Il lampionaio. Maria S. Cummins

Il lampionaio - Maria S. Cummins


Скачать книгу
e però tutte le mattine, innanzi le ore calde, se il tempo era buono, ella si presentava vestita di tutto punto e in cappellino, per condurlo a fare quella passeggiata con cui attiravano inconsapevolmente tanta attenzione.

      La piccola massaia, approfittando di questa opportunità faceva la spesa, a fine di non dover poi uscire un'altra volta e lasciare l'infermo solo, cosa che evitava se non v'era costretta. Così la mattina che Guglielmo li aveva raggiunti a gran dispetto di Bella, si diressero accompagnati da lui alla bottega di commestibili dove solevano provvedersi delle cose necessarie. Il giovanotto fece sedere comodamente True, e proseguì verso la panchina ***, mentre Gertrude andava al banco a contrattar gli acquisti per il desinare. Comprò un pezzo di vitello da fare un buon brodo, gettò uno sguardo di desiderio su certi panieri di legumi scelti, e si voltò in là, con un sospiro. Ella aveva in mano la borsa contenente tutto il loro denaro; la teneva lei da alcune settimane, e la sentiva ogni giorno più leggera: sicché sapeva bene che alle primizie non bisognava pensarci, e sospirava ricordando con quale piacere lo zio True mangiava i pisellini novelli, l'anno scorso....

      — Quant'è la carne? — ella domandò al rubicondo macellaro che la stava involtando in un foglio.

      Egli disse quanto. Era poco, tanto poco che a Gertrude sembrò che quell'uomo avesse veduto dentro la sua borsa, e anche dentro il suo pensiero, e sapesse come sarebbe contenta che non costasse di più. Mentre le dava il resto, egli si chinò sul banco, e le chiese sottovoce che genere di cibi convenisse al signor Flint.

      — Qualunque cibo sano, dice il medico, — ella rispose.

      — Credete dunque che mangerebbe un po' di pisellini? Ne ho di prima qualità, arrivati freschi freschi dalla campagna, e se gli piacciono, ve ne manderò volentieri. Il mio garzone deve portarne in giro mezzo staio.... Metterò nello stesso paniere anche la carne.

      — Oh, grazie, — fece Gertrude — gli piacciono moltissimo!

      — Benone, benone. Vedrete che bellezza! —

      Ed egli si volse a un'altra avventora così prontamente da lasciar credere a Gertrude che non si fosse potuto avvedere del rossore che le saliva alle gote, delle lacrime che le spuntavano negli occhi. Ma egli se n'era avveduto, e appunto per questo aveva avuto tanta fretta di servire l'altra.... Era un gran brav'uomo quel rubicondo macellaro!

      True conservava un ottimo appetito. Egli gustò e lodò assai il desinaretto, e dopo aver mangiato abbondantemente, s'addormentò nel suo seggiolone.

      Nell'atto che si destava, Gertrude balzò al suo fianco, gridando:

      — Zio True, c'è la signorina Emilia!... La buona signorina Emilia che viene a farvi una visita!

      — Iddio vi benedica, mia cara signorina! — disse il vecchio tentando di rizzarsi per muoverle incontro.

      — Non vi rizzate, no, ve ne prego! — esclamò la giovane cieca il cui raffinato orecchio aveva percepito la sua mossa. — A quanto mi dice Gertrude temo che vi sia penoso.... Figliuola, portami una seggiola accanto allo zio True.... —

      Ella s'accostò al paralitico, gli prese la mano, e parve oltremodo turbata nel sentirla tremare così.

      — Ah, signorina Emilia, — egli disse — non sono più l'uomo che ero quando vi parlai ultimamente.... Il Signore mi ha mandato un avviso, e devo dispormi a partirmene dà questo mondo!

      — Mi duole assai di non aver saputo nulla della vostra malattia, — disse la visitatrice. — Sarei venuta prima a trovarvi.... Ma ho avuto la notizia soltanto oggi.... Stamani Giorgio, il servitore di mio padre, vi ha visto in una bottega con Gertrude, e me l'ha detto non appena ritornato di città. Cotesta bambina doveva pur scrivermi un rigo.... —

      Gertrude stava ritta presso il vecchio accarezzando con le dita sottili le sue ciocche grige. Egli, all'udire Emilia menzionarla, si voltò verso di lei e la guardò.... Ah, quale sguardo d'amore! Mai Gertrude potè scordarlo.

      — Cara signorina, — rispose True — non era necessario disturbare nessuno. Dio stesso ha provveduto. Tutti insieme i dottori e tutte le infermiere del paese, non avrebbero fatto per me la metà di quello che ha saputo fare questa mia piccina. Cinque anni sono, quando me la portai a casa, povera scricciola, scalza e livida dal freddo, quando, in questa medesima stanza, me la reggevo sulle braccia, notte e giorno, malata, quasi morente, non mi sarei immaginato che verrebbe così presto la sua volta. No, signorina Emilia, non mi sarei immaginato che il Signore mi abbatterebbe così profondamente, che quei piedini correrebbero tanto di qua e di là per servirmi, che quelle manine verrebbero nelle tristi notti ad accomodare i miei guanciali, che il giorno camminerei appoggiato al suo debole braccio.... Davvero le vie di Dio non sono le nostre vie, nè i suoi pensieri come i nostri pensieri.

      — Oh, zio True, — disse Gertrude — io non fo molto per voi! Vorrei fare assai più, vorrei ridarvi la vostra forza.

      — Per questo mondo non è più possibile.... Ma tu mi dài ben altra forza che quella del corpo.... Ah, signorina Emilia, — proseguì rivolto alla fanciulla cieca — a voi dobbiamo ogni nostro bene! Io amavo il mio uccellino, ma ero uno sciocco e non sarei riescito che a viziarlo. Invece voi sapevate quello che ci voleva per il suo meglio e per il mio. Voi avete fatto di lei ciò ch'è adesso: uno degli agnelli di Cristo, un'ancella del Signore. Se qualcuno m'avesse detto sei mesi addietro ch'io sarei divenuto un povero invalido, inchiodato in una poltrona, senza sapere chi provvederebbe al necessario per me e per il mio uccellino caro, avrei risposto che non è possibile sopportare con pazienza una tal sorte, e il cuore mi sarebbe venuto meno. Ma ho imparato una gran lezione da questa bambina! Dopo l'attacco, appena ebbi ricuperato la parola, e potei esprimere le idee che mi venivano alla mente, turbato com'ero pensando al mio caso e alle condizioni di Gertrude che non aveva più chi lavorasse per lei, tanto turbato da sentirmi peggio, dissi gemendo: «E che faremo ora?... Che faremo?» Ed essa mi sussurrò nell'orecchio: «Dio avrà cura di noi, zio True.» E quando, dimenticata quella sua risposta, domandai un'altra volta: «Chi ci nutrirà ora, chi ci vestirà?» essa di nuovo disse: «Provvederà il Signore!» Una notte, nel più profondo della mia angoscia, crucciandomi per la mia piccina, esclamai: «Se io muoio, chi s'occuperà di Gertrude?» E la cara creatura ch'io credevo a letto, bene addormentata, posò la testa accanto alla mia, e rispose: «Zio True, la sera ch'io fui messa fuori nella strada buia, ed abbandonata là, sola, senza più casa, senza un amico al mondo, il nostro Padre Celeste vi mandò in mio soccorso; così se mai volesse chiamarvi a Sè e non prendere me pure, mi manderà qualcun altro per sostenermi durante il tempo ch'io devo restare ancora quaggiù.» Da quel momento, signorina Emilia, ho cessato di disperarmi. Le sue parole e i santi insegnamenti della Bibbia ch'ella mi legge tutti i giorni, hanno penetrato il mio cuore, e sono in pace.

      «Io pensavo sempre che se fossi vissuto e rimasto sano e forte, Gertrude avrebbe potuto frequentare la scuola e istruirsi, giacchè ha una grande inclinazione allo studio, e impara con molta facilità. È una bambina piuttosto gracile; e poi, non pare proprio fatta per i lavori grossolani e faticosi, perciò mi dispiaceva troppo l'idea che avesse a guadagnarsi la vita duramente. Speravo di vederla diventare maestra di scuola come la signorina Browne, o qualche cosa di simile.... Ma adesso non mi tormento più. Sono persuaso che, come dice lei, tutto avviene per il nostro meglio, perchè altrimenti non avverrebbe. —

      Gertrude che, mentre egli parlava, aveva tenuto la faccia nascosta contro la sua spalla, alzò la testa e disse, risolutamente:

      — Zio True, io mi sento capace di fare qualsiasi lavoro materiale, o quasi. Per esempio, la signora Sullivan dice ch'io cucio molto bene; potrei far la sarta o la modista. Questi non sono mestieri faticosi.

      — Signor Flint, — domandò Emilia — affidereste volentieri a me la vostra bambina? Se Dio vi separasse da lei, la credereste sicura sotto la mia custodia?

      — Oh, signorina Emilia! — esclamò l'infermo. — Come non la crederei sicura sotto la custodia d'un angelo? E voi....

      — No, non dite questo, — interruppe ella — o mi periterò d'assumere un impegno così solenne. So purtroppo che la mia cecità, la mia debole salute, la mia inesperienza, mi rendono poco atta ad incaricarmi d'una bambina


Скачать книгу