I Puritani di Scozia, vol. 3. Вальтер Скотт

I Puritani di Scozia, vol. 3 - Вальтер Скотт


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Si corra tosto dalla parte di Hamilton. Chi sa? Posso trovarvi qualcuno de' nostri che venga meco e mi aiuti a soccorrerlo. Solo non basto.» Pensar ciò, correre nella scuderia, impadronirsi del cavallo miglior che vi fosse, furono un tempo stesso per lui; e prese galoppando la strada di Hamilton.

      Macbriar intanto avea terminata la sua preghiera, e Morton che vedea continuare il silenzio circa quanto a lui riferivasi, mentre gli sguardi d'ognuno stavano fissi sovr'esso, deliberò indagare per la via più corta le costoro intenzioni.

      »Signori miei, lor diss'egli, voi accogliete in una guisa assai strana un vostro fratello d'armi. Ignoro il come io mi sia meritato un tale ricevimento.»

      »Meschino te! gridò Abacucco. Meschino te! Tu se' il capro espiatore, che devi col tuo sangue riscattare il sangue dei figli di Abramo. La spada che tu volevi infrangere è serbata dal cielo a trafiggerti il fianco. A voi amici! Prendetelo, legatelo, immolate la vittima.»

      Molti di que' circostanti sursero per secondare questo furibondo, e Morton sentiva tatto il rincrescimento d'essersi con tanta imprudenza avventurato in mezzo a tal razza di gente. Sola arme eragli la sua sciabola, avendo lasciate le pistole attaccate alla sella del cavallo; e di due pistole intanto vedea armato ciascun Puritano; tal che non gli rimaneva nè manco la speranza di sottrarsi, a furia di resistere, dalle loro mani.

      Gli fu soccorrevole per un istante, chi 'l crederebbe? la mediazione di Macbriar.

      »Un momento, o miei fratelli! un momento! esclamò. Non v'affrettate di troppo nello sguainare le vostre sciabole. Dice il Signore Iddio: Guardate che non ricada su i vostri capi il sangue dell'innocente. Convien prima verificare che costui non lo è. – Accostati, e rispondimi o Morton. Noi vogliamo far teco i conti pria di vendicare la causa che tu hai tradita. Non è egli vero, che resistesti con fronte di bronzo alla parola della verità, quando ti fu pronunziata nelle assemblee del consiglio?»

      »Sì, sì» gridavano tutte le voci di quei giudici carnefici in una volta.

      »Volea consiliarne a far pace co' reprobi» sclamava un d'essi.

      »Ha predicato l'indulgenza e la tolleranza» un altro allor soggiugnea.

      »Ha venduto l'esercito a Monmouth, rincalzava un terzo. Fu il primo a lasciar nelle peste il valoroso Burley che resistea tuttavia. Io lo vidi fuggendo per la pianura assai tempo prima che la battaglia al ponte fosse finita.»

      »Signori, si fe' intendere Morton quando il potè; se avete decretata la mia condanna innanzi ascoltarmi, forse la mia vita è in vostro potere, ma renderete conto a Dio e agli uomini…»

      Nuove grida gl'impedirono il continuare.

      »Lasciate ch'ei parli; imperò Macbriar. Lo sa il cielo se le nostre viscere si erano commosse a favor di costui. Noi volevamo far brillare ai suoi sguardi la luce del cielo. – Chiuse gli occhi per non vederla! Insegnargli la verità. – Si turò le orecchie per non ascoltarla! – Parla, o giovane. Che puoi tu addurre per tua discolpa?»

      Dopo avere finalmente ottenuto che essi tacessero, Morton enumerò i motivi che lo aveano condotto al campo del duca di Monmouth, rendè conto del parlamento avuto con questo generalissimo, giustificò la condotta che ei tenne durante l'azione »e se ognuno, ei conchiuse, avesse voluto seguirmi alla pugna, l'esercito presbiteriano anzichè trovarsi in uno stato di sconfitta e di dispersione, sarebbe or trionfante, o per lo meno in essere di negoziare per favorevoli condizioni di pace.»

      »Lo udite? sclamò Abacucco; non parla che di vie umane; egli ha per nulla il soccorso che viene dall'alto. Ch'ei muoia di morte

      »Silenzio! tornò in campo Macbriar. Non ho per anche finito d'interrogarlo. – Non fu, o Morton, il tuo aiuto che sottrasse il reprobo Evandale alla prigione ed alla morte? Negherai che salvasti dal fendente delle nostre sciabole Miles Bellenden e quella sua guernigione di rompicolli?»

      »Se non avete altri delitti da rampognarmi, questi mi glorio di confessarli.»

      »Avete udito? riprese a dir Macbriar. – Rispondimi ancora. Non è egli vero che tradisti la causa d'Israello per una femmina madianita, per amore di Editta Bellenden?»

      »Voi non siete gente fatta per dar giusto prezzo ai sensi; che questa giovane abbia potuto inspirarmi; rispose Enrico rafforzando il tuon della voce. Ma quand'anche ella non fosse mai stata su questa terra, mi sarei comportato nel modo medesimo.»

      »Già tu sei un ribelle indurato contro la verità. – Però dinne. Quando salvasti la vecchia Margherita Bellenden e quella sua pronipote, non ti prefigesti di far andare a male i savi divisamenti di Burley, inteso con Basilio Olifant, con quel Basilio Olifant che avea promesso di unirsi a noi, e insieme a lui tutto il nerbo de' suoi vassalli, se gli venivano assicurati i beni posseduti da queste due femmine?»

      »Non ho mai avuta notizia d'un tal patto infamissimo. Dunque la vostra religione vi permette l'adoperare vie così atroci, così abbominevoli…»

      »Zitto là! Non tocca a te il dare lezioni a chi t'è maestro. – In somma, o Morton, voi avete confessato tanti misfatti e tanti tradimenti quanti basterebbero ad attirare la collera del Signore sopra tutto un esercito, fosse anche numeroso come i grani di arena che coprono le spiagge del mare. – Noi dicevamo con Giosuè: ond'è che Israello è fuggito al cospetto de' suoi nemici? E pronunziavamo appunto tai detti allorchè ci siete apparso dinanzi. Ella è la Provvidenza che vi ha posto nelle nostre mani per assoggettarvi al castigo troppo meritato da chi fece piovere l'ira di Dio sul suo popolo. Noi medesimi ci renderemmo rei col lasciarvi la vita. Dunque ascoltatemi attentamente. Siamo tuttavia in sabbato, nè profaneremo un tal giorno con ispargimento di sangue. Ma appena quell'orologio segnerà mezza notte, verrete cancellato dal novero de' viventi. Profittate pertanto de' brevi istanti che vi rimangono, e preparatevi al viaggio dell'eternità. – Fratelli, assicuratevi del prigioniero e impadronitevi delle sue armi.»

      Quelli del conciliabolo trovatisi più vicini a Morton posero tanta prestezza nell'eseguire un tal ordine, che la vittima fu disarmata prima di poter pensare a difendersi. Seguì per parte d'ognuno un silenzio cupo e feroce. Allora que' fanatici si assisero attorno ad una tavola, e fecero sedere anche Morton collocandolo in modo da avere innanzi agli occhi l'orologio che contrassegnava i minuti di vita, su' quali tuttavia poteva far conti. Portate che furono le vivande sopra la mensa, ne venne offerta la sua parte anche a Morton; ma ciascuno certamente s'immagina che in tale stato dell'animo suo il bisogno di soddisfar l'appetito non era gran che lo scopo de' suoi pensieri. – Lo sguardo di que' commensali feroci volgeasi a quando a quando sull'aguglia dell'orologio, nè di rado accadea che in essa ancor si fissassero quelli di Morton.

      Terminata era la cena; e d'improvviso il farnetico Abacucco balzò in piedi esclamando in tuon di persona che si crede ispirata. »Il sole altra volta arrestò alla voce di Giosuè il proprio corso per operare la distruzione de' nemici d'Israello; la mia mano affretterà il corso dell'ore per far più certa la punizione dell'empio.»

      Indi mosso da furor di energumeno, saltò sopra una sedia, e stese la mano, e stava per porre l'aguglia sull'ora fatale, allorchè gli fu sopra un compagno.

      »Fermati Abacucco! Odo uno strepito.»

      »Di vento che soffia tra le boscaglie» un altro soggiunse.

      »No, del fiumicello che abbiamo vicino» un terzo congetturava.

      »Questa è, non v'ha dubbio, cavalleria, dicea Morton fra se medesimo. Voglia Dio che venga per liberarmi!»

      Lo strepito divenia più distinto a proporzione dell'avvicinarsi.

      »È scalpitar di cavalli! sclamò Macbriar Verificate che possa essere questo.»

      »Il nemico!» gridò uno della congrega che aperse subito una finestra.

      Allora lo strepito degli uomini e dei cavalli si fece udire chiarissimamente intorno alla casa. Ognuno si mise in fazione chi per brandir l'armi, chi per darsi alla fuga. Ma in quell'istante medesimo vennero forzate porte e finestre, e la stanza fu piena di dragoni del reggimento guardie.

      »Fuoco sopra i ribelli! (sclamò la voce del colonnello Claverhouse ch'era a Morton ben conosciuta). Che non vi sfugga un sol di costoro! Ricordatevi di Graham.»

      Molte


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