Èl Sgner Pirein. Antonio Fiacchi

Èl Sgner Pirein - Antonio Fiacchi


Скачать книгу
e il mio competitore la ragione incognita per cui me le aveva somministrate.

      I ragazzù, gentilmente si condussero fenna in Palazz zigands drî, piangendoci dietro, sabbion, sabbion!

      Esposte, trovatelle, al signor Delegato le proprie ragioni, si accordò la libertà, doppo avermi detto che un padre di famiglia l'ha da usar sèimper prudèinza e non insultare le persone che non si conoscono, e che il mascherotto era da compiangere se sentendosi punto, con delle parole, si era legittimamente difeso.

      Lì giù dall'incordonà, che guida in questura, ci era il popolo che si attendeva, i Fratelli Amato[7] con el bandir, ed altri coi stendardi, e ci accolsero con una dimostrazione d'ucclà, chiamandomi per nome, chè ero già stato conosciuto e dicevano: Ehi! sgner Pirein, el sòu ragazzi el j ein alla birrarî dla Mort con dei giovenotti...

      — A proposit, l'è vèira, mo il mio sangue...

      — Al j è vgnò zò dal nas, con rispetto... arspundeva un mattazzol che mi stava didietro.

       Intant quèl che mi aveva dato i pugni, al fa al dice: Se non disturbo, vengo anch'io alla birreria, così sigilliamo la pace con un mangino.

      — Anzi, anzi, dicco io e andiamo là. Appènna dèinter, al cherdrel mo? Era vero che el mî dòu fioli erano attavolate comme se niente fosse con duve di quelli dal paltò all'erversa, col naso fittizio come sopra, che se ne bevevano allegramente.

      Ah! allòura, lo confesso mi venne un gruppo alla gola e non potetti fare a meno di esclamare:

      — Ingrati! mèinter voster pader è stato lì lì per scendere il patibolo, vualter av dà in preda, in pietra, alle gozzoviglie, con dei nasi ignoti?

      Sti pover ragazzi, dietro a questa terribile mortificazione, tant più che si era nella birreria della Morte, mi corsero al collo e mi baciarono in più volte, talchè io dissi: basta, vi ho perdonate, e presentand èl Turch che si era tornato a mettere la maschera, a dess:

      — Presento quel signore che mi ha preso in isbaglio.

      Quî dai nas si allevarono in piedi e si mettemmo al tavolino. Rivolto al suddetto, a faz a degh:

      — Cossa si prende?!

      — Oh, se vi fossero gnocchi li gusterei, ho faticato un poco e mi sento appetito. Me invez aveva un dulòur al stòmgh per il pugno avuto.

      — Vengano i gnocchi, e io a turrò, toglierò, un piccolo rhum! A j era lè po qui alter che avevano usato tante gentilezze al mî ragazzi, raccogliendole quant el staven pr'arstar orbi dèl pader, e che ci avevano dato da bere un bicchier di birra, dònca per indebitarmi con loro ci dissi: Essi gradirebbero qualche cosa? Perchè no, prenderessimo anche noi i gnocchi. Quel ragazzi ne facevano anch'esse la volontà, percui si disse: sei porzioni di gnocchi, e po veins l'arfrèdd, e po una zùcca ed Chianti... e di chifel per castigh. Tutti avevano buon appetito, grazia Dio!

      Quèl dai pogn po al tirò zò a caruzzein dscvert, a crèdd che al magnass anch un pzol ed tavlein, anzi me per dir una barzelètta, a fazz: In Turchia si mangia bene a quel che pare; e lù al fa:

      — Au, cinein, dsmettla bèin sùbit, se nò a t'in dagh di alter!!

      Capii l'antifona, e abuzzò, ordinando un po' di anicione.

      Endson vols mortificarum, offrendo il pagamento della propria parte, e io dovetti pagare per tutti. Fortuna che la figlia del padrone, mi conosce e mi fece credenza perchè non ne avevo abbastanza. Èl Turch volle anche dei zigari e l'andò vî mezz instizzè quasi sèinza salutarum, i giovenotti dai nas ed cartòn esibirono il braccio al mî tusètti e me am l'avvei con èl pover gennasi tùtt squizzà, ma quando siamo fuori a seint un impressiòn atmosferica, e mi accorgo allora della mancanza dla capparèla. A fazz a degh: Au ragazzoli andiamo mo lì dall'Archigenasio a vèdder se cè anche il mio tabarro.

      L'Ergia, che l'è sètt cott e una bujida, la saltò sù: Mo an j è dùbbi papà, a quest'ora l'avranno già preso su. Difatti ci accolse, perchè an j era nient.

      Oh! armettri po la capparèla l'è tropp, tant più che era serata umida e avevo pavura di prendermi delle affezioni romantiche.

       Mo zò quant el coss el j han da èsser bisògna ch'el sien, perchè an aveva fatt 20 pass che a vèdd vgnir in zò èl Turch con un alter mascarott ch' l'aveva adoss un tabarr, ci guardo: êrel mo èl mî?!

      Lo fermo e dicco: Scusi, quello che lì è mio.

      — Ah l'è èl sô?! Me a l'ho cumprà da un ragazzol, a j ho dà 5 franch ch'al sra una mèzzòura.

      — Tropp giosta, adesso non tengo le cinque lire, al vol dir che se dmatteina a passà in via tale, numero tale sarete rimborsato.

      Èl Turch intant al s'in fumava sèinza dscòrrer; si vedde che si era offeso del mio procedere.

      Però am tuccò d'andar a casa in bèla vetta e guadagnarum un ferdòur. Quant a fonn dalla porta, i giovenotti strinsero le mani al ragazzi e a me, e se ne andarono. A degh: Chi êni mo quî lè?

      — Che dmanda, dis l'Ergia, se si volessero far conoscere non andrebbero in maschera!!

      Sta risposta em zlò, non vi era modo di replicare. Andò a lètt, ma il giorno appresso non ci fu verso di rilevarsi, ero tutto un nizzo e bisognò chiamare il dottore che am fe far delle confricazioni colla solita arnica.

      Più tard veins quèl da la capparèla, che ci dovetti dare 10 lire perchè, dsevel lù, a j era tuccà ed perder la giurnata a zercarum, non ricordandosi l'indirizzo, e finalmèint veins la lesta dla birrarî: 14 franc!!

      Ah! va pur là, che il carnevale è una gran bella istituzione!!

      Dall'Ehi! ch'al scusa... del 21 febbraio 1883.

       Indice

      Gentilissimo Signore,

      Lui mi prega e, a dirci no, al parrev che volessi dargli una negativa, mèinter l'è bèin tùtt alter, o sì! non lo dovrei dire perchè chi s'loda s'insbroda, dseva quèl ch's'arbaltava la mnèstra sù pr'el bragh, ma d'altra banda è così: io sono un vomo cardiaco, vale a dire che a j ho dèl cor, e quanto mi toccano nella beneficenza, ecco che non mi so tirare indietro, com dseva quèl ch'era còntra al mur.

      Gran bèla cossa questa istituzione della carità cittadina di dire che in quel mentre che si divertiamo, da un lato, as fa un po' ed bèin da ql'alter e cossì anche quello che per mancanza di mezzi an s'po vstir da puricinèlla, sente l'avantaggio ugualmente in causa dell'obolo come sopra.

      A proposit di carnevale, ed mascher, e di altre sciocchezze, che al seinta cossa mi capita due anni fa, che se non si avesse della ducazione el srenn coss da inquietars int èl seri.

       Ero stato a pranzo dai Scattabrugi, una nobile famiglia ricaduta, e per sô grazia hanno della differenza per me e per la Lucrezia, il quale sentendosi predisposta aveva preferito ed star a casa e cossì dicasi di quelle ragazze, che se non viene la mamma non veniamo neppur esse.

      Allora la signora Scattabrugi, che è di una gentilezza che passa i limiti, quant a sòn per vgnir vî, mi chiama in un angolo remoto dla stanzia da dsnar, e mi tiene il seguente discorso:

      — Che non se ne offendi, siccome la sô famèja non è potuto venire a pranzo, quèst l'è un poch ed latt mel da purtari: e così dicendo, estrae, la tira fora, dallo stracantone una bèla tarineina piena di latte miele coi cialtroni, e me la mette int un tvajulein... e felicissima notte.

      Figurarsi la mî cuntintèzza per poter radolcire la bòcca al mî donn, e vî e vî ch'andava col mio involucro astrech e par, per pora di non rovesciarlo.

      L'era l'ultum sabet ed carenval... e le maschere scorazzavano, el scurazzaven per la città... Incontro un turch che mi dice: addio Pirein, stala bèin l'Ergia? — Sè, sè benone... e vî d'longh... e sin lì andò bene, che anzi el mascher


Скачать книгу