Il frutto acerbo: Commedia in tre atti. Bracco Roberto
imbronciato) Mi ci appiccicherò.
E avrete raggiunta la perfezione del metodo quando sarete la sua ombra, quando sarete la sua eco, senza esitazioni, senza paure…
Sarò tutto quello che volete, ma, dentro di me, io l'odierò! Già, me lo immagino. Deve essere un uomo insopportabile.
È un uomo piuttosto simpatico, invece.
(astioso) Anche simpatico?
Il suo torto è di avere cinquantadue anni.
(seccato) Ah, non è mica un vecchio.
A vederlo, no.
«A vederlo, no». E poi?..
E poi… lo è.
Me lo dite per non addolorarmi.
Ve lo dico perchè è la verità. E credete che io sarei sdrucciolata così se fossi stata ancora veramente la moglie di mio marito?
(sorpreso, rianimandosi) Come, come?.. Fra voi e lui…?
Fra me e lui il matrimonio non è oramai che… una conversazione.
(con subitanea gaiezza) Una conversazione!?
Vi mettete in allegria, adesso?..
Ne gioisco! Io non speravo tanto. È bellissimo, parola d'onore!
Voi gioite delle sventure altrui; ma non si sa mai!..
Cioè, un momento… Spiegatevi.
L'uomo, Ninetto mio, è una boîte à surprises. Ogni volta che si apre questa boîte, si ha una sorpresa. Viene poi un giorno in cui la si apre e non vi si trova… più niente. E quella è la sorpresa finale.
(protestando) No, no! Non facciamo confusioni…
SCENA II
(levandosi) Zitto! Hanno bussato. (A voce alta) Chi è?
(di fuori) Nella sala di lettura c'è un signore che cerca di lei.
(sottovoce, quasi tra sè) Una visita! A quest'ora? (Al cameriere, attraverso l'uscio) Il nome di questo signore?
Non ne ha.
Ma che dite?
Gliel'ho domandato. Non mi ha risposto.
Sarà stata una distrazione. Fatevi dare la sua carta.
Proverò.
(a Nino) Se è un amico, devo riceverlo qui. E voi? Per la porta non potete uscire perchè vi s'incontrerebbe certamente, e, nella mia stanza da letto, non potete nascondervi perchè rimarreste in trappola chi sa per quanto tempo.
Ma io me ne vado comodamente per dove sono entrato.
E sì: per questa volta non c'è che la finestra.
(con solennità comica) La finestra!!
Bébé, tu sei un eroe!
(correndo difatti alla finestra, gioiosamente) Io sono uno scimpanzè, e me ne vanto!
Aspetta. Ti aiuto. Non c'è nessuno giù?
(si affaccia) Sì.
(impaurita) Chi c'è?
Un asino.
Stupido! (Lo raggiunge per aiutarlo.)
(celiando) Se raglia, siamo perduti! (Scavalca il parapetto.)
(sostenendolo per le ascelle) Attento, bébé!.. Dove mettete il piede?
Non lo so. (Profittando della posizione le dà un bacio.)
Questo bacio ve lo faccio scontare!
(di fuori, picchiando) Signora, ho qui la carta di quel signore.
(a lei) Ne parleremo dopo colezione. (Sparisce.)
(dalla finestra, tutta gioconda) Mostro! (Col viso acceso, corre alla porta a sinistra. Apre.)
(avanzandosi, le porge la carta in un vassoio.)
(la prende e legge. Ha una scossa ed esclama:) Ma questo è mio marito!
(di dentro, sganasciandosi dalle risa) Ah ah ah ah… Chi avevi creduto che fosse? (Entra, continuando a ridere.)
(comprimendo la sua rabbia e nascondendo la sua emozione) Scusa, non ci arrivo. Perchè tante storie?
Ho pensato che la visita antimeridiana d'un estraneo t'avrebbe seccata non poco e ho voluto farti paura. Uno scherzo, insomma. Sono di buonissimo umore.
Me ne compiaccio.
E vengo… a godermi la vita!
Con me?
Con te.
Vieni per restare?
Per restare, beninteso. Le mie valige arriveranno più tardi… e sono molte! (Canticchia) Trallalà là là, trallalà là là…
(rodendosi) Il numero delle valige non ti riconcilierà certo con la campagna che hai sempre odiata. Ti annoierai.
Nossignora!.. Non mi annoierò. Trallalà là là, trallalà là là....
(guardandolo curiosamente) Ma che è «trallalà là là»?
Che è «trallalà là là»? È il benessere, è la salute, è la forza! Non mi vedi?
Ti vedo.
Come ti sembro?
Come eri. Tale e quale.
Ah no! Non hai l'occhio clinico. Da parecchio tempo io non mi sentivo così bene.
Tu me lo dici e io ti credo.
E non ne provi una consolazione?
Certamente. (Siede presso il tavolino.)
Ti do un consiglio: abbracciami.
Io non ci penso neppure. (Prende un libro.)
Va là! Non dissimulare. Tu desideri ardentemente di abbracciarmi. La solitudine non è per te. L'aria ossigenata non ti basta. Non di sola aria… vive la donna! Guarda come ti riduci! Hai dei lividi qui (si tocca sotto gli occhi) che mi rivelano… tutto! Nella solitudine, tu deperisci, mia cara. Vuoi rifiorire?..