Attenti Alle Timide Bamboline. Dawn Brower
gli era rimasta attaccata addosso come una seconda pelle.
"Vi lascio alle vostre riflessioni, allora. - disse Graystone, salutandolo - Ma sono sicuro che cambierete idea. Se è destino, troverete l’amore anche voi." Scosse leggermente la testa. "Non si può sfuggire…Nemmeno io volevo innamorarmi di Billie. Non ho fatto che combattere contro i miei sentimenti, ma alla fine non ho resistito. E adesso, non potrei essere più felice.” Si guardò intorno, scrutando la sala. “Ma ora perdonate, sono costretto a lasciarvi. Stanno per aprire le danze e devo trovare mia moglie e sua sorella. Divertitevi."
Ciò detto, il duca lo lasciò e si mischiò agli invitati. Eszra lo compatì: già lo vedeva al guinzaglio, con sua moglie e la cognata, che le seguiva come un cagnolino. Fece un respiro profondo e si preparò all’assalto. Era tempo di entrare nella fossa dei leoni. Forse sarebbe sopravvissuto al primo attacco della stagione, e sarebbe tornato indenne a palazzo.
Ma qualcosa gli diceva che quella volta non se la sarebbe cavata.
SECONDO CAPITOLO
Ma che cosa c’era di così eccitante in una festa da ballo, per le donne? Teddy scosse la testa e sospirò. Odiava le serate danzanti. A volte era convinta di detestare tutto il genere umano, ma non era così. Amava molta gente, ad esempio i suoi parenti…ma chissà se i parenti non facevano eccezione. Magari era solo apparire in società, davanti a tutte quelle galline, che la metteva in ansia: erano tutte così critiche…Bastava che facessi un piccolo errore di etichetta ed erano là, col dito puntato, a far circolare la notizia…C’era di buono che, fino a quel momento, nessuna sembrava essersi accorta della sua presenza. Per ora Teddy poteva dirsi al sicuro dalle loro lingue velenose.
Fino a quel momento non poteva dire di aver fatto da tappezzeria per tutta la sera, alla festa di casa Windley, ma era a buon punto. Nessun gentiluomo le aveva chiesto di ballare, e nemmeno aveva guardato nella sua direzione. A Teddy andava bene…anche se un po’ si sentiva ferita nell’orgoglio. In fondo non era male, fisicamente; anzi, si riteneva piuttosto graziosa. Aveva i capelli color miele di sua madre e i suoi stessi occhi blu. La sua figura era snella e aggraziata. Tuttavia, sembrava che fosse addirittura invisibile.
Pensò di recarsi in biblioteca; tanto, non se ne sarebbe accorto proprio nessuno. Lì avrebbe trovato un buon libro da leggere, per ingannare il tempo. Chiaramente, c’era il problema di sua sorella. Billie avrebbe notato la sua scomparsa. Non subito, ma abbastanza presto. Per ora stava ballando felice con suo marito, e Teddy era l’ultimo dei suoi pensieri. Ma, quando avesse finito di ballare, sarebbe venuta a cercarla e avrebbe tentato di presentarla a qualche gentiluomo.
Sì, meglio rintanarsi in biblioteca...
Teddy lasciò la sala da ballo e si diresse nelle ali posteriori del palazzo, che davano sul giardino. Nessuno avrebbe fatto caso a lei. Sarebbe arrivata fino in fondo, come se avesse intenzione di prendere un po’ d’aria, e poi avrebbe svicolato per il corridoio che portava in biblioteca. Forse si era arresa troppo facilmente, ma…meglio così.
S’imbatté in un coro di voci, poco prima che girasse l’angolo verso la sala che le interessava. Non riusciva a distinguere chi fosse, ma sperò che non l’avessero vista. Non sopportava l’idea di essere additata come topo da biblioteca, e ormai era in tutt’altra direzione, rispetto al giardino. Meglio nascondersi dietro una di quelle enormi piante decorative. Almeno non si era appartata con un uomo: se l’avessero scoperta a fare una cosa simile, per lei sarebbe stata la fine.
"Lady Windley, - stava dicendo una voce maschile - volevo ringraziarvi per l’invito a questo ballo. Mia sorella Amelia ne è stata entusiasta!”
"Il piacere è stato tutto mio. - rispose formalmente Lady Windley - Mi auguro che vi stiate entrambi divertendo.”
L'uomo si schiarì la gola. "Certamente.” sussurrò. Strano: a Teddy sembrò che l’uomo mentisse. Il suo tono era educato, ma celava una nota…di orrore, di disgusto? Tuttavia, fingeva bene. Le sarebbe piaciuto avere il suo talento.
Comunque sia, quell’uomo sembrava annoiarsi decisamente. Dovette trattenere una risatina, altrimenti quei due si sarebbero accorti della sua presenza. Quel poveraccio doveva essere stato costretto a partecipare al ballo! Sentì quasi un moto di pietà verso di lui, e pensò di toglierlo d’impaccio in qualche modo. Ma alla fine desistette: non aveva alcuna voglia di farsi scoprire.
"Meraviglioso! Ne sono felice.” tubò Lady Windley. Quella donna aveva delle mire nascoste. Dalla sua voce trasudavano latte e miele! Che aveva intenzione di fare? Sedurlo?
Teddy lanciò un’occhiatina. No, il gentiluomo sembrava molto più giovane di Lady Windley. Come poteva lui trovarla attraente? Si augurò che non si mettessero ad amoreggiare, mentre lei era ancora lì. Sarebbe stato…molto spiacevole.
"Ehm, sì ..." Altro che seduzione! Lui aveva tutta l’aria di voler scappare! "E io sono, um, felice per voi…” mugolò l’uomo.
Teddy non riuscì a trattenersi e scoppiò in una risatina soffocata. Dio, e ora? Sgusciò via velocemente, con una mano sulla bocca. Diamine, che aveva combinato! E dire che stava cominciando a divertirsi. Quella era la cosa più interessante che le era accaduta quella sera…
"Avete sentito?" esclamò Lady Windley, con un sussulto.
"Sentito cosa?" rispose l’uomo.
"Quel suono ...- sospirò la dama - Possibile che non l’abbiate sentito?"
Teddy trattenne il respiro. Dannazione. Non avrebbe dovuto perdere il controllo. Si era nascosta un po’ più lontano, ma non poteva infilarsi nel corridoio, altrimenti sì che l’avrebbero notata! E lei…voleva vedere il seguito di quella…scenetta di seduzione.
"Purtroppo, non mi sono accorto di niente.” si stava giustificando l’uomo. Era evidentemente più sollevato. “Forse, è il caso che ci separiamo, milady. Avrete sicuramente molte cose da fare e…non vedo vostra figlia. Non era in sala, poco fa?”
"Avete ragione, mio caro. - rispose Lady Windley, visibilmente delusa - E’ meglio che vada a vedere dove si è nascosta. Ci vediamo più tardi in salone?”
Teddy moriva dalla voglia di vedere in faccia quel tizio. Era chiaro che quella donna gli dava sui nervi e che non vedeva l’ora che se ne andasse. Ma…chi era? E che ci faceva lì se, come sembrava, detestava quel posto e la padrona di casa? Teddy era notoriamente curiosa, e fremeva dalla voglia di saperne di più. Magari, poteva seguirlo e vedere dove andava e con chi si vedeva. Forse, anche il gentiluomo aveva delle mire nascoste.
"Sicuro. - stava dicendo lui, mentendo anche stavolta - Ma sapete che sono qui per vegliare su mia sorella.”
"Oh, non temete! Con un fratello come voi, non corre alcun pericolo!” esclamò allegramente la dama.
Beh, in base alle esperienze di Teddy non era proprio così. Non sempre la propria famiglia è un baluardo contro l’esterno, anzi…E lei lo aveva sperimentato sulla propria pelle.
"Eh, non si sa mai, cara Lady Windley! - rispose infatti il gentiluomo - Comunque avete colpito nel segno: lei mi definisce il suo mastino da guardia!”
"Un giorno ve ne sarà grata. Quando sarà abbastanza matura da capire che avevate ragione a volerla proteggere. Non si è mai al sicuro da nessuno…specialmente dai giovanotti!” E ridacchiò. “Tutte le fanciulle credono di saperne di più degli adulti. Bene, allora a dopo. Andrò anch’io a dare un’occhiata a mia figlia. Ma vi reclamo per la fine della serata: mi piacerebbe fare un altro ballo con voi. Sempreché…non troviate detestabile danzare con una vecchia signora…”
Entrambi risero, poi il gentiluomo salutò la donna con un elegante baciamano e i due si separarono. Teddy tirò un sospiro di sollievo, quando vide che Lady Windley si dirigeva in una direzione diversa rispetto al suo nascondiglio. Meno male! Stava appunto tirando un sospiro di sollievo, quando sentì una voce alle sue spalle, che la fece sussultare per la paura.
“Bene, bene, cosa abbiamo qui? - esclamò qualcuno, con tono beffardo - Perché ve ne state nascosta qui