Mai Sfidare Una Volpina. Dawn Brower

Mai Sfidare Una Volpina - Dawn Brower


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e accanto a lui un uomo più giovane, ma molto più vecchio di lei. Tirando a indovinare, l’uomo più giovane, che poteva avere la stessa età del suo defunto padre, era il vicario. E il suo futuro marito…beh, probabilmente avrebbe avuto l’età di suo nonno …se fosse stato ancora vivo.

      "Bene, eccovi qui! - esclamò il duca - Ora possiamo iniziare." E tese una mano a Billie. "Sono pronta." mormorò lei. Anche se in realtà non lo era. Si avvicinò al duca e al vicario. C'erano anche le sue sorelle, ma tutto cominciò a svanire ai suoi occhi. Billie entrò in una sorta di trance. Forse, estraniandosi dalla realtà, avrebbe sofferto molto meno.

      Infatti, in un attimo tutto finì. Era passata circa un’ora, ma Billie non se n’era nemmeno accorta. Oramai aveva rinunciato alla sua vita e nulla sarebbe più tornato com’era. Come in un sogno aveva solo sentito il vicario dire: "Vi dichiaro marito e moglie. Possa il Signore benedire il vostro matrimonio e rallegrarlo con la nascita di molti figli.”

      Billie sperò caldamente di no. Avrebbe fatto la sua parte, soddisfacendo la lussuria del duca…ma si augurò fortemente di non rimanere incinta di un uomo del genere…e di rimanere vedova molto presto. Sapeva che era una cosa molto cattiva desiderare la morte di un essere umano…ma non riusciva proprio a trattenersi. Che Dio la perdonasse ...

      "Ora che le formalità sono finite, inizia il divertimento! - le sussurrò malignamente il duca in un orecchio - Vi aspetto nel talamo nuziale, mia cara…Non vi fate attendere troppo.”

      "Ma come…adesso?” tremò Billie. Neanche il tempo di adattarsi alla sua nuova vita? Le viscere le si annodarono per l’ansia. Aveva sperato almeno in una piccola tregua. Non aveva alcuna voglia di andare ORA nella stanza da letto che l’avrebbe accompagnata per tutto il resto della sua vita, a sollazzarsi con….suo marito. L’aveva già vista, era una camera da letto davvero bella…ma non bastava questo a renderla attraente. Soprattutto, perché era là dentro che avrebbe dovuto sopportare le attenzioni del duca.

      "Ormai è fatta. Che senso ha aspettare fino a stasera?” le disse il duca.

      Billie deglutì a fatica e andò nella sua stanza, seguita da una serva. Perse ogni capacità di pensare mentre la cameriera l'aiutava a spogliarsi. Quando fu pronta per la notte, la cameriera aprì la porta e subito entrò il duca. Indossava una camicia da notte che a malapena gli conteneva la pancia.

      "Lasciateci.” ordinò alla cameriera. Raggiunse Billie. "E ora fatemi vedere cosa ho comprato.” le sussurrò. Il suo respiro era pesante e fetido, mentre armeggiava sul corpo della ragazza. Ad ogni movimento che lui faceva, cercando di spogliarla, Billie arrossiva sempre di più dall’imbarazzo.

      Avrebbe voluto sottrarsi…ma sapeva che non poteva farlo. Billie chiuse gli occhi e si preparò al peggio. Poteva farlo, poteva! Se lo avesse ripetuto all’infinito, alla fine ce l’avrebbe fatta! Chiuse gli occhi…

      Sentì uno strano sospiro e poi un forte tonfo. Billie aprì gli occhi e fissò il duca che giaceva a terra. Il suo viso era bianco cadaverico…soprattutto se paragonato al rosso rubizzo che gli aveva visto sulla faccia poco prima. Che diamine era successo? Sembrava che…non respirasse più! "Vostra grazia?" La sua voce si spezzò, mentre lo chiamava.

      Ma lui non rispose. Billie si chinò e gli controllò il respiro. Oh Dio ... ma era morto! E ora? Che doveva fare? Il matrimonio non era stato ancora consumato ... Una parte di lei gioiva per questo ma l'altra ... era terrorizzata. Non era legittimamente ancora sua moglie e non poteva accampare alcuna pretesa sulle proprietà del duca…o sul suo titolo, e il suo legittimo erede avrebbe potuto benissimo scacciarla dal castello assieme ai suoi fratelli! Come poteva evitare una cosa del genere? Che ne sarebbe stato di lei? Quel mostro non solo l’aveva cacciata in quella tremenda situazione…ma aveva anche avuto il cattivo gusto di crepare prima del tempo! Forse non avrebbe dovuto dire niente a nessuno…e specialmente al nuovo duca. Ma come poteva? Se qualcuno le avesse fatto delle domande dirette…come avrebbe potuto mentire? D’altra parte…il suo matrimonio sarebbe stato annullato, in quanto non consumato, e lei…sarebbe tornata sul lastrico come prima. Oh Dio, che fare?

      CAPITOLO SECONDO

      Zachary Ward, il nuovo duca di Graystone, se ne stava comodamente seduto sui soffici sedili di velluto della sua carrozza, mentre si dirigeva verso il castello per prendere possesso della sua eredità e verificare lo stato dei beni del duca appena defunto. Probabilmente era una proprietà di tutto rispetto, anche se lui non l’aveva mai visitata prima. Suo nonno non l'aveva mai invitato al castello di Graystone, né era stato suo ospite nella residenza londinese. Non era un segreto che il vecchio duca detestasse Zach e preferisse lasciare titolo e beni a un suo figlio naturale.

      Per questo, quando gli era arrivata alle orecchie la notizia che il vecchio aveva sposato una ragazza giovane, anche se non nobile, Zachary non era rimasto minimamente sorpreso. Anzi, si era chiesto come mai il nonno non lo avesse fatto prima. Sua nonna, la duchessa, era deceduta da poco più di un anno. Forse le circostanze avevano impedito al vecchio di sposarsi prima della fine del lutto…o più probabilmente non era riuscito a trovare una fanciulla talmente disperata da accettare di sposarlo. Che cosa aveva promesso, alla giovane moglie, per convincerla? Forse era bastata già l’idea di diventare duchessa. Qualunque cosa ci fosse stato tra loro, Zach ci avrebbe scommesso la testa e tutti i suoi beni, incluso il castello, che non era amore.

      In ogni caso, non vedeva l'ora di guardare in faccia quella volpina. Perché era così che se l’immaginava: una donna astuta, fredda e calcolatrice. Nemmeno una donna di buon cuore avrebbe sposato quel vecchio porco solo per compassione. Duca o meno, quell’individuo che era stato suo nonno era un essere odioso. Era risaputo che il Duca di Graystone era tutto, tranne un brav'uomo.

      La carrozza continuava a sussultare per la strada. A breve sarebbe arrivato al castello e avrebbe potuto fare la conoscenza della…vedova. Di certo quella donna avrebbe insistito per mantenere il titolo e avrebbe preteso che ci si rivolgesse a lei come “Sua Grazia”. Detestava già il solo pensiero. Zach odiava le approfittatrici, soprattutto se venivano dal popolo: imparavano presto a trattare con disprezzo gli altri.

      Ognuno doveva stare al proprio posto e non puntare troppo in alto. Era una triste realtà, che aveva sperimentato molto presto e sulla propria pelle. Sua madre era stata la governante del palazzo in cui era cresciuto suo padre. Essendo entrambi giovani, i due si erano innamorati ed erano convolati a nozze, di nascosto dal duca. Quando lui l’aveva scoperto era andato su tutte le furie, per il fatto che suo figlio avesse osato prendere in moglie una donna di così basso livello. Li aveva cacciati dal castello e tagliato loro qualsiasi forma di vitalizio, lasciandoli praticamente in miseria. Era fermamente convinto che il figlio avesse tradito il proprio sangue, con quel matrimonio! Per questo non aveva mai neanche voluto conoscere il suo unico nipote, colpevole di portare nelle proprie vene le tracce di quel sangue guasto. La miseria aveva portato prematuramente i suoi genitori nella tomba, ma poiché ufficialmente suo padre, Lord Andrew Ward, non era mai stato diseredato, ciò faceva di Zachary l’unico discendente diretto del duca. Non che gli fosse mai interessato. Tuttavia quella eredità insperata gli concedeva due gioie: la prima di aver vendicato in parte la sofferenza inflitta ai suoi genitori, e la seconda…beh, sperava che quando lo avesse visto entrare nel castello, quel vecchio ignobile si sarebbe rivoltato nella tomba!

      Nel frattempo, lui era già abbastanza ricco di suo. Suo padre aveva fatto degli investimenti rischiosi, prima di morire, che per fortuna avevano dato i loro frutti. Così aveva potuto rimettersi in sesto, comprare delle proprietà e, con il suo fiuto per gli affari, era riuscito a farle fruttare. Ora, era curioso di vedere com’era messo il castello di cui aveva sempre sentito parlare. Si augurò che il nonno non lo avesse mandato in malora: detestava l’idea di dover mettere mano alle sue finanze, così faticosamente messe da parte, per qualcosa che non avrebbe mai neanche voluto! Comunque, lo avrebbe saputo ben presto. A giudicare da come la carrozza stava rallentando, avrebbe giurato che erano quasi arrivati.

      Zach guardò fuori dalla finestra. Un’enorme costruzione, un castello davvero gigantesco, si profilava in lontananza. Erano molto più vicini di quanto pensasse. Si strofinò le mani. Bene! Presto avrebbe dato un'occhiata ai libri contabili... e alla


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