L'arte di far debiti. Ghislanzoni Antonio

L'arte di far debiti - Ghislanzoni Antonio


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cʼè lana da tondere, ci sono costolette da friggere. – La vittima del puffista di prima classe non può essere che un ente collettivo!

      Non a caso vi ho detto che questo avoltoio si lascia cadere a piombo delle regioni nuvolose. Quando un puffista di prima classe incomincia ad esercitare la sua missione in una città, è assai difficile che alcuno sappia dire da qual porta egli vi sia entrato, e in qual giorno vi abbia preso dimora. – È un russo, è un lord inglese, è un ex-pari di Francia, è un segretario del Bey di Tunisi, è un cavaliere della Guadaluppa… Donde viene? a che viene? Non importa si sappia. Gli è appunto sullʼincognito, sul misterioso, che deve basarsi il grande edifizio… Vedete quei volti estatici e balordi? quelle bocche spalancate? quegli occhi ebeti di meraviglia? Sono le vittime in germoglio. – Aspettate! fra una settimana… fra un mese… voi mi darete le nuove del vostro incognito!

      Perchè vi formiate un concetto del puffista di prima classe, perchè vediate di un solo tratto comʼegli possa riuscire a mistificare in un giorno una intera popolazione; voglio rammentarvi una storiella avvenuta a Como or fanno quarantʼanni circa – una storia di cui molti non avranno perduto il sovvenire, coloro in specie che ebbero la fortuna di rappresentare in quella occasione la parte di vittime.

      Nel settembre dellʼanno 1836, verso lʼora di mezzodì, un elegante giovinetto bizzarramente vestito usciva dallʼalbergo dellʼAngelo col portamento di un nobile e brioso puledro che fiuti la carriera per slanciarvisi di galoppo – era alto, di struttura quasi atletica, di viso rubicondo; e il bruno dei suoi capelli, il fuoco dello sguardo, la pienezza delle gote, la rotondità della sua corporatura porgevano il tipo di un meridionale puro sangue. Ma era convenuto che quel signore eccentricamente abbigliato di un soprabito a scacchi verde-pavonazzo dovesse chiamarsi lʼinglese– e il nostro puffista (affrettiamoci a designarlo col suo titolo più competente) si lasciava chiamar inglese col miglior garbo del mondo.

      A quellʼepoca tutti gli inglesi erano ritenuti milionari come più tardi lo furono i russi. Oggigiorno queste due razze hanno alquanto perduto del loro credito proverbiale – e un puffista che sappia il suo conto non oserebbe in Italia avventurarsi ad una impresa gagliarda senza assumere il titolo di indiano o di brasiliano.

      Il nostro puffista si trattenne alcuni minuti sulla porta dellʼalbergo ad esplorare la piazza… di Como. A quellʼora molti cittadini e villeggianti accorrevano verso il porto – era imminente lʼarrivo del battello a vapore. – Lʼinglese non era uomo da compromettere con degli indugi la riuscita delle sue concezioni strategiche. – Egli adocchia a poca distanza dallʼalbergo una carretta di melaranci – muove diffilato a quellʼindirizzo – e cerca colle sue maniere di attirarsi dʼintorno la folla dei curiosi, in cattivo italiano si fa ad interrogare il fruttivendolo: —quanto per pomo giallo? – Cinque soldi lʼuno, milord! – Quanto per dozzina? – Due svanziche, signor milord! – Quanto per tutti… pomi gialli? Saranno venti dozzine circa… per fare una sola parola… trattandosi di servire milord… sarei disposto a venderli tutti per un marengo…!

      La folla dei curiosi va sempre ingrossando… e intorno a milord si forma una corona di occhi spalancati, di bocche aperte che stillano meraviglia.

      Presto, il colpo di grazia, milord– il salto degli uomini, la tripla carambola… e siamo vincitori! – Il nostro puffista, dopo una breve pausa che raddoppia lʼattenzione dei circostanti, con voce montata di due toni e collʼaccento più inglese domanda al fruttivendolo: «e quanti per tutti palli oranzi con piccola carretta…?

      – Milord…?

      – Dico… quanto domandare… per tutta carretta… con tutti palli oranzi di dentro…?

      Il fruttivendolo esita un poco – egli non sa risolversi a vendere la carriuola che è la sua bottega, il magazzeno mobile delle sue merci.

      Ma alla fine incoraggiato dagli astanti che gli accennavano collʼocchio di non lasciarsi sfuggire la buona occasione, e comprendendo che lʼinglese è disposto a comperare la carretta pel doppio del suo valore – con voce fioca e tremante profferisce la domanda: centocinquanta svanziche per cedere tutto!

      Lʼinglese non replica. Egli accenna al fruttivendolo di seguirlo colla carretta – attraversa la città – sale per le contrade più popolate, fin oltre la porta delle due torri, e venuto al largo del sobborgo, incomincia a lanciare i melaranci in questa e in quella direzione, dimostrando la più matta gioia nel vedere uno stuolo di ragazzi e di adulti i quali si accapigliano e ruzzolano nel fango per contendersi i frutti – Lʼinglese frattanto calcolava mentalmente: «questi frutti io me li farò pagare più tardi dalle vittime al prezzo approssimativo di duemila franchi cadauno!

      Alla sera, tutta la città di Como, tutte le ville del Lario narravano la eccentricità dispendiosa del giovane milord, il quale, dopo aver pagato al fruttivendolo le centocinquanta svanziche patuite, gli aveva anche lasciato la carretta.

      Dopo quellʼavvenimento, milord per circa una settimana si rese invisibile. – Egli stette chiuso nel suo piccolo appartamento allʼalbergo dellʼAngelo, non dʼaltro occupato che di mandare in giro a tutti i villeggianti del lago le sue carte di visita, che portavano il nome di Lord Boldegrits– Tutta la alta aristocrazia del lago, tutte le donne, tutte le fanciulle sospiravano il momento di vedere e di conoscere personalmente quel ricco figlio di Albione che aveva destato tanto rumore colle sue prodigalità.

      Ma lord Boldegrits, prima di mietere nel gran campo delle vittime, voleva assicurarsi il successo con un prologo più completo. Dopo una settimana di reclusione volontaria, il nostro puffista discende inaspettatamente sul porto, sceglie collʼocchio un battello, vi si slancia colla snellezza di un cerbiatto, e ai barcajuoli che sorpresi e beati attendono i suoi cenni, ordina di vogare verso una spiaggia deserta.

      – Milord… preferirebbe…?

      – Luogo… qualunque… dove bagnarsi… avete capito?

      I due barcajuoli invidiati, danno di mano ai remi e vogano con impeto miracoloso.

      Approdati ad un spiaggia deserta, milord balza dalla barca, si spoglia rapidamente, si tuffa nelle acque e guizza come un luccio per oltre mezzʼora.

      Finito il bagno, eccolo sulla riva tutto grondante e assiderato —Goddem…! non portato lingeria per seccarmi!.. qui morir di umido… di ghiaccio…!

      I barcajuoli si guardano lʼun lʼaltro – non sanno suggerire alcun espediente – non osano offrire le loro camicie di tela grossolana per asciugare le membra del nobile milionario.

      Ma lʼinglese si batte la fronte come un uomo colpito da una improvvisa ispirazione: e volgendosi ai barcajuoli: «quanto costare questa barca… se io voglio comperare…?

      Dopo aver scambiato col compagno alcuni gesti insignificanti, uno dei barcajuoli risponde: «trattandosi di far piacere a milord, noi saremmo disposti a cedere la nostra barca per mille svanziche.»

      – Ebbene! io prendo la barca!.. a patto che la tiriate fuori dellʼacqua… e bruciate subito grande incendio per asciugami…

      I due barcajuoli, sbalorditi da quella proposta, esitano alquanto ad obbedire – ma dietro insistenza del lord, che già manovra di pugni e minaccia di voler bozzare risolutamente per ridurli al suo volere, essi tirano in secco la navicella, spezzano i remi ed il timone, affastellano gli attrezzi combustibili, e finalmente risolvono di dare il fuoco alla catasta. Mezzʼora dopo, immensi globi di fumo si elevano dalla spiaggia – la barca prende fuoco crepitando, e lʼinglese, tutto nudo, si abbrustolisce dinanzi a quellʼincendio, e applaudendosi del suo trovato, già enumera le vittime che dovranno pagargli la spese.

      Questo secondo stratagemma infiammò di entusiasmo tutti i villeggianti – di là ad una settimana, Lord Boldegrits era lʼargomento di tutte le conversazioni, il lion della società più aristocratica, lʼidolo delle signore. Per un sorriso, per una stretta di mano di Lord Boldegrits, i più doviziosi ed orgogliosi proprietari delle ville comensi si sarebbero rovinati.

      Inneggiate al glorioso puffista!– vedetelo


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