Èl Sgner Pirein. Antonio Fiacchi

Èl Sgner Pirein - Antonio Fiacchi


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scavzà l'oss dèl col...

      — Mi dispiace, ma non si passa se non si ha il biglietto...

      — Mo tu hai piucchè ragione, sei nei tuoi deritti, che diascane, credi che ti volessi far prendere una bravata, pover spirt... eh, bisugnarà rassegnarsi e turnar zò a reclamar... stasira non me ne va bene una.

      La maschera però l'am zigava drì, mi piangeva dietro: Ch'al bada che è pieno tutto, che non cè dubbio ch'al trovi posto...

      — Stòfila pur cinein, tu non sai che a Pirein ci basta l'animo di farsi strada... son voluto bene da tutti e po a j ho del relaziòn ed sgnòuri di quelli che siedono su per la cassa della cera, quindi... non si ha pavura.

      Arriv zò, e appena mi presento dalla graticola dei biglietti a seint che l'omarino al bròntla in fra i deint: Ah l'è que sta seccata!

      — Scusi, io non secco nessuno, a sòn vgnò a tor èl bigliètt che nello scompiglio lui non mi ha dato...

      — Oh, una storia nova adèss, premma a j era èl rèst che non ha avuto, adèss salta fora èl bigliètt, sa cossa ci devo dire che se si vuole andare a teatro a scrocco non si viene qui...

      — Ah, che scusi, ma misura i termini, che sono i principî di educazione, ma per chi mi ha tolto, sono un galantuomo incapace di dire una cossa per un'altra... Se ci dicco non l'ho avuto l'è la verità.

      A tale inserzione che me a fe in mod risolut, al dess: senta, torni quando ho fatto i conti, e se al m'avanza fora è segno che cè dippiù ed è il suo.

      La cossa l'era ciara, mo come si faceva a sentir l'opera se i cont li favano finito lo spettacolo?! E io che era senza un centesimo... comme si fa?! Tornare a casa, la mi vèccia s'insospetta, duv oja da batter la tèsta? dseva quèl marè ch'aveva pora d'sgarujar la muraja...

      Mi viene un'idea, d'andare da un mî amigh con recapito al caffè del Corso, io ci domando il prestito d'un franch e mèzz... detto fatto, aslùng èl pass pr'i Placan... che veniva tardi e cominciava a pernottare.

      Quant arriv lè dalla Salgà ed strà Mazzòur, ci era alla fontanina dû o trî di quei ragazzi, che hanno il morbino, e uno al fa al dice: Ehi ch'al scusa, si fermi lì un momento sòtta al pordgh. Mo ben volontieri, a degh me, che mi piacciano tanto i ragazzi allegri... e mi fermo; non lo avessi mai fatto, quel mattarello mette il ditino nello spinello della fontana e la spinge còntra ed me che in uno spillo, int un agucciòn, rimango moj spòult, bagnato sepolto da cap a pî!

      — Cuss' arêl fatt nei miei pagni... così bagnati?!

      Io dissi, siete i gran bei originali... e mi dovetti risolvere a scappar a cà che favo il vialino comme un cane che sia stato all'acqua.

      Ma questo era nulla, la fazzènda l'era cossa dovevo dire alla mia moglie, puvrètta, che mi vedeva giungere sotto le tegole coniugali in quèl stat...

      — Ohi, Pirein, cosa ti manca lo spirito sul più bello?! Lù forsi esclama accosì, sgner Derettòur; ebbene, s'immagini mo cossa pinsò Pirèin di dire alla sô dona, parlo della consorte e brisa dla serva che non ho, lo indovina?

      Aj dess che a j era acsè moj dal lagrum che aveva sparse èl mî amigh per la ricuperata vesta... ma lei che non ha spirito, non l'ha creduta e mi ha mandato a letto senza cena, dsandum dèl vècc' matt e coprendomi d'improperi... furtouna ch' l'era ferschein.

      Però èl zùff cè durato per diversi giorni e me am è dà fora un ferdòur che mi tocca di respirare per le orecchie, e grazia che non mi vengano i dolori particolari...

      Ah, a quali estremiti mi ha strascinato la prima sera della Cordelia... senza averla sentita!

      Dall'Ehi! ch'al scusa..., 17 dicembre 1881.

       Indice

       Sgner Derettòur!

      Am pias ch'i disen: badate ai fatti suvoi, e nessuno v'infrangerà le devozioni! Eh, questo è un averbio scrett da uno che non aveva l'esperienza del mondo di dire che vi sono dei vomini nati a bella posta per dar noja a j alter, quasi si direbbe le pulci, scusino il paragone estivo, sissignore, le pulci della Società.

      Se an tirava mo d' longh me, l'ultum dè ed carenval sòtta al pordgh dèl Pavajon, e se non inculcavo mo io al mî ragazzi ed badar lè, e di non guardare alle maschere ch'es passaven avsein, me an so chi l'avesse potuto far meglio.

      Mo cossa giovva essere prudenti e rettilinei, quanto vi sono dei sfacciati che vi intralciano il camino, e che in s'arvisen brisa a loro stessi, dal mumèint ch'j ein in maschera?

      Ma si venghi al motivo per cui ci scrivo, che è vergogna, perchè se la libera stampa non presta apoggio a un vero padre di famiglia tolt in gir da della gente che non si conosce, me a dmand e dicco dovve è andato a star di casa il principio che l'ha da èsser la fein dei giornali cittadini di sostenere i pacifici viandanti, quando si trovano nel frangente uguale al mio; ma car èl mî sgner Derettòur, mi condoni èl sfugh dettato dai nezz che tuttora sopporto con erovica rassegnazione, ma loro signori i prumetten dell'appoggio a tutti, e po quanto siam nell'ultimo vi lasciano andar per terra anch che si sia assiduvi lettori com a sòn me, il quale assalito dall'influenza di mascarutt, mi trovai abassato nel marmo del portico, per mancanza d'appoggio!

      Èl duttòur al dis: non dovevate andare fra quei pazzarelli che si vogliono divertirsi alle spalle altrui; ma io a j arspònd che dal momento che uno paga la tassa di famiglia ha il deritto di menar a spasso la medesima, sia pure anche l'ultimo giorno di carnevale, sèinza avere molestie nè per sè, nè per le proprie figlie, che im li scantalufonn in una manira che c'era l'Ergia che poverina l'andava digand: babbo mi fanno la ghittole, non posso più dal riddere e tante alter coss in italiano.

      Ma quèst l'è ov e zùccher, e se si fossero limitati sino a lì, meno male, as sa, si è di carnevale e anch'io a so compatir, so compiangere, lo sfogo della giovinezza, ma quant mi trovai circondato da sette o otto Turchi, che mi distaccano dal mî creatur, e cominciano a darum dei soffittoni sul ginnasio, e a strapparum vî la caparèlla, che a j aveva tgnò sòtta èl paltunzein che porto per la magione, un puctein lèis negli avambracci, e con degli intoppi di stoffa diversa, opera dla mî Lucrezia, che è una donna tutta di casa, ah quando mi si scoperchiano in tal mod i rapezzamenti di una famiglia che vuol sostenersi nel decoro esteriore, in mèzz a un Pavajòn, che scusi sgner Derettòur, se lui la prende in riddere bisògna ch'al sia un gran asen, e questo lo dicco perchè a so che non farà accosì, ma avrà delle parole biasimevoli per quei Turchi che misero in mostra coram populo, nel cuore del popolo, el mî miseri, rattopate dalla Lucrezia è vero, ma sempre umilianti.

      Intant el mi ragazzi el j eren sparè; duve giovani con èl paltò all'erversa e un naso fittizio, se le erano prese sotto il braccio, e ci dicevano delle galanterie, e me intant protestavo e chiedevo comme di giostizia il rimborso dei danni, per vi 'd dèl ginnasi infranto e del tabarrino trascinato nel fango della terra. E siccome loro fingevano di non capire e seguitavano a riddere e a farum ballar per forza, io dissi che il suo agire era da gente senza contegno, che se l'avessero avuto quello era il sito da mostrarlo, perchè le persone... come va? non c'è male, grazie, si conoscono in maschera, anch quant non si conoscono! Uno dei mascarotti, forse un po' urtà dagli urti che riceveva, am cminzeppia a dir una mùccia, una catasta, di insolenze. Me credevo che scherzasse perchè la maschera tutta sorridente che lo ricopriva non dava dei segni di collera, e io dicevo: mo va là, sta zitto non dire bazurlonate... Ma lù per tùtta risposta al m'arriva un cazzott int èl stòmgh, che mi tolse il respiro e po un alter int la tèsta che mi fece schiamazzare per terra, e zò e zò che pareva una gradinata. Arrivarono le guardie e mi liberarono dal Turch, che fu costretto a cavars la maschera. Che s'immagini mo chi l'era?

       Uno che non conosco, che mi dice: scusi l'avevo preso per un altro.

      — Ma fiol mî, aggiungo io spazzandom, scopandomi il sangue che veniva giù con rispetto dal nas, per le botte sofferte; mo fiol mî, percossa torum in sbali,


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