Il frutto acerbo: Commedia in tre atti. Bracco Roberto

Il frutto acerbo: Commedia in tre atti - Bracco Roberto


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imbronciato) Mi ci appiccicherò.

Tilde

      E avrete raggiunta la perfezione del metodo quando sarete la sua ombra, quando sarete la sua eco, senza esitazioni, senza paure…

Nino

      Sarò tutto quello che volete, ma, dentro di me, io l'odierò! Già, me lo immagino. Deve essere un uomo insopportabile.

Tilde

      È un uomo piuttosto simpatico, invece.

Nino

      (astioso) Anche simpatico?

Tilde

      Il suo torto è di avere cinquantadue anni.

Nino

      (seccato) Ah, non è mica un vecchio.

Tilde

      A vederlo, no.

Nino

      «A vederlo, no». E poi?..

Tilde

      E poi… lo è.

Nino

      Me lo dite per non addolorarmi.

Tilde

      Ve lo dico perchè è la verità. E credete che io sarei sdrucciolata così se fossi stata ancora veramente la moglie di mio marito?

Nino

      (sorpreso, rianimandosi) Come, come?.. Fra voi e lui…?

Tilde

      Fra me e lui il matrimonio non è oramai che… una conversazione.

Nino

      (con subitanea gaiezza) Una conversazione!?

Tilde

      Vi mettete in allegria, adesso?..

Nino

      Ne gioisco! Io non speravo tanto. È bellissimo, parola d'onore!

Tilde

      Voi gioite delle sventure altrui; ma non si sa mai!..

Nino

      Cioè, un momento… Spiegatevi.

Tilde

      L'uomo, Ninetto mio, è una boîte à surprises. Ogni volta che si apre questa boîte, si ha una sorpresa. Viene poi un giorno in cui la si apre e non vi si trova… più niente. E quella è la sorpresa finale.

Nino

      (protestando) No, no! Non facciamo confusioni…

(Si ode picchiare alla porta.)

      SCENA II

TILDE, NINO, UN CAMERIERE, poi ERNESTOTilde

      (levandosi) Zitto! Hanno bussato. (A voce alta) Chi è?

Il Cameriere

      (di fuori) Nella sala di lettura c'è un signore che cerca di lei.

Tilde

      (sottovoce, quasi tra sè) Una visita! A quest'ora? (Al cameriere, attraverso l'uscio) Il nome di questo signore?

Il Cameriere

      Non ne ha.

Tilde

      Ma che dite?

Il Cameriere

      Gliel'ho domandato. Non mi ha risposto.

Tilde

      Sarà stata una distrazione. Fatevi dare la sua carta.

Il Cameriere

      Proverò.

Tilde

      (a Nino) Se è un amico, devo riceverlo qui. E voi? Per la porta non potete uscire perchè vi s'incontrerebbe certamente, e, nella mia stanza da letto, non potete nascondervi perchè rimarreste in trappola chi sa per quanto tempo.

Nino

      Ma io me ne vado comodamente per dove sono entrato.

Tilde

      E sì: per questa volta non c'è che la finestra.

Nino

      (con solennità comica) La finestra!!

Tilde

      Bébé, tu sei un eroe!

Nino

      (correndo difatti alla finestra, gioiosamente) Io sono uno scimpanzè, e me ne vanto!

Tilde

      Aspetta. Ti aiuto. Non c'è nessuno giù?

Nino

      (si affaccia) Sì.

Tilde

      (impaurita) Chi c'è?

Nino

      Un asino.

Tilde

      Stupido! (Lo raggiunge per aiutarlo.)

Nino

      (celiando) Se raglia, siamo perduti! (Scavalca il parapetto.)

Tilde

      (sostenendolo per le ascelle) Attento, bébé!.. Dove mettete il piede?

Nino

      Non lo so. (Profittando della posizione le dà un bacio.)

Tilde

      Questo bacio ve lo faccio scontare!

Il Cameriere

      (di fuori, picchiando) Signora, ho qui la carta di quel signore.

Nino

      (a lei) Ne parleremo dopo colezione. (Sparisce.)

Tilde

      (dalla finestra, tutta gioconda) Mostro! (Col viso acceso, corre alla porta a sinistra. Apre.)

Il Cameriere

      (avanzandosi, le porge la carta in un vassoio.)

Tilde

      (la prende e legge. Ha una scossa ed esclama:) Ma questo è mio marito!

Ernesto

      (di dentro, sganasciandosi dalle risa) Ah ah ah ah… Chi avevi creduto che fosse? (Entra, continuando a ridere.)

Il Cameriere(esce.)Tilde

      (comprimendo la sua rabbia e nascondendo la sua emozione) Scusa, non ci arrivo. Perchè tante storie?

Ernesto

      Ho pensato che la visita antimeridiana d'un estraneo t'avrebbe seccata non poco e ho voluto farti paura. Uno scherzo, insomma. Sono di buonissimo umore.

Tilde

      Me ne compiaccio.

Ernesto

      E vengo… a godermi la vita!

Tilde

      Con me?

Ernesto

      Con te.

Tilde

      Vieni per restare?

Ernesto

      Per restare, beninteso. Le mie valige arriveranno più tardi… e sono molte! (Canticchia) Trallalà là là, trallalà là là…

Tilde

      (rodendosi) Il numero delle valige non ti riconcilierà certo con la campagna che hai sempre odiata. Ti annoierai.

Ernesto

      Nossignora!.. Non mi annoierò. Trallalà là là, trallalà là là....

Tilde

      (guardandolo curiosamente) Ma che è «trallalà là là»?

Ernesto

      Che è «trallalà là là»? È il benessere, è la salute, è la forza! Non mi vedi?

Tilde

      Ti vedo.

Ernesto

      Come ti sembro?

Tilde

      Come eri. Tale e quale.

Ernesto

      Ah no! Non hai l'occhio clinico. Da parecchio tempo io non mi sentivo così bene.

Tilde

      Tu me lo dici e io ti credo.

Ernesto

      E non ne provi una consolazione?

Tilde

      Certamente. (Siede presso il tavolino.)

Ernesto

      Ti do un consiglio: abbracciami.

Tilde

      Io non ci penso neppure. (Prende un libro.)

Ernesto

      Va là! Non dissimulare. Tu desideri ardentemente di abbracciarmi. La solitudine non è per te. L'aria ossigenata non ti basta. Non di sola aria… vive la donna! Guarda come ti riduci! Hai dei lividi qui (si tocca sotto gli occhi) che mi rivelano… tutto! Nella solitudine, tu deperisci, mia cara. Vuoi rifiorire?..


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