Attenti Alle Timide Bamboline. Dawn Brower

Attenti Alle Timide Bamboline - Dawn Brower


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se avesse continuato con la sua tiritera su quanto odiava i balli, le uscite in società e cose del genere.

      "Capisco perché siete così eccitata per me, cara sorella. - disse Teddy, malignamente - In realtà, è quello che avreste voluto per voi stessa. Purtroppo nostro padre ci ha lasciato senza il becco di un quattrino e non avete mai fatto il vostro debutto in società…Questa serata è più vostra che mia…”

      "In un certo senso, avete ragione - rispose Billie, senza scomporsi - Ma adesso io sono una signora sposata. Non è più la stessa cosa.” Tacque, mentre uscivano dal negozio della modista. “Vi assicuro che Zachary lo fa solo per il vostro bene. Io vi capisco, e so quanto siate contrariata. L’unica cosa che posso dirvi è: Tenete duro. Se proprio non riuscirete a sopportare di apparire in società, pregherò Zachary di trovare una giustificazione valida per voi, e vi ritirerete in campagna. E basta con la ricerca dei pretendenti.”

      Teddy aggrottò la fronte, sentendosi in colpa. Era davvero così odiosa? "Perdonate; mi sto comportando come una bambina viziata e irriconoscente.”

      "Solo un po’.” sorrise Billie. Le carezzò affettuosamente una guancia. "Zach vi farà la dote anche se non vorrete sposarvi. La userete come meglio credete. Non è nostra intenzione rendervi infelice. Se proprio detestate il matrimonio, avrete una bella casetta in campagna tutta per voi, e una rendita annuale per vivere serenamente. Ma accettate il mio consiglio: prima di prendere una decisione così definitiva terminate di buon grado la stagione. Magari succederà qualcosa che vi farà cambiare idea.”

      "Va bene. - disse Teddy, riluttante - Seguirò il vostro consiglio e smetterò di fare i capricci.” Ma in cuor suo sapeva che era inutile. Non aveva alcuna voglia di trovare un marito. Teddy era una zitella nata, e come tale voleva vivere il resto della sua vita.

      Ezra Halsey, visconte di Carrolton, fissava la folla di persone nella sala da ballo. Perché aveva accettato di partecipare di nuovo a quel ballo? Oh, giusto, sua sorella, Amelia ... Era la sua prima stagione, e come capofamiglia, era costretto ad accompagnarla e a farle da cavaliere. Sarebbe stato scandaloso se avesse impedito a sua sorella di fare il proprio debutto in società.

      Aveva bisogno di un drink vero, non di quei punch caldi che Lady Windley aveva allestito per evitare che i gentiluomini si ubriacassero. No, doveva trovare qualcosa di accettabile da bere. Affogarsi nel punch non lo avrebbe aiutato a resistere a quel supplizio. Tutte quelle oche giulive accompagnate dalle loro madri, che lo guardavano speranzose che ne invitasse qualcuna a ballare… Forse era troppo duro, a esprimersi a quel modo, ma non riusciva a trovare parole migliori per descrivere il proprio disagio.

      "Avete l’aria di uno che sta per infilare la porta e scappare a gambe levate…” esclamò la voce di un uomo.

      Ezra si voltò e sorrise. Era il suo caro amico, il duca di Graystone, che lo aveva preso alle spalle. I suoi capelli d’oro bruno erano spazzolati all'indietro, e i suoi occhi verdi quasi scintillavano di malizia. Indossava, come di prassi, un frac scuro e una camicia bianca inamidata, che quasi brillava alle luci dei candelabri.

      "Che ci fate voi, qui?" Un ballo per debuttanti era l’ultimo posto in cui Ezra si sarebbe mai sognato d’incontrarlo. Il duca era allergico alla parola matrimonio… “Non appena vi vedranno, le matrone vi salteranno addosso, costringendovi a sopportare le proprie figlie.”

      Sorrise. "Arriverebbero tardi. Ho già una moglie e, da quel che ricordo, in Inghilterra la poligamia è reato.” rispose il Duca, sornione.

      Graystone si era sposato? Il mondo stava davvero per finire. "Ma…mi prendete in giro?” esclamò Eszra, profondamente sorpreso.

      “Purtroppo, nemmeno io oserei scherzare su una cosa del genere. Il matrimonio è una faccenda seria. Mi sono sposato due settimane fa, con una licenza speciale. Quindi, non sono più uno scapolo d’oro.”

      Ezra inarcò un sopracciglio. "Credevo che il matrimonio vi facesse quasi orrore.”

      Graystone ridacchiò. " Infatti era così. È incredibile come l'amore possa cambiare la prospettiva delle cose!"

      "E...chi sarebbe la fortunata?” Da quel che ne sapeva, Graystone adesso viveva nella sua nuova residenza di campagna e ... "Vi prego, non mi dite che si tratta della vedova di vostro nonno…”

      "Va bene, allora non ve lo dirò.” sorrise il duca.

      Ezra lo fissò perplesso. Stava mentendo, non poteva essere… No. Lo stava pendendo in giro. Graystone era sempre stato contrario al matrimonio. Cosa gli aveva fatto cambiare idea?

      “Buon Dio, allora è vero. Avete perso la testa!" esclamò.

      "Forse sì. - ammise Graystone - Ma non ho rimpianti. Billie è l'amore della mia vita e sarà la madre dei miei figli. Sono felice. Gioite con me."

      Ezra scosse la testa. Si augurò che Graystone non si sarebbe mai pentito della sua decisione. Per quella che era la sua esperienza personale, il matrimonio non portava mai nulla di buono.

      A volte desiderava che sua sorella non fosse così decisa di trovarsi un marito. Eppure le aveva assicurato che si sarebbe sempre preso cura di lei, quindi non aveva bisogno di sposarsi.

      "Vi auguro solo il meglio. Cosa è successo, dopo che me ne sono andato con Sheffield? Mi pare che Foxworth sia rimasto con voi. Non ha provato a dissuadervi da un passo così…affrettato?”

      “È rimasto al castello per un po’. Oh, non doletevi per me, caro amico. Tutto è andato come doveva andare… " Gli diede un leggero colpetto sulla spalla. "Voi piuttosto: perché non provate a riconsiderare la vostra idea sul matrimonio? Potreste trovare una bella ragazza che vi metta il cappio al collo…”

      "Tacete, vi prego! - sibilò Eszra, contrariato - Qualche matrona accanita potrebbe sentirvi!”

      "Cosa? Intendete qualche gentile signora con la figlia in età da marito? - esclamò il duca a gran voce, con tono beffardo - Mi dispiace dirvelo, amico mio, ma siete già nell’occhio del ciclone. Guardatevi intorno. Hanno i loro occhi avidi puntati su di voi. Siete ricco, nobile e di antico lignaggio. Qualsiasi donna scenderebbe a patti con voi, pur di costringervi a impalmare la figlia…” E ridacchiò di gusto.

      Ezra alzò gli occhi al cielo. "E voi sareste il mio miglior amico? Non vi riconosco più!” esclamò.

      "Sono la stessa persona di sempre. Solo che questa volta…vi sto dicendo la verità.”

      Ezra sospirò. Odiava ammetterlo, ma Graystone aveva ragione.

      "Vedo. E purtroppo avete ragione. Chiaramente lo sanno che sono qui solo per fare da cavaliere a mia sorella, ma di sicuro ce la metteranno tutta per presentarmi le figlie e costringermi a fare almeno un ballo.” Era proprio questo che gli rendeva odiose quelle feste. “Comunque, la mia idea sul matrimonio non cambia. Non intendo sposarmi e non mi sposerò. La loro è una partita persa.

      "Attento…- ridacchiò Graystone - Anch’io ero convinto che non mi sarei mai sposato. Il matrimonio era fuori programma per me, ma poi è arrivata Billie e tutto è cambiato. Non potete ipotecare il futuro. Se avrete mai la fortuna di incontrare la donna giusta, vedrete che l’amore diverrà il centro della vostra vita e capitolerete. Ne sono più che sicuro.”

      Ezra non voleva discutere con il suo amico. “Sono felice per voi, Greystone. Evidentemente avete trovato l’amore, ma io ne starò alla larga. Non ho alcuna intenzione di rovinarmi la vita.”

      Che idiozia, il romanticismo! E per quanto riguardava il matrimonio…non era per lui.

      I suoi genitori si erano sposati per amore ... o almeno così gli era stato detto. Anche loro erano stati felici per un po’. Poi era finita. Erano cominciati i litigi. Ricordava bene come strillavano e quante se ne dicevano! Lui era solo un bambino e si copriva le orecchie con le mani, per non sentirli. Suo padre si era dato al bere e un giorno era salito a cavallo ubriaco, e si era spezzato l’osso del collo. Fine della storia. Sua madre aveva pianto e si era disperata…ma aveva recitato la parte della vedova


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