Storia d'Italia dal 1789 al 1814, tomo V. Botta Carlo

Storia d'Italia dal 1789 al 1814, tomo V - Botta Carlo


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ancora lo stato di Milano, e Mantova, ambidue conquistati in gran parte col valore, e col sangue dei soldati Russi, nè contento a questo, appetire le tre legazioni del pontefice; avere altresì capriccio sul Piemonte, e per questo avere ostato a Suwarow, quando voleva restituire al suo antico seggio il re Carlo Emanuele; quanto a lui non fare altro disegno sopra l'Italia, se non quello di ridurla alle condizioni di Campoformio, di render sicura la independenza del pontefice e del re di Napoli, di dare sesto conforme, ed ordini più monarcali alla Cisalpina, di rimettere in Piemonte il re di Sardegna, quando non si trovasse altro mezzo di un onesto compenso. Quanto all'Inghilterra, rammentava il suo insolente dominio sui mari, la generosità di Caterina dell'averlo voluto frenare, la libertà del Baltico, e la franchigia dei neutri ai tempi di guerra con magnifiche parole commendando. Aggiungeva a tutte queste insinuazioni certe espressioni, che indicavano a Paolo la sua intenzione di dar compimento alle pratiche incominciate per mezzo del conte d'Entraigues della rinstaurazione dei Borboni. A sì fatte promesse e protestazioni si lasciava muovere Paolo: il consolo, per fargli dar la volta intieramente, pagava, provvedeva di tutto punto, e rimandava liberi al loro signore i soldati Russi fatti prigionieri nelle guerre di Svizzera e d'Olanda. Parve atto generoso, ed arra conveniente dei disegni avvenire. Da tutte queste cose mosso il sovrano di Russia, voltando lo sdegno, siccome quegli che era subito nelle sue risoluzioni, da Francia contro Inghilterra, nè vedendo, perchè era di animo sincero, quello che covasse sotto alle lusinghevoli parole del consolo, il riceveva nella sua amicizia, e si riduceva alla sua volontà, dichiarando, non voler più partecipare nella lega, e richiamava in Russia le sue genti, che ancora stanziavano in Germania. Poscia, accendendolo vieppiù le speranze dategli, rinnovava contro la potenza marittima dell'Inghilterra i patti della lega del Nord, cacciava da Pietroburgo gli agenti del re Giorgio, imputando agl'Inglesi l'esito infelice della spedizione d'Olanda. Così Paolo, scostandosi dall'amicizia d'Austria e d'Inghilterra, si precipitava in quella di Francia. Parve a tutti, ed era veramente questa mutazione di grandissima importanza, e fu forte sostegno all'esaltazione del consolo.

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