Il Guerriero Depravato. Brenda Trim
sé, oltre a tentare di aiutarlo. “Lascia” esordì lei, pugnalando un Redcap al collo prima che Kyran potesse rispondere. Non riuscì a recidere tutti i tendini nonostante il coltello fosse affilato, quindi la testa della creatura restò appesa al corpo solo per un filo sanguinante di carne, di conseguenza Mackendra infierì ulteriormente sul resto del corpo. La ragazza si rivolse quindi verso la seconda creatura nel momento in cui l’elfo che aveva attaccato cadde a terra.
Questa volta Kyran si mosse più speditamente, decapitando in un istante il Redcap che aveva vincolato nell’altra mano. Poi raggiunse l’elfo che si era rannicchiato ai piedi di un albero, pugnalandolo al collo e rimuovendogli la testa.
“Perché l'hai fatto? Era già morto” commentò Mackendra, incerta su come mai avesse compiuto una tale azione.
“Assomigliano ai Powries, quelli del mio paese di origine. Alcuni li chiamano Redcap, ma poco importa. Ciò che interessa è che sono creature del Fae Oscuro, e l’unico modo per ucciderli è decapitarli. Non ho intenzione di rischiare la tua sicurezza”. Il fatto che si preoccupasse della sua incolumità rinforzò le convinzioni di Mackendra circa i vampiri. Sotto sotto aveva un cuore.
“Okay aspetta, quindi i Fae sono reali e questi esseri fanno parte del lato oscuro. Vanno decapitati, capito. Vorrei solo capire come hai fatto a sparire. E dove sei andato?” La ragazza sanguinava da tutte le ferite, la peggiore era quella alla gamba. La scarica di adrenalina era esaurita, e la fatica si stava facendo sentire. Le vennero le vertigini quando si piegò per raccogliere lo zaino. Inciampò, ed era certa che sarebbe caduta, ma una mano calda la raggiunse al gomito, stabilizzandola. Mackendra alzò lo sguardo su Kyran, e si rese conto che l’uomo era preoccupato. L'aveva sentito dire di come il proprio dovere era quello di proteggerla, e per la prima volta gli credette.
“Grazie. Andiamocene. Questa puzza mi fa venire da vomitare” mormorò Mack zoppicando via dalla scena cruenta.
Kyran annuì, ma le restò accanto invece di lasciarla indietro come aveva fatto, restando allerta e guardandosi attorno. “È sempre consigliato decapitare i nemici che ti ritrovi ad affrontare, per sicurezza. Invece per rispondere alla tua domanda, ho seguito il Powrie che era scappato. Non so chi sia questo Akilam, ma non voglio che sappia della nostra presenza”.
“Chiamami Mack, tutti mi chiamano Mack. Non credo che a loro importasse di me perché loro volevano te, Notturno. Come hai fatto a sparire?”
“Lo so che ti chiamano così, Mackendra. E no, non sono sparito, ho fatto una specie di viaggio. Possiedo la super velocità”.
“Che cosa significa, che puoi spostarti dovunque?” Domandò la ragazza nel raccogliere da terra un bastone che testò per sincerarsi che potesse servirle da sostegno. Si rese però conto che era troppo corto per lei, quindi lo gettò via.
“In pratica sì; sono in grado di spostarmi da un luogo a un altro in un istante, fino a percorrere 50 metri alla volta. È risaputo che la Magia Oscura permetta a chi ne fruisce di spostarsi nel mondo anche solo con la forza di un pensiero. Ma nessuno che pratica la magia buona sa spostarsi più velocemente di me”.
“È perché sei un vampiro?”
“No, credo abbia a che fare con il fatto che sono di sangue reale” disse con tranquillità, senza ostentare superiorità. Kyran non si riteneva migliore degli altri a causa della propria provenienza, il che era una cosa positiva dato che Mackendra non tollerava comportamenti simili. Nulla la eccitava meno di qualcuno con la puzza sotto al naso.
“Tutti i vampiri possiedono la super velocità?”
“No. Tutti gli esseri soprannaturali possiedono una gran forza e velocità, ma solamente un gruppo in particolare è superdotato, in modi diversi”.
Lo stomaco di Mackendra decise di borbottare proprio in quel momento, e la ragazza si rese conto di quanto fosse affamata. “Dio, sto morendo di fame”.
“Anch’io. Ucciderei per uno di quei ghiaccioli al gelato. Uffa, avrei dovuto sapere che eri la mia Prescelta quando ho iniziato a essere ossessionato da quelle dannate barrette di gelato. Ho fatto due più due solo ultimamente, quando mi ha colpito la maledizione dell’accoppiamento. Santa Dea, che idiota che sono”.
Mackendra gli rivolse un’occhiataccia. Non sapeva un cazzo di vampiri. “In che senso, tu mangi? Pensavo che i vampiri bevessero solamente sangue”.
Mackendra si tamponò un taglio particolarmente doloroso con un lembo della sua maglietta rosa preferita. Kyran la fermò quando se ne accorse. “Bellezza, sei un disastro. Dobbiamo trovare un po’ d’acqua per pulirti”. Il fuoco negli occhi di lui quando menzionò l'acqua le feci venire i brividi lungo la schiena al ricordo di ciò che era accaduto.
“Non fa niente, proseguiamo. Quindi tu mangi?”
Kyran la prese tra le braccia, ma la ragazza oppose immediatamente resistenza contro al petto muscoloso di lui. “Smettila, Mackendra. Sanguini, e non possiamo lasciare una traccia di sangue che i nemici potrebbero seguire. E sì, mangiamo come tutti quanti” rispose frettolosamente. Mackendra smise di opporre resistenza e portò l’attenzione dietro di sé. Kyran aveva ragione, aveva lasciato una traccia accennata di sangue attraverso la giungla. E poi era stanca e pronta a riposare.
Appoggiò distrattamente la testa alla spalla di Kyran, e l’uomo la prese in braccio. Si rese conto di ciò che era successo solamente quando percepì la presa sicura del vampiro attorno a sé, ma non fece nessuno sforzo per cambiare la propria posizione. “Non credevo che i vampiri mangiassero del cibo vero. Qual è il tuo piatto preferito?”
“Intendi oltre ai ghiaccioli al gelato?” Domandò con voce roca; il respiro di Kyran le faceva muovere i capelli sulla parte superiore della testa. Le piaceva molto il suo accento scozzese e come tutto ciò che diceva risultava sexy.
“Esatto, il dessert non conta” rispose chiudendo gli occhi e rilassandosi.
“Ah, ma il dessert è la parte migliore” commentò Kyran a bassa voce, e la vibrazione delle parole le riverberarono nel petto. “A me piacciono i cibi piccanti, specialmente il cibo messicano”.
Il pensiero del cibo le fece brontolare nuovamente lo stomaco. Aveva terminato le due barrette proteiche che aveva trovato nello zaino e non aveva mangiato nient’altro in più di ventiquattro ore. Kyran la posò a terra nei pressi di un ruscello, e quando Mackendra aprì gli occhi si aspettò di trovare una cascata. Non sarebbe più riuscita a non eccitarsi in presenza di una cascata.
“Ti sanguina ancora la gamba. Fammi vedere” disse Kyran nell’allungare la mano verso il bottone dei jeans di lei. Mack mise però le mani sulla sua per fermarlo.
“Non è niente, davvero. Lascia stare. Mi pulisco un po’ e poi possiamo proseguire”. Era fuori discussione che si togliesse ancora i pantaloni in presenza di Kyran. Non indossava le mutandine, il che significava cercarsela. A quel punto sapeva che la propria forza di volontà era inesistente quando si trattava del vampiro.
“Devo controllare quanto è grave, Mackendra. Forse ti servirà del sangue per guarire. Se non la sistemiamo adesso allora tanto vale che ci disegniamo un bersaglio sulla schiena” disse Kyran incrociando le braccia al petto e guardandola come in attesa di un suo riscontro.
“D’accordo” sbuffò nell’abbassare la zip. Poi alzò lo sguardo su Kyran nel portarsi i jeans alle ginocchia.
L’uomo prese bruscamente un respiro, e i suoi occhi grigi presero a brillare di luce argentea, da cui Mack restò ipnotizzata. Balzò dalla sorpresa quando percepì la carne di Kyran sulla propria. Il vampiro raccolse il sangue che le gocciolava dalla ferita e si portò il dito alle labbra per leccarlo. Emise un grugnito gutturale, e Mackendra notò che aveva scoperto i canini nel respirare dalla bocca.
“Cazzo, hai lo stesso sapore di Annwyn. Posso provare a chiuderlo con la lingua, ma la ferita è profonda. È probabile che ti serva il mio sangue”. Aveva posato una mano sul fianco di lei, e la ragazza la sentì bruciare su di sé come un marchio.
“Dov’è che vuoi mettere la lingua?” Domandò Mack