Storia dei musulmani di Sicilia, vol. II. Amari Michele

Storia dei musulmani di Sicilia, vol. II - Amari Michele


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col Mehdi precedette forse di parecchi anni la conchiusione della pace tra il Mehdi e Romano.

374

Liutprando, Antapodesis, lib. II, cap. LXV, presso Pertz, Scriptores, tomo III, p. 296. Si sa che l'autore cominciò a scrivere a Francfort verso il 958. Pertz, vol. cit., p. 264.

375

Romano Lecapeno salì al trono il 919; regnò solo dal 920; perdè la Calabria il 921. I Musulmani si afforzarono ai Garigliano verso l'882, e ne furono scacciati il 916.

376

Il monaco dello stato romano Benedetto di Sant'Andrea, che scrisse negli ultimi anni del decimo secolo una rozza cronica infiorata di romanzi, accenna (presso Pertz, Scriptores, ec., tomo III, p. 713); le ambascerie dei Romani a Palarmo et Africe, perchè venissero a pigliare il regno d'Italia, e dice ch'essi andarono per tal cagione ad Amalfi e al Garigliano. Ma ciò si riferisce evidentemente alle pratiche d'Atanasio vescovo di Napoli (879-882), e non avvalora le parole di Liutprando, nè porta ad anacronismi.

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Non ci dee ritenere la grande autorità del Machiavelli, il quale accettò il racconto di Liutprando in un quadro generale (Istorie fiorentine, lib. I, nel paragrafo che principia “Era intanto morto Carlo imperatore”). Ognun sa che ai tempi del Segretario Fiorentino le sorgenti della storia d'Italia erano la più parte ignote o incerte. La stessa ragione non vale a favor del Giannone, lib. VII, cap. IV; e molto meno del Martorana, tomo I, p. 84, cap. III, e del Wenrich, lib. I, cap. XII, § 104, p. 139, 140.

378

Confrontinsi: Lupo Protospatario e la Cronaca di Bari, presso Pertz, Scriptores, tomo V, p. 54; Chronicon Sanctæ Sophiæ Beneventi, presso Muratori, Antiquitates Italicæ, tomo I, p. 253; Romualdo Salernitano, presso Muratori, Rerum Italicarum Scriptores, tomo V, an. 926. L'indizione 15ª corregge lo sbaglio della Cronica di Bari che dà l'anno 928. Il nome d'Istachael scritto in alcune edizioni di Lupo, va letto Michael.

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Si confrontino: Ibn-el-Athîr, an. 313, MS. A, tomo II, fog. 234 verso; e MS. C, tomo IV, fog. 304 recto; Baiân, tomo I, p. 199, an. 315 (7 marzo 927 a 23 febbraio 928); Nowairi, presso Di Gregorio, Rerum Arabicarum, p. 13, 14, an. 316; Lupo Protospatario, e Cronica di Bari, l. c., an. 927; Ibn-Khaldûn, Histoire de l'Afrique et de la Sicile, p. 162. Nella Cronologia historica, di Hazi Halife (Hagi Khalfa), versione del conte Carli, Venezia 1697, p. 59, si legge questa impresa di Taranto, che manca nel testo persiano di Parigi.

Debbo avvertire che la discrepanza delle croniche mi sforza ad ordinare i fatti alla meglio, senza la certezza ch'io soglio ricercare. Per esempio, un dice che Sâin venne con 44 navi; un altro gli dà 33 navi da guerra; chi parla delle forze unite di Sâin e dell'emir di Sicilia, chi di Sâin solo; chi sbaglia evidentemente le date; chi confonde in un sol anno tutte le imprese; chi pone i nomi geografici, e chi no; chi li scrive in guisa da doversi indovinare la giusta lezione. Ciò sia detto per tutte queste fazioni dal 927 al 929.

380

Ibn-el-Athîr e Nowairi, ll. cc. Prendo la data dalla Cronica di Cambridge, l. c., an. 6436 (1º settembre 927 a 31 agosto 928), ove credo si debba leggere Otranto in vece di Zarniwah, che fu messo a caso nelle edizioni precedenti. Otranto si legge chiaramente negli altri due autori citati.

381

Si vegga la nota 3, a pag. 173 di questo volume.

382

Il Baiân, sola sorgente di questo fatto, adopera la voce thiâb, plurale di thaub; e significherebbe vestimenta, in generale, ovvero, secondo l'uso moderno d'Egitto, un camicione che le donne soglion mettere sopra tutti gli altri abiti quand'escono fuor di casa: una specie di dominò. Si vegga Dozy, Dictionnaire détaillé etc., p. 106. Ma Ibn-Haukal parlando appunto di Napoli, come si vedrà nella nota seguente, usa la stessa voce al singolare e al plurale, nel significato certissimo di tela di lino in pezza. Le pezze che valean da cinque a secento lire ciascuna non faceano ingombro: e così interpretato parrà più verosimile questo passo del Baiân.

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Ibn-Haukal, testo arabico, nella mia Biblioteca Arabo-Sicula, p. 10, 11, cap. IV, § 2. Probabilmente questo infaticabile viaggiatore andò a Napoli poco prima o poco appresso di Palermo, ove si trovò l'anno 362 dell'egira (972-3). Ibn-Haukal dice aver veduto egli stesso a Napoli questi bellissimi tessuti di lino, che da un'altra espression del testo possiam supporre anco ricamati ovvero operati a damasco. Ogni thaub, lungo 100 dsira' e largo da 10 a 15, si vendea più o meno 150 ribâ'i, o vogliam dir quarteruoli d'oro. Cotesta moneta usata in Sicilia dal X al XII secolo torna in peso di metallo a lire 3,80. La dsira', o dra, come pronunzian oggi, vuol dir braccio; e tra le varie maniere, che ve n'ebbe e ve n'ha in Oriente, è probabilissimo che Ibn-Haukal abbia ragionato con quella chiamata “negra” ch'era a un di presso 0,48 metri. S'aggiunga questo agli altri copiosi materiali che abbiamo per la storia dell'industria italiana nel medio evo. Spieghin poi gli eruditi il lavorío di cotesta tela sì fina, larga da 5 a 7 metri, che si vendea 570 lire la pezza di 48 metri, e dicano se si debba supporre errore nei numeri scritti da Ibn-Haukal.

384

Confrontinsi: Chronicon Cantabrigiense, l. c., an. 6437 (1º settembre 928 a 31 agosto 929), e Nowairi, l. c. La prima dice che in Lombardia non fu espugnata da Sâin alcuna “città;” e ciò si accorda con la tradizione del Baiân, citata di sopra. La data posta nella Cronica di Cambridge par quella del ritorno fin Palermo sul finir della state, è però nel 928.

385

Confrontinsi: Chronicon Cantabrigiense, l. c., an. 6436 (1º settembre 929 a 31 agosto 930); Baiân; tomo I, p. 201, an. 317 (13 febbraio 929 a 1 febbraio 930). Le due croniche notano concordemente essere stata questa la terza espedizione di Sâin. Ho scritto così il nome secondo la lezione della Cronica di Cambridge, e di quella di Gotha. Il Nowairi ha Sâreb. Il dotto editore del Baiân corresse Sâber.

386

Ibn-Haukal nella descrizione di Palermo dà questo nome topografico. In oggi si chiama il Quartier del Capo.

387

Nowairi, l. c.

388

Dsehebi. Mi par bene dì accennare distintamente la origine dei particolari che sappiamo di questo fatto importante della storia italiana.

389

Ibn-el-Athîr, Ibn-Khaldûn. Nel confuso racconto di Dsehebi si fa anche cenno d'un assalto anteriore a quello in cui fa presa la città.

390

Dsehebi.

391

Liutprando: Cunctosque civitatis et ecclesiarum thesauros. Non credo si debba intendere del comune e della chiesa, ma de' cittadini etc.

392

Così chiaramente nel manoscritto di Dsehebi. In que' d'ibn-el-Athîr si legge chiaramente Karkesia, e così in uno de' due squarci d'Ibn-Khaldûn, ove si aggiugne “su le spiagge di Siria.” Ciò ha spinto l'erudito baron de Slane a correggere “Cesarea;” sendo grossolano errore Karkesia. Ma ibn-Khaldûn, o il copista, par che abbia aggiunto quella spiaggia di Siria, appunto perchè non gli venne a mente che si trattava della Corsica. Ciò mi par certo dalla narrazione d'Ibn-el-Athîr, il quale parla di unica espedizione a Genova, in Sardegna e in quel terzo paese.

393

Dsehebi.

394

Si confrontino: Chronicon Cantabrigiense, presso Di Gregorio, Rerum Arabicarum, p. 46, an. 6442 (lº settembre 933 a 31 agosto 934); Ibn-el-Athîr, MS. B, tomo I, p. 149 e 163, e MS. C, tomo IV, fog. 321 verso e 325 verso, anni 322 (21 dicembre 933 a 9 dicembre 934), e 323 (10 dicembre 934 a 28 novembre 935); Baiân, tomo I, p. 216; Nowairi, presso Di Gregorio, op. cit., pag. 14; Dsehebi, Tarîkh-el-Islâm, an. 323, manoscritto di Parigi, Ancien Fonds, 646, fog. 505 verso;


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