Il lampionaio. Maria S. Cummins

Il lampionaio - Maria S. Cummins


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fece per ottenere lavoro, molte mortificanti repulse ebbe a soffrire, di cui sua madre nulla mai seppe.

       Indice

      Se peso egual di tema e di speranza

      Tiene in forse l'evento, io, per natura

      Sempre a sperar più che a temere inclino.

      Comus.

      Era questa una prova non conosciuta fino allora da Guglielmo, e la più dura per lui a sostenersi. Eppure la sostenne, e strenuamente: nascose le più aspre sue lotte alla madre ansiosa, al nonno scorato, e con virile risoluzione sperò contro la speranza, Gertrude era adesso il suo maggior conforto. A lei confidava le sue pene, e quantunque non fosse che una fanciulletta, ella sapeva essere una mirabile consolatrice. Presentandogli sempre le cose nella luce più favorevole, predicendo un domani più fortunato, faceva molto per ravvivare la sua fiducia, per fortificare il suo proposito. Dotata d'uno spirito pronto, sagace, osservatore, ella vedeva, assai meglio che non sogliano i fanciulli, le diverse vie per cui poteva esser condotta a termine una faccenda; e spesso dava a Guglielmo utili consigli di cui egli volentieri approfittava. Un giorno gli domandò se non avesse mai pensato a ricorrere ad una agenzia d'informazioni. Egli infatti non ci aveva pensato, e se ne maravigliò seco stesso. Lo fece senza indugio. Gli furono date lusinghiere speranze che per qualche tempo lo rianimarono, ma riuscirono fallaci. E oramai cominciava a disperare, quando gli cadde sott'occhio un annunzio in un giornale che parve offrirgli una probabilità di buon successo. Lo mostrò a Gertrude. Era proprio il fatto suo. Non aveva che da presentarsi. Si chiedeva appunto un ragazzo come lui: quindici anni, svegliato, capace, fidatissimo, disposto ad entrare come socio nella ditta, dopo acquistata la necessaria pratica degli affari. Ella era sicura che nessuno poteva meglio di Guglielmo convenire al richiedente.

      Tanto n'era sicura, che la mattina appresso Guglielmo si presentò al recapito indicato, franco e fiducioso come mai per l'innanzi. Il principale, che aveva l'aria d'un uomo assai fine e scaltro, lo fissò con uno sguardo penetrante, lo tempestò di domande, lo sconcertò manifestando qualche dubbio sulla sua capacità e la sua onestà; e dopo averlo fatto discorrere un pezzo, concluse col dichiarargli che anche nel migliore dei casi e con le più valide raccomandazioni, egli non poteva accettare se non un giovanetto la cui famiglia acconsentisse a interessarlo negli affari della Casa investendovi per conto suo una piccola somma.

      Questa condizione chiudeva a Guglielmo l'adito a quel posto, quando pure l'uomo gli fosse piaciuto: ma non gli piaceva punto, perchè sentiva in cuor suo ch'era un furfante o giù di lì.

      Finora egli non s'era mai perduto d'animo; ma quest'ultimo disinganno l'avvilì per modo che, ritornato a casa, gli mancò il coraggio di trovarsi faccia a faccia con sua madre. Entrò dunque direttamente nella camera di True.

      Era la vigilia di Natale. Dagli sportelli aperti della stufa il riverbero d'un bel fuoco di carbone veniva a confondersi coi riflessi del tramonto in una luce purpurea che rischiarava fievolmente la stanza.

      Guglielmo trovò Gertrude sola ed occupata a preparare una certa focaccia per il tè, la quale era uno dei pochi prodotti dell'arte culinaria in cui fosse giunta a farsi onore. Ella giusto usciva dalla dispensa con in mano un ramaiuolo colmo di farina, quando lo vide entrare. Egli gettò il suo berretto sulla panca e sedette alla tavola nascondendo il volto tra le palme, con un atto di sconforto che le fece subito indovinare la nuova disfatta patita dal povero ragazzo nella sua lotta contro l'avversa fortuna. Era tanto contrario all'indole di Guglielmo l'entrare così senza dir parola, tanto strano vedere quella radiosa testa giovanile curvarsi sotto il peso del dolore, quel corpo agile e gagliardo accasciarsi, come fosse d'un tratto invecchiato, ch'ella comprese che il valoroso suo cuore cadeva infine vinto.

      Posò il ramaiuolo, e pian piano venne a lui, gli toccò un braccio, alzandogli in faccia i grandi occhi ansiosi. La compassione ch'egli sentì nella timida carezza, nello sguardo amoroso, gli diede l'ultimo crollo. Chinò la faccia sulla tavola, e un momento dopo Gertrude udì uno scoppio d'angosciosi singhiozzi che si ripercotevano ad uno ad uno nel più profondo dell'anima sua. Ella piangeva spesso e le pareva una cosa naturale: ma Guglielmo, il gaio, l'animoso Guglielmo, non l'aveva veduto pianger mai: credeva ch'egli non sapesse piangere. Si arrampicò sulla seggiola del giovanetto e cingendogli il collo con le braccia mormorò:

      — Io non mi rammaricherei di non averlo ottenuto quel posto: credo che non sia un posto buono.

      — Neppur io lo credo; — disse egli sollevando la testa — ma come fare? Non ne trovo nessuno, e non posso star qui senza far nulla.

      — Noi siamo ben contenti d'averti a casa.

      — Oh, essere a casa è una gran bella cosa.... Godevo di venirci quando stavo col signor Bray, e guadagnavo un po' di quattrini, e sentivo che tutti mi vedevano con piacere....

      — Ma anche adesso tutti ti vedono con piacere.

      — Non però come allora, — replicò Guglielmo alquanto impazientito. — La mamma mi guarda sempre come se s'aspettasse l'annunzio che finalmente ho trovato un'occupazione; il nonno ha l'aria di pensare ch'io non sarò mai buono a nulla.... Ah, proprio nel momento che cominciavo a guadagnare e ad aiutarli, mi tocca la disgrazia ti perdere il mio impiego!

      — Non è colpa tua se il signor Bray è morto; tu non potevi mica guarirlo. Mi sembra impossibile che il signor Cooper ti biasimi perchè ora sei disoccupato....

      — Non mi biasima, no.... Ma se tu fossi ne' miei panni proveresti quello che provo io nel vederlo là, seduto nella sua poltrona, tutta la sera, gemendo e borbottando, e guardandomi come se volesse dire: «A cagion tua mi dispero».... Egli pensa che il mondo è tristo, che lui non ci ha mai avuto sorte, e che così non nè avrò io....

      — Tu ne avrai.... Sono sicura che sarai ricco un giorno. Allora sì che il nonno rimarrà stupito!

      — Gertrude, tu sei una cara bambina.... Hai fede in me.... Se mai divento ricco, ti prometto di farti partecipare alla mia fortuna. Ahimè, — soggiunse, scorato — non è tanto facile! Io m'immaginavo che quando sarei grande, guadagnerei subito dimolto denaro.... Invece veggo che ce ne vuole per arrivarci! —

      Chinò di nuovo il capo, volle nascondersi la faccia tra le mani; ma Gertrude gliele afferrò e non gli permise d'abbandonarsi alla malinconia.

      — Via, Guglielmo, — ella disse — non fissarti più in questo pensiero. Non c'è chi non abbia i suoi dispiaceri, ma tutti li superano, infine. Forse la settimana ventura ti troverai in una bottega anche meglio che quella del signor Bray, e sarai più contento di prima. Sai, — fece, per mutare discorso, tattica che i fanciulli sanno usare quanto gli adulti — oggi compiono due anni da che sono venuta qui.

      — Davvero? Lo zio True ti portò a casa sua la vigilia di Natale?

      — Precisamente.

      — Vale a dire che Santo Claus portò te verso le buone cose, invece di portartele, non è vero? —

      Gertrude non sapeva nulla di Santo Claus, il grande amico dei bambini; e Guglielmo, il quale aveva ultimamente letto la leggenda del buon vecchio che la vigilia di Natale distribuisce balocchi a piene mani, prese a raccontargliela, per esteso.

      Quand'ella vide che, infervorato nella sua storia, egli si distraeva senza volerlo, ritornò alla focaccia, pur non cessando d'ascoltarlo con attenzione mentre lavorava la pasta. Giusto nell'atto che stava infornandola, Guglielmo fece punto. Inginocchiata davanti alla stufa, aprendo e chiudendo macchinalmente lo sportello del forno, ella rimaneva pensosa, con un sì vivo sfavillìo negli occhi, che egli le domandò:

      — Gertrudina, perchè hai cotest'aria maliziosetta?

      — Pensavo — ella rispose — che Santo Claus potrebbe forse venire per te, stanotte; giacchè viene per chi ha bisogno di qualche cosa e porta ai bravi figliuoli ciò che desiderano, spero che ti porti un buon posto dove tu abbia occasione di farti ricco.

      — Sicuro!


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