio;

      Qui tutto il desta, e lo rinnova ognora...

      Passo non fo ch'io non rimembri...—Oh insana!

      Fuor di me son. Non creder, no...

      LANCIOTTO.

      ... A Ravenna,

      Francesca, sì, col genitor n'andrai.

      GUIDO.

      Prence, t'arresta.

      LANCIOTTO.

      Oh, a' dritti miei rinunzio.

      Dalla tua patria non verrò a ritorti:

      Chi orror t'ispira, ed è tuo sposo, e t'ama

      Pur tanto, più non rivedrai... se forse

      Pentita un giorno e a pietà mossa, al tuo

      Misero sposo non ritorni... E forse,

      Dall'angosce cangiato, ah, ravvisarmi

      Più non saprai! Ben io, ben io nel core

      La tua presenza sentirò: al tuo seno

      Volerò perdonandoti.

      FRANCESCA.

      Lanciotto,

      Tu piangi?

      GUIDO.

      Ah figlia!

      FRANCESCA.

      Padre mio! Vedesti

      Figlia più rea, più ingrata moglie? iniqui

      Detti mi sfuggon nel dolor, ma il labbro

      Sol li pronuncia.

      GUIDO.

      Ah, di tuo padre i giorni

      Non accorciar, nè del marito vane

      Far le virtù per cui degna e adorata

      Consorte il ciel gli concedea! Più lieve

      Sarà la terra sovra il mio sepolcro,

      Se un dì, toccando, giurerai che lieto

      Di prole festi e del tuo amor lo sposo.

      FRANCESCA.

      Io accorcerei del padre mio la vita?

      No. Figlia e moglie esser vogl'io: men doni

      Lo forza il ciel. Meco il pregate!

      GUIDO.

      Rendi

      A mia figlia la pace!

      LANCIOTTO.

      ... Alla mia sposa!

       Indice

      Un Paggio e Detti.

      PAGGIO.

      L'ingresso chiede un cavalier.

      FRANCESCA.

      (A Guido.)

      Tu d'uopo

      Hai di riposo: alle tue stanze, o padre,

      Vieni. (Parte con Guido.)

       Indice

      LANCIOTTO e il Paggio.

      LANCIOTTO.

      Il suo nome?

      PAGGIO.

      Il nome suo tacea:

      Supporlo io posso. Entrò negli atrii, e forte

      Commozïone l'agitò: con gioja

      Guardava l'armi de' tuoi avi appese

      Alle pareti: di tuo padre l'asta

      E lo scudo conobbe.

      LANCIOTTO.

      Oh Paolo! Oh mio

      Fratello!

      PAGGIO.

      Ecco a te viene.

       Indice

      PAOLO e LANCIOTTO si corrono incontro e restano lungamente abbracciati.

      LANCIOTTO.


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