Storia di un'anima. Ambrogio Bazzero

Storia di un'anima - Ambrogio Bazzero


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sento che tutto è passato! che la mia vita è decisa! che il mio avvenire è spezzato!—Deserto!

      Prego la primavera, i fiori, le rondini, i bambini, il sole,

       Dio.—Rendetela felice!

      E di fronte alla primavera, ai fiori, alle rondini, ai bambini, al sole, a Dio, mi sento innamorato e casto!

      Venerdì Santo.—Compiono oggi sei mesi da che… Sei mesi! mezzo anno! A me paiono sei giorni!

      O quale sconforto il mio.

      Oggi tutte le donne pregano…. Prega per me! Prega Dio che mi faccia morire!…

      Morire? imputridire? essere dimenticato? E il mio desiderio, il mio bisogno era la vita, l'amore, la poesia!

      Sabbato Santo.—Le campane annunciano che Cristo è risorto. Qual vuoto in me! Ma come potrò io mostrare l'anima mia! a chi?

      Martedì, 23 aprile.—Come per certi dispiaceri certi uomini ricorrono ai liquori, pe' miei io ricorro (ricorsi) a Byron, Foscolo, Rousseau, Shakespeare: mi sostengo con questi alcool.—Ora gli abbattimenti, il vuoto…. e quali battaglie!… I miei balocchi antichi cominciano a distrarmi poco poco. Ma perchè forzare la natura?

      24, mercoledì.—Ho fatto la comunione. Ieri il prete mi disse di meditare mezz'ora. Ecco come medito…. Per quattr'anni di seguito, quando a primavera andavo alla chiesa per la comunione, io portavo con me il portafogli col tuo nome! Sante illusioni! E quando l'ostia toccava le mie labbra io mi concentravo nel pensiero:—Lidia crede in Dio!—E la comunione del 74, quando ero convalescente? Oh nessuna preparazione di teologo, nessun libro, nessuna madre, poteva rendermi tanto degno di Iddio, quanto la mia speranza e la tua memoria! Santa religione, santa poesia, fede gentile: Vita, Donna e Dio!—Dimenticavo di non esser bello, d'essere ignorante, d'essere timido alla pratica, sentivo Te, speravo, sentivo la fede che è la vita! O vergine, o bionda, o straniera, chi t'avrebbe detto che tu dovevi tanto deliziare e tanto tormentare un'anima italiana. Io italiano? goffo, ridicolo, senz'azioni.

      O vergine, o vergine! o Lidia, io ti ringrazio! Quei momenti in cui io pensavo a Te e la tua memoria veniva col pensiero di Dio, erano momenti soavi, pii, forti, si, e non verranno più! O Lidia, o Lidia, o mia sorella, prega per me!—Alcune volte voglio ribellarmi al tuo ricordo, e chiamarti causa d'ogni mio tormento, e odiarti…. Potessi odiarti!… Tu non ti sei manco accorta di me!—La realtà è troppo triste: è meglio l'illusione, la poesia.

      Ed oggi?—Vuoto, sconfortato, col solo pensiero che sono brutto e ridicolo!—Senza speranza, senza fede, senza amore,—sono andato alla chiesa…. Ho pensato alla tua comunione di sposa.—Ho sentito come, anch'io, riceverei la mia ultima comunione, a letto, ammalato, moribondo, pensando alle mie Memorie, a Limbiate, al cimitero, dove voglio giacere, al mio libriccino Lagrime e Sorrisi, al mio portafogli, pensando a quelle carte che lascio nel mio scrignetto, al tuo ritratto che cadrà sotto gli occhi di mia madre…. pensando al di che saprai ch'io sono morto!…

      Oh io mi sento buono!

      Non voglio più annotare!

      Maggio, 3.—Guardo il cranio…. e guardo il tuo ritratto. Il tuo ritratto! Ecco la vita, la speranza, l'amore, la Donna, la Fede!

      Ed io ancora ho la speranza, la vita, l'amore, la fede per te, per te che non sei più mia!—Piango con dolcissime lagrime.—Mia Lidia, quale scoraggiamento!

      Nel teschio vedo la materia: in te lo spirito: in quello il vuoto; in te il pensiero…. In te Dio!

      Ho riletto le memorie di quest'anno! Mio Dio, mi vedi? Non so scrivere. Je ne vous oublierai pas, ella scrisse: e nel cassetto mio tengo la sua lettera mezzo aperta per leggere.

      * * *

      Tento di scriver oggi, 22. Ho veduto Lidia qui a Milano. Da quindici giorni ero abbattuto, stanco, annoiato, avvilito, senza più un pensiero alle cose antiche, senza passione per lo studio del tedesco, indifferente ad Heine e Goethe…. a tutto! Oh come mi erano cari quest'inverno i miei studi di tedesco su nel mio studiolo, quando tentavo di tradurre Lagrime e Sorrisi, e scrivevo, imitando il carattere di Lidia! Eppure guardavo di rado il suo ritratto. E la domenica in Duomo? Sempre, sempre passeggiavo sotto le arcate ricordandomi le espressioni della mia lettera, le espressioni della sua: e pensando che avrei studiato, e che avrei fatto…. In questi giorni studio in Biblioteca: e ogni sera, su nel mio studio, guardo le teste da morto e poi guardo il suo ritratto.

      L'ho veduta ieri dopo pranzo alle 7 1/2. Tre volte l'ho veduta. Essa mi ha fissato, si è rivolta, mi ha atteso…. Ed io?

      Che farà? È sposa? Era con sua madre? Colla sua tutrice? Ho influito sulla sua vita? Viene da Mantova o da Catanzaro? Va a Catanzaro o forse per sempre in Germania? È felice?

      Era pallida.

      Ma era proprio lei?

      Quando nell'ottobre scorso l'ho vista a Limbiate aveva la faccia rosea sotto il velo.

      Ieri era pallida.

      Se non fosse stata lei, perchè avrebbe mostrato di accorgersi tanto di me?

      Il mio turbamento fu immenso. Poi mi acquietai. Ho dormito sognando dell'incontro. A mattina mi rinacquero mille speranze e pensai a cento ipotesi, mi sentii felice. Sono andato sul corso, in Galleria Vecchia, vicino a Dumolard, in Duomo.—Forse è partita! Per dove? Avrà dormito stanotte? Che avrà pensato?

      Dio mio! Dio mio! Ho letto tutta la mia lettera a Lei. Ho schifo delle mie sconce mani. E ho l'anima che sente Dio.

      Era lei?—O è tutta mia illusione?-

      Da Limbiate potrei saper qualcosa, ma non oso, non oso affrontare nuove emozioni, e forse tristissime!

      Stamattina ancora ho sperato. Ma e se fosse a Milano per provvedere il suo corredo da sposa? Doveva sposarsi nel febbraio, mi dissero (a Limbiate).

      (Fosse qui per collocarsi nuovamente in qualche casa!)

      Quali incertezze! Se mio padre e se mia madre sapessero!

      L'incontrerò ancora?

      (Non so scrivere).

      Ma che cosa vorrebbe adunque l'anima mia! Oh! nella morte ci deve essere una gran pace. Mi ricordo sempre il Suicidio, dramma di Ferrari, e so di voler bene a mia madre! O mamma! o mamma! Come da Te è uscita la mia anima ardente?

      E sono brutto e ho dei difetti che mi rendono ridicolo nell'amore.

      Sono tormentato, ma mi sento vivo! vivo! vivo! meglio è l'inferno che il nulla.

      Ogni speranza di attività, di amore, di avvenire, di vita è in Lei…. E la vedo per l'ultima volta o la rincontrerò?—Tormento di incertezza—Basta! basta: ma come passerò i giorni?

      Ma ci vuol altro! Leggere cinque o sei ore al giorno tedesco, è questa la vita? la pratica? la realtà? Ma che cos'è la vita dunque?

      Vorrei divenir pazzo per non pensare più.

      Un'anima che ama, in un corpo nervoso è tale tormento che gli uomini serii non sapranno mai,

      A che scrivere?

      E se questa Provvidenza che io bestemmio mi preparasse la felicità? se?…—Se lei potesse entrare in casa mia? Se sua madre o la sua tutrice….

      Sogni! sogni inutili.

      —Sei brutto e sei tormentato: e sarai brutto e sarai tormentato: ecco l'unica verità. Ti morirà la mamma, e che farai? Ti morirà il padre, e che farai?—Resterai solo a far la vita dell'ortica—solo—o con un fratello che ebbe aspirazioni diverse dalle tue.—Solo senza illusioni, senza egoismo e senza virtù proficue agli altri, solo e sempre memore che hai amato hai amato, hai amato. Allora leggerò queste note?

      22, dopopranzo.—O suicidio! o suicidio! Ecco un orribile momento!

      7


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