Vampiri Gemelli. Amy Blankenship

Vampiri Gemelli - Amy Blankenship


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frattempo il nonno, dopo avere chiuso la telefonata, si era messo a sogghignare. Si chiese divertito quanto ancora quel cretino di Tasuki avrebbe resistito al fascino di Kyoko senza attentare alla sua verginità. Aveva letto negli antichi rotoli che finché la sacerdotessa fosse stata vergine, sarebbe stata un bersaglio ancora più prelibato per i demoni. Ma finora aveva taciuto alla nipote che sarebbe stata meno a rischio se avesse fatto sesso. Voleva solo che Tasuki si sbrigasse e raggiungesse almeno…la pubertà mentale!

      Notando dei movimenti provenire dall’auto del ragazzo aguzzò lo sguardo su di lui…chiedendosi se prima o poi Tasuki avrebbe fatto vedere le palle e fosse uscito per affrontarlo. C'era un’ombra, là fuori, dal lato del conducente…ma era troppo piccola per essere Tasuki….ed era senza dubbio molto più veloce. Poi notò un’altra ombra venire dall’angolo in fondo alla strada.

      Aggrottò la fronte, quando riconobbe Kyoko, tutta ferita e coi vestiti strappati. Ma che cavolo le era successo? Poi un’altra ombra, molto più piccola, apparve alle spalle della ragazza e il vecchio aguzzò la vista per capire di cosa si trattasse.

      Quando Kyoko passò sotto le luci di casa alzò lo sguardo e fece un cenno di saluto a suo nonno, ma lui non ripose. Lo vide invece fissare qualcosa alle sue spalle e si girò di scatto, ma non vide nulla.

      "Beh ... è solo arrabbiato." pensò. Poi il respiro le si mozzò in gola, quando vide il demone bambino a pochi metri da lei che, nascosto nell’ombra, la stava fissando in modo inquietante. Era immobile come una statua. L’unica cosa di lui che si muoveva erano i suoi capelli argentei scossi della brezza notturna. Strinse i denti con rabbia: diavolo, come aveva potuto non accorgersi della sua presenza?

      Yuuhi fiutò l'odore della sua paura, e si stupì quando ben presto questa fu sostituita da una grande rabbia. Alzò lo sguardo sul vecchio che li stava fissando dalla finestra in alto, e si chiese se lui era il protettore della ragazza o qualcosa del genere. Lasciò che la sua mente vagasse per la casa e individuò altre due forze vitali ... una era un bambino. Riportando lo sguardo sulla ragazza, Yuuhi si chiese se il maschietto fosse suo fratello. Lei gli aveva ucciso i suoi fratelli…era quindi giusto che lui gli prendesse il suo.

      "Non pensarci nemmeno!" ringhiò Kyoko, notando l’interesse del demone per la casa. Strinse gli occhi con ferocia e materializzò nel palmo della mano un dardo etereo.

      Quella luce malvagia che le era apparsa in mano scatenò in Yuuhi qualcosa che non provava più da almeno cinquecento anni, e che credeva di avere ormai seppellito nella sua coscienza: il terrore! I suoi occhi color ebano si fissarono in quelli di Kyoko. Capì che se solo avesse provato a mettere le grinfie su di lei o sul suo fratellino…sarebbe morto quella notte stessa!

      Kyoko si sentiva affogare dalla rabbia, comprendendo che si era portata quel piccole demone direttamente a casa! Aveva messo la sua famiglia in pericolo, cosa che aveva sempre cercato di evitare. Quel piccolo demone era davvero inquietante, mentre se ne stava lì, silenzioso e immobile a guardarla. Poteva avere la stessa età del suo fratellino, Tama…almeno in apparenza, perché sapeva che doveva essere molto vecchio…forse il più vecchio che avesse mai avuto la sfortuna di incontrare.

      "Gli dirò che ti ho trovato.” sussurrò la voce priva di emozioni del bambino, come se avessero appena concluso una lunga e pacifica conversazione.

      Sentendo il portone d’ingresso aprirsi, Kyoko si voltò e gridò: “Nonno, vattene!”

      Sollevò la sua arma e si voltò di nuovo verso il demone bambino per scagliargliela addosso, ma lanciò un urlo di sorpresa quando si accorse che il demone non c’era più. Non sapeva cosa le faceva più paura: vederselo davanti…o sapere che era scomparso..

      Chiudendo gli occhi, Kyoko lancio la sua aura a scandagliare le ombre, per capire dove si fosse nascosto il demone. Non trovò nulla e ritornò in sé pallida e tremante…con la pessima sensazione che in un istante tutta la sua vita fosse cambiata. Orami aveva messo la sua famiglia in pericolo. Sentì una mano sfiorarle la spalla…e si gettò piangente tra le braccia del nonno. "Mi dispiace ... mi dispiace tanto! - farfugliò tra i singhiozzi - Ormai lui sa dove abito ...scatenerà i demoni su questa casa!”

      Il nonno l’abbracciò stretta, sapendo che aveva perfettamente ragione. Sentì il cuore farsi pesante, al pensiero che avrebbe dovuto trasferire tutti urgentemente nel Santuario, dove sarebbero stati al sicuro perché l terreno su cui si ergeva era sacro. Era un piano già programmato, nel caso i demoni si fossero scatenati, ma considerò con tristezza che Kyoko non sarebbe potuta andare con loro. Ormai aveva perduto la sua cara nipote..

      La tenne stretta ancora un po’, prima di farle la fatidica domanda. "Li porto al Santuario, Kyoko, ma tu cosa farai?"

      "Dimmi addio." singhiozzò Kyoko, e poi ricacciò indietro le lacrime. Si lasciò andare ad una muta disperazione, mentre il nonno la riconduceva per l’ultima volta a casa. Si sarebbe fatta una breve dormita; aveva tante cose da sbrigare, prima dell’alba.

      Il nonno la guardò entrare in casa e poi, con un sospiro, si diresse verso l’auto di Tasuki, per assicurarsi che lui stesse bene.

      Vedendo che il ragazzo innamorato era privo di sensi, borbottò: "Sei sempre stato un impiastro!” Aprì la portiera e spinse il ragazzo sul sedile del passeggero, e quasi ghignò quando Tasuki andò a sbattere con la testa contro il finestrino.

      "Alla fine, dovrò riportarti io, a casa! - mormorò il nonno - E prima che Kyoko scopra che ti sei fatto mettere fuori combattimento." Questa volta il vecchio sorrise. "Non possiamo far sapere a Kyoko che ti hanno fatto la bua, o lei non ti chiamerà più, quando avrà bisogno del tuo aiuto!”

      Mise in moto l’auto e si diresse di corsa verso casa di Tasuki, per tornare presto e potersi occupare della nipote.

      *****

      La mattina dopo, Tasuki si svegliò di soprassalto, oppresso da un terribile incubo che non voleva nemmeno ricordare. C’era qualcosa di malefico nell’aria, lo sentiva! Afferrò il telefono e compose rapidamente il numero di Kyko, fremendo fino a quando non sentì il nonno dall’altro capo della linea.

      Fece un smorfia di stizza, ma si fece forza e disse, con voce da pazzo: “Ho bisogno di parlare con Kyoko.” Strinse convulsamente la presa sulla cornetta. Non ricordava nulla della notte scorsa. Chi cavolo lo aveva riportato a casa?

      Anche il nonno strinse forte la cornetta, ma per l’ansia. Vide il taxi che aveva chiamato fermarsi proprio sotto casa. Aveva promesso a Kyoko di non dire nulla a Tasuki e di non rivelargli dove stesse portando la sua famiglia. Era l’unico modo per proteggerli tutti. Sospirò: era una vera disgrazia, quello che stava accadendo.

      La sua voce risuonò più vecchia e stanca del solito. “Mi dispiace Tasuki. Kyoko non vive più qui e non sono autorizzato a dirti dove si è trasferita." Eh si, era una vera disgrazia!

      Tasuki rimase senza fiato quando il nonno chiuse la conversazione. Sentiva il cuore battergli violentemente nelle orecchie. Una volta il vecchio gli aveva detto che, se fosse successo qualcosa di grave coi demoni, Kyoko doveva scomparire. “Noooo!” urlò, mentre gli occhi gli si coloravano di ametista. Lanciò il telefono per terra.

      "DANNAZIONE!” continuò a ripetere, coprendosi gli occhi con le mani e cadendo affranto sui suoi cuscini di seta, mentre il cuore gli si spezzava nel petto.

      Dopo qualche minuto cominciò a calmarsi e gli occhi gli tornarono del colore normale. Decise che avrebbe aspettato il momento giusto per intervenire. Il vecchio non gli aveva voluto dire dov’era andata Kyoko…ma lui pensava di sapere dove si era andata a nascondere...

      Senza che lui se ne accorgesse, il bastone che teneva chiuso a chiave nell’armadietto cominciò a brillare di una luce minacciosa.

      *****

      Kyoko stava per aprire la portiera del taxi ma si fermò, quando sentì il fratellino precipitarsi in cortile per andare ad abbracciarla. Lo afferrò al volo quando lui le si buttò addosso…facendola quasi cadere a terra..

      "Non voglio che te ne vai!" piagnucolò il bambino, tenendosi stretto alla sua


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